26 Aprile 2024

Autore: Antonella Sinopoli

Gillmor, giornalisti alzatevi in piedi e siate attivisti

Ci sono argomenti, come la libertà, su cui non si può fare a meno di essere chiari, alzare la voce e diventare attivisti. Il giornalista e scrittore americano Dan Gillmor approfitta del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia per lanciare un appello a chi fa informazione affinché le libertà fondamentali siano rispettate. “Alzatevi, fate sentire la vostra voce, diventate attivisti, altrimenti lascerete spazio a chi vorrà controllare il vostro, il nostro mondo, la nostra vita”.

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Sud Africa, violenza cieca per le strade contro gli stranieri neri

Si tratta di afrofobia, dicono alcuni intellettuali. Mbembe parla di “catene di complicità” che coinvolgono le scelte dei Governi, l’alto tasso di disoccupazione, le “ideologie” inculcate nei ghetti, l’isolamento del Sud Africa fino al 1994. La furia si sarebbe scatenata alle parole del re Zulu, Zwelithini, che in un recente discorso aveva “esortato gli stranieri” a lasciare il Paese. E le parole di condanna di Zuma non fermano gli attacchi.

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L’Africa sui media occidentali, luoghi comuni e approssimazioni

Stereotipi, criminalità, corruzione, povertà, malattie, guerre. È possibile che oltre un miliardo di persone in 54 Paesi, che parlano più di 2 mila lingue vivano costantemente nel caos? Nuovi progetti mostrano segni di cambiamento, per mostrare invece dell’Africa la ricchezza di idee, contributi all’innovazione, eventi e realtà multiformi. Voci Globali ne parlerà al Festival Internazionale del Giornalismo il 15 aprile.

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Una masai e una pastora sulle Alpi. Un incontro che diventa film

Cos’hanno in comune una giovane masai e una “pastora” delle Alpi? Per saperlo, la giovane masai e la bergera dovrebbero avere la possibilità di incontrarsi, scambiarsi esperienze, imparare a conoscersi. Sembra impossibile o perlomeno irrealistico, eppure è accaduto, ed è diventato un film. Tre mesi insieme per un progetto antropologico e sociale. L’intervista al regista, Sandro Bozzolo, che ha anche filmato le scene.

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Ghana, scuole e libertà di religione. Il caso alla Corte Suprema

Si accende la discussione contro l’obbligo per studenti musulmani di prendere parte a funzioni nelle scuole cattoliche. Il cancro dell’intolleranza religiosa rischia dunque di diffondersi anche in un Paese che si è sempre distinto proprio per il contrario: pacifica convivenza tra gruppi tribali di differenti lingue e tradizioni e tra cittadini aderenti a fedi diverse. Cristiani (di ogni tipo di chiesa), animisti, musulmani e altre confessioni, hanno sempre convissuto fianco a fianco senza criticarsi troppo e senza pestarsi i piedi. Fino a pochi giorni fa.

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Aflao, Ghana: il confine dove si paga il pizzo

Lo chiedono ogni giorno impiegati e militari, a migliaia di di persone che avrebbero diritto al libero ingresso. Dal 1975 l’ECOWAS garantisce la libera circolazione tra un confine e l’altro dei cittadini dei Paesi aderenti. Ma su questa striscia di terra non valgono le norme, ma la legge del più forte.Vale a dire impiegati e militari in servizio al confine. Gente “potente” che decide chi passa e chi no, che decide di fermarti e tenerti in pratica sotto sequestro per ore in attesa del “riscatto”. Il riscatto è la bribe. Pizzo, mazzetta, tangente, come vogliamo chiamarlo.

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Voci Globali, tanto ottimisti da credere nel futuro

Oggi siamo testata giornalistica. I nostri obiettivi: continuare a sperimentare un giornalismo di umanità e di azioni quotidiane. Di pari passo con la crescita e i successi di Voci Globali – che quest’anno compie 5 anni – vanno quei progetti legati al fare, all’agire. Dunque, i Corsi in Diritti Umani e Giornalismo Partecipativo e i Seminari sulla Povertà nelle scuole. E le attività in Ghana con Ashanti Development. Tra questi un progetto con i bambini di un villaggio e il finanziamento di corsi di apicoltura.

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Acqua: milioni di persone senza, milioni di km per cercarla

Le cifre diffuse non sono mai le stesse. Una cosa è certa, milioni e milioni di persone al mondo – probabilmente 1 miliardo – non hanno accesso all’acqua potabile. E si calcola che, entro il 2025, la proporzione della popolazione al mondo che vivrà in aree o Paesi di difficile accesso a questo bene, aumenterà di due terzi. Questo significa anche morire per tutte quelle malattie collegate all’assenza d’acqua o all’approvvigionamento a fonti contaminate. Tutto ciò nonostante l’impegno e le Risoluzioni ONU sul tema.

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Vivere in stato di schiavitù, accade a 36 milioni di persone

Lavorano in fabbriche, miniere, brothel. Sono visibili ma allo stesso tempo invisibili e non c’è limite d’età. Spesso sono bambini, comunque donne e uomini senza diritti. Quasi 36 milioni di persone, in tutto il mondo, vivono in stato di schiavitù. Il 61% sparso in cinque Paesi: Cina, India, Pakistan, Uzbekistan, Russia. È quanto emerge dalla seconda edizione del Global Slavery Index voluto dalla Walk Free Foundation, movimento che ha lo scopo di far venire a galla, combattere e sradicare la moderna schiavitù.

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