[Traduzione a cura di Anna Corsanello dall’articolo originale di Jacqueline Darkwa pubblicato su openDemocracy]
Quando la cantante ghanese Angel Maxine ha caricato su YouTube la sua canzone “Wo Fie”, ha incluso un terribile avvertimento: “se guardate o condividete questo video, potreste essere arrestati”.
Il video musicale si apre con le parole “Il Ghana è colonialmente omofobo”. Maxine sapeva che una volta lanciato questo messaggio, non avrebbe più potuto tirarsi indietro, ma il punto era proprio questo.
“Wo Fie”, che significa “casa tua” in Twi, è stato pubblicato nel luglio 2021, un mese dopo che una fuga di notizie aveva fatto trapelare online un progetto di legge molto controverso che criminalizza le persone queer e chi ne supporta i diritti.
Il messaggio di Maxine? Far notare l’ipocrisia del fatto che chi promuove l’omofobia “ha fratelli gay, sorelle gay, insegnanti gay”.
Nei prossimi 24 mesi, l’anima del Ghana sarà messa all’asta dal momento che il Parlamento sta considerando di introdurre nella legislazione la Promotion of Proper Human Sexual Rights and Ghanaian Family Values Bill [Legge per la promozione di consoni diritti sessuali umani e dei valori della famiglia ghanese, NdT], la più restrittiva e arcaica legge anti LGBTQI+ in Africa.
Dal 2019, molte figure di rilievo sia interne che esterne al sistema politico ghanese stanno spingendo per questa legge, che si prefigge di criminalizzare espressioni queer e di genere non conformi e di sradicare ogni difesa pubblica dei diritti queer.
“So che il giorno in cui la legge sarà approvata, andrò in prigione per cinque anni o più. Ecco la verità,” dice Maxine, l’unica musicista ghanese apertamente transgender. “Mentre parlo con voi in questo preciso istante, sono prudente, perché potrei essere assassinata, incastrata allo scopo di essere rinchiusa in prigione.”
Prima della presenza coloniale britannica in Ghana, le comunità queer erano diffuse in varie zone del Paese. Fu solo con l’adozione in tutte le colonie britanniche del Offences against the Person Act del 1861, che condanna gli atti sessuali con persone dello stesso sesso, che l’omofobia iniziò ad esistere nella legislazione del Ghana.
Negli ultimi anni, essere queer in Ghana significava essere oggetto di stigma, omofobia e transfobia. Tuttavia, anche se le relazioni con persone dello stesso sesso erano comunque illegali, la legge non veniva sempre applicata. Città più grandi, come la capitale Accra, avevano persino spazi comunitari LGBTQI+ di cui tutti erano a conoscenza.
Maxine afferma che la discriminazione era “sentita come più individuale”, mentre ora è l’intera comunità ad essere sotto attacco. Ė probabile che con la legge per la promozione di consoni diritti sessuali umani e dei valori della famiglia ghanese, la situazione peggiori ancora.
Crescenti minacce
Come con il colonialismo, le minacce alle comunità queer del Ghana continuano ad arrivare dall’esterno.
Nel 2019, il Congresso mondiale delle famiglie (World Congress of Families, WFC), un’organizzazione statunitense cristiana ultra conservatrice, ha tenuto un convegno ad Accra. Autodefinitasi come una rete che “cerca di ristabilire la famiglia naturale come unità sociale fondamentale e ‘semenzaio’ della società civile”, il WFC ha una forte influenza internazionale sul sentimento e sulla legislazione anti LGBTQI+ in diversi Paesi.
Secondo un report del 2015 della Human Rights Campaign, la sua “presenza in Africa è equivalsa a un allarmante aumento di pesanti sanzioni per gli africani LGBT in Paesi come il Kenya, l’Uganda e la Nigeria”. E nel 2019, la WFC ha iniziato a preparare il terreno per una legislazione anti LGBTQI+ in Ghana.
Nel giro di due anni, un centro LGBTQI+ ad Accra è stato chiuso dopo che i membri avevano ricevuto minacce di morte e abusi online. Il centro, pensato per essere uno spazio sicuro per la comunità, è stato chiuso preventivamente a febbraio 2021 per proteggerne lo staff.
Nel maggio 2021, a Ho – capitale della regione del Volta – la polizia e le forze di sicurezza hanno fatto irruzione illegittimamente presso un seminario di formazione su come documentare le violazioni dei diritti umani contro le persone LGBTQI+. Durante l’arresto di 21 dei partecipanti, la polizia ha commesso una serie di violazioni dei diritti umani , tra cui uso della violenza, negazione della cauzione e tattiche intimidatorie. Le accuse sono state fatte cadere a causa della crescente pressione dovuta all’assenza di prove sufficienti, tuttavia alcuni dei 21 di Ho si sono ritrovati con la vita stravolta, costretti a nascondersi o ad abbandonare il Paese.
Il mese successivo, la violenza contro le persone LGBTQI+, sia per mano della polizia che della popolazione, stava aumentando con interventi scarsi o nulli da parte degli ufficiali. Ė stato allora che la proposta di legge è trapelata per la prima volta online, ricevendo apparentemente il supporto generale dei ghanesi, che erano stati portati a credere che l’omosessualità fosse non solo un’importazione dall’Occidente, ma anche una minaccia alla stabilità socio economica.
La presentazione del disegno di legge ha innescato un aumento degli attacchi omofobi nel Paese. Ad agosto 2022 il direttore del gruppo per i diritti LGBTQI+ Rightify Ghana è stato rapito e picchiato da vigilantes omofobi, che lo hanno trattenuto fino al pagamento di un riscatto in denaro.
“La legge non è ancora entrata in vigore e si vedono più attacchi online alla comunità LGBT, figuriamoci quando passerà,” afferma Maxine.
Questo, e il fatto che la polizia del Ghana indaghi raramente sui violenti attacchi omofobi, ha portato Maxine a temere che la “legge conceda [alle persone] il diritto di uccidere e distruggere le persone LGBT”.
Maxine è anche preoccupata che i ghanesi “non sappiano cosa stanno appoggiando”. La legge stessa è stata scritta in inglese e non è stata tradotta nelle lingue locali, creando un vuoto di informazione.
La legge minaccia l’arresto e la così detta “terapia di conversione” per ogni ghanese che si identifichi come queer o per chiunque intenda frequentare o sposare una persona queer. Introduce anche una legislazione che criminalizza ogni sostegno ai diritti queer “proibendo alle persone di impegnarsi o di partecipare ad attività che promuovono sostegno e solidarietà“.
Tuttavia, l’elemento forse più pericoloso della legge è il “dovere di denunciare”. Una persona che sospetta che un membro della famiglia, collega o coinquilino sia queer, è incoraggiato a denunciarlo alla polizia. Le persone oggetto di denuncia possono essere imprigionati fino a cinque anni per essere identificarsi o essere percepiti come LGBTQI.
“Tutto ciò che vedo è un disastro”, dice Maxine, se vivi con una persona queer, e la legislazione afferma che hai il diritto di denunciarla, allora la gente lo farà. E persone che non hanno fatto assolutamente niente di male verranno incarcerate e non abbiamo idea di cosa voglia dire essere queer in prigione.
Le sue preoccupazioni sono ribadite da diversi gruppi per i diritti umani, i quali temono una caccia alla streghe e ricatti.
Negli ultimi 18 mesi, la legge è stata discussa sia nelle corti legali che dall’opinione pubblica. Ha ricevuto sostegno principalmente dal partito di opposizione, il New Democratic Congress, inclusi alcuni membri del Parlamento, come Sam George, che ha preparato la bozza della proposta e ne è il principale promotore.
Dopo che il Ghanaian Committee l’ha riesaminata in Parlamento per valutarne la validità costituzionale, il 17 novembre il Procuratore Generale Godfred Dame ha emesso un responso desolante, affermando che parti del progetto di legge “passano il test di costituzionalità”, mentre altre “violano alcuni diritti fondamentali e libertà custodite nella Costituzione”. Il Parlamento dovrà ora decidere se modificare la proposta di legge per rimuovere queste sezioni.
Dame è andato oltre, suggerendo che la legge dovrebbe includere anche le relazioni sessuali tra donne (attualmente escluse).
Il portavoce del Parlamento del Ghana, Alban Bagbin, che di solito è politicamente neutrale, ha affermato che la legge “sarà senz’altro approvata prima delle prossime elezioni” previste per il 2024.
L’anno in arrivo sarà un anno di immense sfide per le comunità queer del Ghana, eppure, come altri attivisti ghanesi, Maxine continua a combattere. “Resteremo. Saremo qui per sempre, per cui dovranno imparare a vivere con noi.”
Le organizzazione per i diritti in Ghana si stanno unendo per preparare un manifesto allo scopo di fermare l’approvazione della legislazione attraverso l’attivismo, con il sostegno internazionale di Human Rights Watch e Amnesty International.
“Voglio vedere i ghanesi queer vivere senza paura. Sapendo che se vieni attaccato a vai alla stazione di polizia, verrai creduto e non ti condanneranno,” aggiunge Maxine, “Vinceremo, perché ogni giorno nasce una persona queer.”
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