Una vera e propria attività di watchdog che ha per protagonisti gli utenti: è il fact checking (letteralmente: verifica dei fatti), un pressing puntuale sulla corrispondenza tra reale e dichiarazioni dei politici fatto attraverso incrocio di fonti, e che ha in varie piattaforme in Rete il suo punto di raccordo.
Sono più di 40 le organizzazioni di fact checking oggi attive in molti Paesi del mondo, e anche l’Africa non sfugge a questa nuova rotta che sta prendendo il giornalismo: Africa Check è la prima piattaforma di fact checking africana, con circa 60.000 utenti mensili, fondata e diretta dal giornalista Peter Cunliffe-Jones e nata a Johannesburg appena due anni fa. Persino nel mondo arabo non pochi sono i giovani giornalisti che controllano la qualità dei media avvalendosi di attività di fact checking. Mentre negli Stati Uniti il fact checking vanta già una tradizione ormai consolidata, con siti molto frequentati come PolitiFact, FactCheck.org, Flack Check.org.
E in Europa? Tanto per cominciare, c’è il sito Ce lo chiede l’Europa (?) che si pone come mission quella di verificare se le sbandierate “imposizioni di Bruxelles” siano davvero effettive; e poi FactCheckEU, prima piattaforma europea di crowdchecking in sei lingue nata in seguito all’esperienza fortunata dell’italiana Pagella Politica.
Per capirne di più sul funzionamento di una piattaforma di fact checking abbiamo parlato con Daniele De Bernardin, dello staff di Pagella Politica.
Con “Pagella Politica” passate al setaccio le dichiarazione dei politici riportate dai diversi media per verificarne – con puntuali analisi – la loro veridicità. Nell’ideazione del sito vi siete ispirati ad analoghe esperienze internazionali?
Pagella Politica nasce con la volontà di portare in Italia l’esperienza di PolitiFact. Siamo apertamente ispirati al progetto americano, con la forte volontà di portare un’ondata di oggettività nella dialettica della politica italiana. Il progetto in poco tempo è cresciuto tantissimo, specialmente perché volontariamente o non abbiamo avuto un’ottima tempistica. Nati nell’ottobre 2012, le politiche del 2013 sono state per noi una grande possibilità per avere tantissima visibilità mediatica subito. Un esempio fra tutti, a pochi mesi dalla nostra nascita, il Premier uscente Mario Monti parlava di noi a Porta a Porta.
Da lì le cose si sono sviluppate in maniera molto veloce. Il sito è cresciuto in visite e partecipazione da parte degli utenti. Varie menzioni da parte di giornali esteri ci hanno dato la possibilità anche di affacciarci al contesto internazionale. A febbraio 2014, grazie a un bando vinto con una Fondazione tedesca, abbiamo lanciato FactCheckEu, una piattaforma di factchecking per le elezioni del Parlamento Europeo. A differenza di Pagella, con FactCheckEu abbiamo cercato di sviluppare il concetto di FactChecking. Si tratta di una piattaforma di crowd-checking in 6 lingue, in cui una redazione gestisce e coordina il lavoro e i contenuti degli utenti. Chiunque si registra può liberamente contribuire, caricando e/o verificando, delle dichiarazioni dei politici del Parlamento Europeo.
Nel frattempo, a livello nazionale, Pagella Politica continua a crescere. Il principale risultato è la collaborazione fissa con il talk show politico di Rai 2 “Virus“, in cui ogni venerdì il nostro Alexios verifica in diretta le principali dichiarazioni della settimana politica conclusa.
Con quale criterio vengono selezionate le dichiarazioni che verificate?
La redazione di Pagella Politica non segue tutti i politici italiani. Abbiamo un roster di politici che saltuariamente aggiorniamo in base a elezioni e rilevanza politica. Oltre ai principali leader di ogni partito, cerchiamo di seguire i ministri, sindaci e governatori regionali più importanti a livello nazionale.
Di questi, raccogliamo tutte le dichiarazioni (stampa, web, video e social), e cerchiamo quelle frasi che abbiano un contenuto verificabile. Per “verificabile” intendiamo tutte quelle dichiarazioni con numeri o fatti che abbiano un qualche tipo di riscontro in dati ufficiali. Chiaramente opinioni personali, promesse o simili non vengono considerate dallo Staff di Pagella Politica. Ogni volta che un politico che monitoriamo dice un numero o un fatto verificabile, noi ci mettiamo al lavoro.
Che idea vi siete fatti sulla preparazione tecnica dei politici attuali e sulla qualità della loro comunicazione?
La nostra idea è che in generale in Italia ci sia poco la cultura del dato. Per molti anni politici e giornalisti hanno sparato numeri e “panzane” a più non posso. Una cosa che notiamo è che al di là della preparazione tecnica, questa ondata di watch-dog che tiene sotto controllo i politici, costringe la nostra classe dirigente a stare più attenta nelle cose che dice. Esperimenti come Pagella Politica certamente forzano alcuni politici a controllare quello che dicono.
Sulle qualità comunicative dei politici non ci sentiamo certo di sentenziare, di sicuro molto spesso notiamo che non tutte le cose (e soprattutto le panzane) vengono dette a caso. Una buona bugia a volte vale più, politicamente parlando, di tante verità. Esagerare numeri e dire balle politiche, a volte rientrano in un calcolo strategico di una “sana” strategia comunicativa.
Quanto i media italiani oggi riescono a “distorcere” la comunicazione dei politici?
Non ci occupiamo di media e non controlliamo il lavoro dei giornali. Ci è capitato però a volte di incappare in panzane dette dai politici per colpa di notizie raccontate nel modo sbagliato dai media. Diciamo che anche i giornali dovrebbero farsi una bella analisi di coscienza, e prendere esempio da redazioni estere che hanno veri e propri team di factchecker in redazione che controllano i contenuti degli articoli.
Guardando al grado di interattività dell’utente web del vostro sito pochi sono quelli che “votano” o commentano. Tutti impreparati?
Diciamo che è una sezione del nostro sito su cui non puntiamo molto, almeno quella che riguarda i voti. Non crediamo in sondaggi popolari per verificare quanto detto dai politici e tanto meno non pensiamo che il nostro sia un metodo statistico appropriato per verificare il tasso di veridicità dei politici.
Per quanto riguarda i commenti degli utenti, non saranno certamente tanti sul sito, ma sui vari social sono tantissime le interazioni con i nostri lettori. Molto spesso ci correggono loro, e ci suggeriscono delle cose, assicurandoci anche un giusto controllo dei controllori. Siamo molto fieri del fatto che rispondiamo a tutte le critiche dei nostri lettori, ammettendo, quando dovuto, un nostro possibile errore.
Puoi spiegarci cosa è in dettaglio Pagella@città?
Pagella@città è il nostro tentativo di portare il fact checking a livello locale. Crediamo tantissimo nella politica locale e soprattutto crediamo nella voglia dei cittadini di osservare e controllare più da vicino le decisioni dei politici locali. Tendenzialmente, al di là delle scelte a livello nazionale, molta della politica che interessa realmente ai cittadini è quella più vicina a loro. Pagella@città è uno strumento che qualsiasi gruppo di volenterosi può utilizzare, ovviamente con il nostro aiuto, per seguire elezioni e realtà politiche locali.
Non abbiamo la presunzione di dire che abbiamo le giuste competenze per controllare il dibattito politico in tutte le città italiane, pensiamo quindi che questo debba essere fatto dai cittadini, attraverso un fact checking equilibrato e soprattutto informato.
Pagella@città vuole creare piccole realtà di fact checking locale in tutta Italia, un modo per fare crescere una comunità di cittadini volenterosi che credono nel fornire all’elettorato lo strumento giusto per un voto più informato.
Non sono molti i politici che “tenete sotto stretta osservazione”. È una attività – la vostra – “a numero chiuso”?
Come ho già detto, è un numero chiuso per scelta consapevole. Dei politici che monitoriamo, noi raccogliamo tutto quello che dicono, smistando quotidianamente le loro dichiarazioni. Il gruppo è ristretto per assicurare che il lavoro su quelli sia il più accurato e completo possibile. Ogni 2 o 3 mesi modifichiamo, se serve, l’elenco dei politici, inserendo nuove personalità di caratura nazionale.
La credibilità nella politica italiana attuale è ancora un passepartout per il potere?
Credibilità non è passapartout per il potere. Un nostro lettore, dopo le politiche del 2013, ci mandò un’elaborazione che fece con i nostri dati. Il grafico mostrava che c’era un rapporto inversamente proporzionale tra il tasso di veridicità di Pagella Politica e i voti presi alle elezioni, per capirci quelli che dicevano più panzane, alle fine hanno preso più voti. Questo per dire che il più credibile non è necessariamente quello più votato.
Come si sostiene il vostro progetto?
Siamo quasi nati per sbaglio, anzi, siamo nati intenzionalmente ma siamo sopravvissuti così tanto per sbaglio. All’inizio l’idea di sostenerci non c’era, o almeno non era stata pensata in maniera strutturata. Piano piano ci stiamo adattando e capendo quale sarà il nostro futuro. Fino ad ora l’unico vero sostentamento che abbiamo è la nostra energia. Siamo 10 giovani professionisti, ognuno con la propria carriera, che nel tempo libero lavorano su Pagella Politica (non dormiamo molto). Dopo un anno e poco più, siamo fieri di poter dire che stipendiamo due di noi, attraverso collaborazioni varie con mezzi di comunicazione (vedi il progetto con Virus), bandi con Fondazioni (vedi la nascita di FactCheckEu), e workshop/seminari sul fact checking nelle Università italiane.
Ci teniamo a dire che non abbiamo pubblicità sul nostro sito e ci è capitato di rifiutare collaborazioni economiche semplicemente per il fatto che la nostra indipendenza lavorativa sarebbe stata messa in discussione. Crediamo che il fact checking possa funzionare solo se fatto in un determinato modo, a chiunque ci chiede di fare una cosa simile al fact checking in cui non crediamo, diciamo di no anche se ci sono di mezzo dei soldi.
“Non credere a nessuno che dice sempre la verità”. Parola di Elias Canetti. Approvate?
Pagella Politica non è tanto uno strumento per giudicare le persone. Pagella Politica vuole essere un mezzo a disposizione dei cittadini, un mezzo semplice e accessibile da parte di tutti. Non vogliamo dire alla gente a chi credere e a chi no. Vogliamo fornire alla gente quei mezzi necessari per votare in maniera più informata.
Noi siamo il mezzo per un voto informato, sta poi al lettore decidere se credere o meno ai politici. Un’altra cosa importantissima del fact checking è che non si verificano le persone, ma le dichiarazioni. La nostra è un’analisi della cosa detta e non di chi la dice.