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Pena di morte, un’altalena di recrudescenza e timidi passi avanti

Non si fermano le impiccagioni dei dissidenti nella terra degli ayatollah, che da 43 anni segna il più alto tasso di esecuzioni pro capite al mondo. Intanto, il boia ha molto da fare anche altrove. Dalla Cina agli Usa, dall’Arabia Saudita al Giappone. Nel 2021 almeno 2052 sentenze di morte in 55 Stati e 579 esecuzioni in 18 Paesi. Non è andata meglio nel 2022. Seppur spaventosamente prolifica, quella dei Paesi che conservano la pena capitale resta una minoranza a fronte degli oltre due terzi del mondo ormai abolizionisti. Ne abbiamo parlato con Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia.

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Italia-Libia, gli accordi bilaterali che calpestano i diritti umani

Quando i diritti umani fondamentali non sono abbastanza tutelati da prevalere su politiche migratorie aggressive si consumano tragedie. L’Italia, con l’appoggio dell’Unione Europea, per contrastare la crisi migratoria, attua l’esternalizzazione delle frontiere che non fa altro che provocare disastri umanitari. Si viene così meno al dovere di accogliere persone in fuga da persecuzioni e guerre violando così il principio di non respingimento. Un alleato in questo gioco pericoloso è la Libia, da anni compagno fisso del nostro Paese in accordi internazionali.

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