Turchia, arresti in massa durante la marcia del Pride a Istanbul
[Mondo – I fatti del mese (giugno 2023). In questa rubrica mensile, dieci brevi notizie raccontano avvenimenti, fatti, iniziative, politiche che – per diverse ragioni – restano di solito nell’ombra della stampa. Tenere una finestra aperta sul mondo: in questa prospettiva, e in linea con le tematiche di Voci Globali, diamo spazio a quanto accade nel panorama internazionale.]
Diritti umani – Turchia, bloccata ancora una volta la marcia del Pride
113 manifestanti sono stati fermati e oltre 40 arrestati dalla polizia di Istanbul, il 25 giugno, mentre cercavano di raggiungere il centro della capitale in occasione del Pride. Per il nono anno consecutivo il corteo era stato vietato dal governatore Davut Gul. “Nessuna attività che minaccia l’istituzione della famiglia, quale garanzia del nostro Stato e della nostra Nazione, è e sarà mai permessa”, aveva twittato. Il divieto in questione si ingloba in una più ampia strategia di discriminazione e alimentazione dell’odio nei confronti della comunità LGBTQ, già da tempo in atto in Turchia. HRW ha subito denunciato quanto accaduto, parlando di “palese violazione del diritto di espressione” e “della libertà di riunione pacifica”.
Africa – Mali, approvata la nuova Costituzione
La Commissione elettorale maliana ha annunciato, il 23 giugno, l’approvazione della nuova Costituzione con il 97% di voti favorevoli. La Carta costituzionale è stata elaborata dalla Giunta militare – salita al potere nell’agosto 2020 in seguito colpo di Stato che ha destituito il presidente Boubacar Keïta – e sottoposta a referendum lo scorso 18 giugno. Su 8,4 milioni di elettori registrati, l’affluenza alle urne è stata di circa il 40%. Il leader della Giunta militare e presidente ad interim del Paese, Assimi Goïta, si è detto “convinto che questo referendum apra la strada a un Mali nuovo, forte, efficiente, emergente” ma soprattutto “a un Mali al servizio del benessere delle persone“.
Politica internazionale – Terminata la settimana internazionale antiterrorismo
Il 23 giugno si è conclusa la terza settimana internazionale della lotta al terrorismo: un incontro biennale degli Stati membri ONU e dei partner internazionali dell’antiterrorismo. Sono stati 40 gli eventi organizzati congiuntamente da Stati membri, enti del Global Counter-Terrorism Compact delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative e della società civile, mondo accademico. Individuate alcune aree prioritarie su cui concentrare gli sforzi globali: rafforzamento della strategia antiterrorismo; attività di prevenzione, intesa come individuazione delle condizioni sottostanti al terrorismo (tra cui: povertà, diseguaglianza sociale, discriminazioni); sviluppo di politiche basate sul rispetto dei diritti umani.
Ambiente – Uruguay, dichiarata l’emergenza idrica nella capitale
Il 20 giugno – di fronte alla persistente carenza di pioggia – il Governo uruguaiano ha decretato l’emergenza idrica nell’area metropolitana di Montevideo, dove vive oltre la metà della popolazione del Paese. Al contempo, ha annunciato: “esenzioni fiscali per l’acqua in bottiglia, la costruzione di un bacino idrico e di una conduttura sul fiume San José“. Per fronteggiare al meglio la situazione, ha inoltre deciso “la fornitura di acqua gratuita per le popolazioni vulnerabili“. Nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Repubblica, Luis Lacalle Pou, ha precisato che la dichiarazione dello stato di emergenza è volta a “rendere più semplici gli interventi a favore della popolazione e alla realizzazione di infrastrutture idriche“.
Giustizia sociale – L’eguaglianza di genere passa anche attraverso il diritto alle terra delle donne
In occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità – celebrata il 17 giugno – Antonio Guterres, segretario generale ONU, ha puntato i riflettori sull’importanza di riconoscere il diritto alla terra delle donne “sia per proteggere la terra stessa, sia per promuovere l’eguaglianza di genere“. Ha inoltre esortato i Governi a “eliminare tutte le barriere legali, che impediscono alle donne di possedere terreni” nonché a “coinvolgerle nella definizione delle politiche”. Le donne rappresentano quasi la metà della forza lavoro agricola a livello mondiale. Tuttavia, le pratiche discriminatorie in materia di proprietà della terra impediscono la loro partecipazione attiva nei processi per il mantenimento e la produttività dei terreni.
Politica internazionale – Siria, il WFP riduce aiuti alimentari per mancanza fondi
Il World Food Programme ha annunciato, il 13 giugno, il taglio degli aiuti alimentari alla Siria per “una crisi di finanziamento senza precedenti”. Invece di “tenere il passo con le crescenti esigenze, siamo di fronte allo scenario desolante di sottrarre assistenza alle persone, proprio quando ne hanno più bisogno“, ha detto Kenn Crossley, rappresentante del WFP. In una nota, l’ONG ha chiarito che, dopo aver esaurito tutte le opzioni, la scelta è stata quella di dare “priorità a 3 milioni di siriani, che non sono in grado di farcela da una settimana all’altra “. Anzichè “continuare l’assistenza a 5,5 milioni di persone ed esaurire completamente il cibo entro ottobre“.
Africa – RD Congo, attacco al campo profughi nella provincia di Ituri
Nella notte tra l’11 e il 12 giugno, il gruppo armato Codeco ha attaccato il campo profughi di Lala, dove “risiedono” sfollati interni di etnia Hema. Nell’assalto sono rimasti uccisi almeno 46 civili, di cui 23 bambini. “Il gruppo è arrivato all’improvviso e ha cominciato a sparare all’impazzata. Alcune persone sono morte all’interno delle loro case incendiate, altre uccise a colpi di machete“, hanno affermato alcuni testimoni. “I sopravvissuti hanno riferito di aver visto corpi sparsi per il campo“, ha riportato Cecilia Thiam, direttrice della risposta umanitaria di Save the Children nella RdCongo. “Questo incidente – ha continuato – ci ricorda che i bambini sopportano il peso del conflitto nel nord-est del Paese“. Assistono a cose che “nessun bambino dovrebbe mai vedere”.
Diritti umani – Genocidio Ruanda, nessun processo per Félicien Kabuga
Félicien Kabuga, noto alle cronache internazionali con il soprannome di “tesoriere del genocidio” ruandese, il 7 giugno, è stato dichiarato dal Meccanismo residuale internazionale per i Tribunali penali (Mict) “non idoneo al processo” in ragione delle sue condizioni fisiche legate all’età avanzata. Kabuga è accusato di aver trovato i fondi per finanziare la strage dei Tutzi nel 1994. Per decenni è stato uno degli uomini più ricercati al mondo dalle autorità internazionali. È comparso per la prima volta innanzi al Mict solo lo scorso settembre. A giudizio del Meccanismo residuale, “è molto improbabile che [Kabuga] riacquisti la forma fisica in futuro“. Pertanto ha richiesto una “procedura legale ‘alternativa’, somigliante il più possibile a un processo” ma “senza possibilità di condanna“.
Ambiente – Perù, indios attaccano petroliere per protestare contro lo sfruttamento del territorio
Il 6 giugno, un gruppo di indios appartenenti all‘Asociación Indígena de Desarrollo y Conservación de Bajo Puinahua (AIDECOBAP) ha assaltato e sequestrato due petroliere della compagnia canadese PetroTal. L’azione ha rappresentato una chiara protesta contro lo sfruttamento di un nuovo giacimento petrolifero posto all’interno del loro territorio nell’Amazzonia peruviana. Il gruppo indigeno chiede profitti e indennizzi più alti per lo sfruttamento del petrolio estratto nelle loro terre. E una maggiore attenzione ai corsi d’acqua e alle foreste, inquinate dai continui sversamenti di greggio. Alle accuse statali di terrorismo, l’AIDECOBAP ha prontamente risposto “quel che accade nel distretto di Puinahua è di esclusiva responsabilità della compagnia PetroTal e dello Stato”.
Giustizia sociale – Svizzera, sesso senza consenso = stupro. Emendata la legislazione nazionale
Il Consiglio nazionale svizzero ha approvato (con 105 voti favorevoli e 74 contrari), il 1° giugno, un importante emendamento alla normativa domestica, riconoscendo che il sesso senza consenso equivale a stupro. “Il voto odierno rappresenta una vittoria per tutte le vittime di violenza sessuale in Svizzera”, ha commentato Cyrielle Huguenot, responsabile dei diritti delle donne di Amnesty International Svizzera. “La modifica – ha aggiunto – segna la fine della definizione obsoleta di stupro, che richiedeva l’uso della forza fisica, della minaccia o della coercizione e limitava le vittime alle sole donne“.