21 Novembre 2024

Autore: Massimo Testa

Africa, non è il debito a crescere, sono troppo alti gli interessi

Molti Paesi africani sono in piena crescita economica e il loro livello di indebitamento è sotto controllo. Eppure, i tassi di interesse pagati restano tra i più alti del mondo. Alla base di questa incongruenza c’è spesso una distorta percezione del debito africano, alimentata dalle agenzie internazionali di rating, i cui giudizi non tengono conto della crescita economica del continente, e dagli stessi governi, poco attenti alla profittabilità dei progetti e ai processi di strutturazione delle emissioni obbligazionarie. Le soluzioni non mancano e richiedono azioni concrete da parte dei governi del continente.

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Energia rinnovabile, in Africa il suo sviluppo ha radici coloniali

Il futuro del continente africano non è immaginabile senza una diffusione generalizzata delle fonti energetiche alternative. Le condizioni climatiche in questa parte del mondo sono particolarmente favorevoli alle energie rinnovabili, e le soluzioni tecniche disponibili possono consentire l’accesso a fonti economiche di energia a tutti coloro che vi abitano. Sono tuttavia necessarie molte risorse e deve essere superato l’approccio neo-coloniale che l’Occidente pretende ancora di seguire nell’erogazione dei finanziamenti, senza tener conto del punto di vista delle popolazioni locali.

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Cambiamento climatico: prevenzione, la chiave per affrontarlo

Per superare le sempre più frequenti emergenze alimentari dovute a eventi estremi legati ai disastri ambientali, i Paesi africani stanno investendo in innovativi sistemi di allerta preventiva. Ma non basta: occorre sostenere soprattutto la ricerca applicata all’agricoltura cosiddetta intelligente, in grado di offrire colture resistenti a siccità e inondazioni. La speranza è che i Governi e le popolazioni africane siano resilienti, senza piombare in ulteriore insicurezza alimentare che oggi come oggi è comunque già un’emergenza.

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La nuova India, femminilità e conflitto identitario e religioso

Il nazionalismo indù – attraverso l’ideologia Hindutva – sta plasmando un Paese sempre più orientato alla rigorosa classificazione religiosa e di genere della società indiana. In questa visione radicale dello Stato, tutto, dalla politica alla vita quotidiana, prende spunto da una concezione fortemente maschilista, dove la donna è relegata alla sottomissione o alla militanza in nome della difesa del puro nazionalismo. Le conseguenze pericolose sono la marginalizzazione delle minoranze, come i musulmani, e la cancellazione delle libertà, soprattutto per le donne.

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Crisi climatiche ostacolo al progresso verso la parità di genere

Agricoltori e pescatori che per la loro sussistenza dipendono direttamente dal mondo naturale, saranno tra le principali vittime dell’emergenza climatica. Con l’accumularsi dei problemi ambientali si disgregano infatti le reti di sostegno delle comunità. E a causa della disparità di genere, nelle regioni del mondo che sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, le donne rischiano di soffrire più degli uomini. Occorre sempre più il concreto sostegno delle comunità internazionale sia nel superamento degli stereotipi di genere che nella ricerca di nuove soluzioni.

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