21 Novembre 2024

aborto sicuro

Aborto, nel mondo il 40% delle donne subisce leggi restrittive

La lotta per il diritto all’interruzione di gravidanza va ormai avanti da decenni, eppure tale diritto non è ancora universale. I problemi legati a questa pratica sono molteplici, e portano molte donne a non avere accesso alle cure richieste. Di conseguenza, sono numerose coloro che tentano vie secondarie e illegali, spesso dannose per la loro salute. Per questo motivo è necessario lottare ancora al fine di ottenere leggi che non restringano la possibilità di accesso all’IVG, e che permettano di ottenere le cure richieste in maniera sicura e che non sia perseguita legalmente.

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Nigeria, 14 anni di prigione per aborto e parti a rischio per le madri

Il recente ribaltamento della sentenza Roe vs Wade ha annullato le leggi federali statunitensi che garantivano l’accesso all’aborto. Nonostante il successivo ordine esecutivo firmato da Biden per porvi rimedio, si sta aprendo la strada a nuove norme che limiteranno la possibilità di interrompere una gravidanza in modo legale e sicuro. In Nigeria, vige da tempo una legge che punisce duramente chi ricorre all’aborto in casi diversi da quelli salvavita. Parallelamente si riscontra un alto tasso di mortalità materna, risultato delle leggi “pro-vita” che invece compromettono la salute e la vita stessa delle donne.

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Aborto e storytelling: prendere la parola per abbattere lo stigma

Stando alle statistiche ufficiali, ogni giorno nel mondo si verificano circa 125 mila interruzioni volontarie di gravidanza. Una procedura medica diffusissima, ma che è ancora ammantata da un velo di silenzio, vergogna, dolore. Ciò accade perché l’aborto porta con sé una forte stigmatizzazione, di cui le donne fanno esperienza sia nelle comunità in cui vivono che a livello inconscio. Come combattere questo stigma? Rompere il silenzio e raccontarsi sembra essere la soluzione, così come dimostrano le esperienze di Shout Your Abortion, We Testify e “IVG ho abortito e sto benissimo”.

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Cuba, la comunità internazionale chiede la fine dell’embargo USA

Per il 29esimo anno consecutivo, l’Assemblea Generale ONU vota a favore della rimozione del bloqueo adottato dagli Stati Uniti contro il Paese latinoamericano nel 1992. Il Parlamento Europeo esorta gli Stati membri UE a garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva. L’Italia apre all’eolico offshore galleggiante per contribuire alla decarbonizzazione. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa denuncia la grave emergenza umanitaria in Mozambico. Mentre un’ondata di violenza omofoba determina la cancellazione del Tbilisi Pride nell’ex Repubblica sovietica.

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Africa, decriminalizzare l’aborto: dall’impegno all’azione

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, nel 2008 – anno delle ultime stime – in Africa sono decedute circa 29.000 ragazze e donne a causa di un aborto non sicuro; il 60% dei decessi avviene tra donne e ragazze di età inferiore ai 25 anni, e il 14% dei decessi per maternità nel continente sono connesse a procedure praticate in condizioni di scarsa sicurezza. In Africa, la criminalizzazione dell’interruzione di gravidanza e il diffuso pregiudizio hanno contribuito al numero elevato di decessi e di menomazioni derivate dall’aborto non sicuro.

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Kenya, ancora troppe morti per aborti non sicuri

La Costituzione del Kenya permette alle donne di avere accesso alla salute riproduttiva; purtroppo, però, per terminare la gravidanza sono ancora utilizzati metodi non sicuri che causano molti decessi. Saoyo Tabitha Griffith analizza in questo articolo ciò che il governo del Kenya dovrebbe fare per tradurre in pratica il diritto delle donne alla vita e alla salute sancito dalla recente revisione legislativa, così spesso ostacolato da freni culturali o religiosi.

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