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La nuova era digitale in Africa, app di tendenza e scelte dei giovani

La diffusione dei telefoni cellulari in Africa ha cambiato completamente la comunicazione: oggi più di due terzi della popolazione dei maggiori Paesi africani possiede uno smartphone. L’attività più comune degli africani tramite lo smartphone è quella di inviare messaggi di testo, seguita dallo scattare foto o riprendere video, fare o ricevere pagamenti, accedere ai social network e leggere informazioni e notizie. Le app più popolari in Africa comprendono i social media, la messaggistica istantanea e applicazioni con una funzione specifica, come ad esempio la visione di film, il monitoraggio delle transazioni finanziarie o le scommesse sportive.

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Comunicare senza confini, dalla Sicilia la sfida di Beentouch

India, Brasile, Messico, Paesi africani e sudamericani sono solo alcuni di quelli che chiamiamo Paesi emergenti o, meglio, di recente industrializzazione. Usiamo pensare a queste economie come carenti e in forte difficoltà, in realtà si stanno espandendo a ritmi elevati e l’apporto tecnologico fa da padrone a questo nuovo boom. Adattandosi al diverso contesto infrastrutturale si inserisce una startup made in Italy, un’app che consente di comunicare in alta qualità anche in presenza di smartphone di fascia medio/bassa e connessioni internet scadenti.

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Asoriba, l’app per chiese e fedeli. E per pagare la “decima”

In Africa, che segue il modello USA, essere un pastore oggi è un vero e proprio business. E la tecnologia aiuta una relazione “moderna” con i propri seguaci. In Ghana è boom di download e accessi ad un’applicazione progettata da 4 giovani intraprendenti e che si è aggiudicata il premio per la migliore start up africana. Da uno smartphone è possibile seguire la messa, “prenotare” preghiere, aggiornarsi sugli eventi della propria congregazione e, naturalmente, versare l’obolo. Va da sé che Asoriba ha anche una pagina facebook ed è su tutti i principali social.

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Fenomeni migratori, le nuove frontiere dello storytelling

Applicazioni, siti, piattaforme per raccogliere materiali “dal basso”, mappe interattive: il fenomeno della migrazione continua ad essere raccontato in maniera efficace e sempre aggiornata grazie agli strumenti digitali, che contribuiscono ad allargare i confini di una ricerca dinamica e dettagliata sul fenomeno migratorio. Il quale riguarda rotte che interessano a vario titolo nazioni e continenti che è possibile “monitorare” giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Il data journalism arricchisce il racconto giornalistico.

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