28 Aprile 2024

Parità di genere ed emergenza climatica, le donne si mobilitano

[Traduzione a cura di Gaia Resta dall’articolo originale di Patricia Bohland pubblicato su Inter Press Service]

Donne indigene manifestano durante lo sciopero per il clima a San Francisco, 2019. Da Flickr con licenza CC BY-NC 2.0

Dopo quasi due settimane di negoziati durante la Conferenza per i cambiamenti climatici COP 25 di Madrid (svoltasi dal 2 al 13 dicembre 2019), i Governi hanno deciso di adottare un nuovo Gender Action Plan (GAP) quinquennale.

Il GAP appena approvato si sviluppa sulla base del primo piano d’azione GAP e si incentra su molte questioni sollevate da associazioni di donne e gruppi gender nell’ambito della Framework Convention on Climate Change (UNFCCC).  Tra le richieste, c’è l’invito ad una maggiore attenzione all’applicazione e all’ampliamento di soluzioni climatiche attente alle questioni di genere.

Il GAP è stato accolto all’unanimità dai Governi chiamati a guidare o a promuovere la parità di genere nell’ambito dell’UNFCCC, così come a sostenere tutte le attività inerenti il programma. In sostanza, questo Piano prende in considerazione i diritti umani, assicurando una giusta transizione e le sfide affrontate dalle popolazioni indigene nella lotta per una giustizia climatica e per la difesa delle loro comunità.

Rispetto al GAP iniziale, sono presenti nuove attività che offrono l’opportunità di virare in maniera significativa verso lo sviluppo delle competenze ed una implementazione potenziata di azioni che considerino il gender su tutti i livelli, inclusa per esempio la promozione di soluzioni tecnologiche attente alle questioni di genere e la preservazione della conoscenza e delle pratiche tradizionali indigene locali in settori differenti.

Così ha affermato Ndivile Mokoena di GenderCC – Women for Climate Justice Southern Africa.

I negoziati non sono stati semplici. Le parti non sono riuscite ad emettere un testo comune per la chiusura del Subsidiary Body for Implementation (SBI) come era invece previsto. La Presidenza della COP25 ha dovuto condurre consultazioni ad alto livello nella settimana conclusiva per raggiungere il consenso.

I ritardi dei negoziati sono stati causati dalle iniziali difficoltà nella ricerca di una base comune per la redazione del testo, seguiti dalle divergenze sull’inclusione di un linguaggio precedentemente concordato in materia di diritti umani e giusta transizione, così come su altri riferimenti ai finanziamenti e agli strumenti di implementazione.

Manifestazione a Madrid per la COP25. Da Flickr con licenza 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

È stato frustrante assistere ai ritardi dei negoziati, in particolare alle difficoltà nel trovare un linguaggio comune sui diritti, tuttavia il fatto che abbiamo raggiunto e adottato un GAP quinquennale che include molte delle richieste fondamentali delle parti così come i punti di vista delle associazioni per le donne e il gender, dimostra l’importanza critica dell’argomento e quanto le nazioni abbiano cominciato a comprendere e a valorizzare la parità di genere rispetto alle azioni per il clima.

Penso che la volontà politica dimostrata dai mediatori nell’ambito di questa agenda nel negoziare per il consenso e raggiungere un solido risultato, potrebbe e dovrebbe essere il modello per tutti gli altri punti del processo. In particolare, vorrei evidenziare la forza incredibile del Governo del Messico nel facilitare un accordo tra le parti. Assistere a tutto ciò è stato d’ispirazione.

Queste le dichiarazioni di Bridget Burns, WEDO, Stati Uniti.

Tale volontà politica si è costruita, inoltre, tramite gli sforzi per una mobilitazione efficace sia della Women and Gender Constituency, sia degli altri partner della società civile, che hanno rifiutato l’idea di uno stallo della COP nel progresso della parità di genere.

L’impegno per un coinvolgimento tramite i social media, le lettere ai ministri, incluse le proteste dei movimenti della società civile, è stato fondamentale nel creare una consapevolezza politica rispetto al GAP.

Queste le parole di Kavita Naidu, Asia Pacific Forum on Women, Law and Development (APWLD), Tailandia.

Ad ogni modo, vi sono preoccupazioni che il GAP manchi di indicatori e obiettivi definiti in maniera chiara per misurarne il progresso, come quello sull’avanzamento della leadership delle donne all’interno del piano stesso.

Anche se il GAP riconosce le identità intersezionali che le donne hanno assunto, incluse le donne indigene e le donne con disabilità, c’è bisogno di lavorare ancora per comprendere le intersezioni sociali multidimensionali e non-binarie che influenzano i modi in cui le persone mitigano e oppongono resistenza agli impatti climatici.

L’adozione del GAP potenziato non significa che il nostro lavoro sia terminato. È necessario focalizzare la nostra azione su un livello nazionale per assicurare l’attuazione del GAP così come il monitoraggio della sua applicazione.

Così le parole di Nanna Birk, LIFE Education Sustainability Equality, Germania.

Sebbene la Women and Gender Constituency elogi questo risultato, allo stesso tempo afferma che nessuna reale azione per la parità di genere possa essere realizzata senza che le parti facciano dei passi avanti nella piena applicazione dell’Accordo di Parigi, incluso il limite del riscaldamento globale a 1.5 gradi.

Bridget Burns ha aggiunto:

Sappiamo di essere lontani da quella realtà. Il GAP è uno strumento per continuare a progredire sia rispetto alla parità di genere che a soluzioni climatiche efficaci, ma la parità di genere non vive nel GAP. Viene realizzata tramite azioni per il clima giuste e coraggiose. Rimaniamo sconcertate dalla mancanza generale di progresso in questi negoziati e andiamo avanti con audacia per sollevare i diritti e le voci delle donne e dei difensori del gender in tutto il mondo, in quanto sappiamo che una reale azione per il clima può realizzarsi solo quando queste voci e leadership saranno messe al centro e ascoltate.

Il testo concordato dell’agenda sul genere si può leggere qui.

[La Women and Gender Constituency (WGC) è uno dei nove soggetti della UNFCCC. Fondata nella 2009, la WGC è attualmente composta da 29 associazioni della società civile per le donne e per l’ambiente, che lavorano per assicurare che le voci delle donne e i loro diritti vengano inclusi in tutti i processi e i risultati nell’ambito della UNFCCC, per un futuro giusto e sostenibile, in modo che la parità di genere e i diritti umani delle donne abbiano un ruolo centrale nelle discussioni in corso.]

Gaia Resta

Traduttrice, editor e sottotitolista dall'inglese e dallo spagnolo in ambito culturale, in particolare il cinema e il teatro. L'interesse per un'analisi critica dell'attualità e per i diritti umani l'ha avvicinata al giornalismo di approfondimento e partecipativo.

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