Si chiama “Cumbe” la graphic novel dell’illustratore nonché insegnante brasiliano Marcelo D’Salete, che già dal titolo annuncia il contenuto delle storie narrate: “Cumbe” è infatti sinonimo di “Quilombo”, la comunità composta da schiavi africani scappati dalle piantagioni in cui erano prigionieri in Brasile ai tempi della schiavitù.
Ma “Cumbe” indica anche il sole, il giorno, la luce, il fuoco e la forza. Non a caso i “Quilombo” rappresentarono una importante forma di opposizione e contrasto alla schiavitù.
In un Paese come il Brasile in cui risiede la più numerosa popolazione nera dopo l’Africa, e in cui la schiavitù è stata definitivamente abolita soltanto nel 1888, l’ambientazione delle storie in cui è composto il libro tuffa il lettore nel cuore del periodo coloniale, affidando a una marcata inchiostrazione e a poche parole il significato profondo di una ribellione individuale e collettiva, che purtroppo non è ancora riuscita a estirpare il seme dell’ineguaglianza e del razzismo.
“La mia intenzione – ha dichiarato il brasiliano D’Salete – era parlare dalla prospettiva degli schiavi africani dell’epoca e affrontare i metodi di resistenza di queste persone. Dalla via più individuale alle forme di lotta collettiva. Ci sono poche storie a fumetti che hanno cercato di affrontare ciò in un modo più personale”.
Schiavi fuggitivi, uomini, donne e bambini determinati a lottare per cambiare il corso della loro esistenza alla mercé dei loro torturatori si muovono negli ampi riquadri di “Cumbe” fra bianco e nero, dettagli di volti e inquadrature dinamiche, coinvolgendo il lettore in un progetto che avvicina temi di importanza storica attraverso le vicende dei singoli che ne sono protagonisti.
In Italia “Cumbe” esce per BeccoGiallo, che con questo titolo aggiunge un altro tassello rilevante al suo brillante catalogo di graphic novel di impegno civile.