28 Marzo 2024

Burkina Faso: la prossima crisi africana?

[Post ripreso da Global Voices in Italiano.]

Domenica 28 luglio si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali in Mali [it], ma c’è stata anche la quarta manifestazione in Burkina Faso [it] in un mese.

L’opposizione ha dato due dimostrazioni di forza il 29 giugno e il 20 luglio, mentre il partito del presidente Blaise Compaoré [it] ha replicato con una manifestazione di supporto, organizzata dai suoi sostenitori il 6 luglio.

Foto scattata durante la manifestazione del 20 luglio. Via @Bambyam su twitter col suo permesso

Perchè queste manifestazioni? Su Diktacratie [fr], Nico Ramirez, lo spiega nell’articolo Burkina Faso: nel Paese dell’uomo che disintegra [fr] [Burkina Faso significa «Paese degli uomini integri»]:

C’est la mise en place d’un Sénat, la dernière trouvaille du régime pour assurer sa survie, qui a enflammé les esprits. Plus d’élus pour plus de démocratie, un bon gros mensonge pour nourrir des estomacs vides ! À côté des 39 représentants des collectivités territoriales, élus au suffrage indirect, et d’une douzaine de représentants de la société civile, le Sénat comptera également 29 sénateurs nommés par Blaise soi-même, comme ça c’est plus simple.

Ad infiammare gli animi è stata la nuova composizione del Senato, l’ultima trovata del regime per assicurarsi la sopravvivenza. Più elezioni per più democrazia, una grossa menzogna per nutrire delle pance affamate! A parte 39 rappresentanti delle comunità territoriali, eletti a suffraggio indiretto, e una dozzina di rappresentanti della società civile, nel Senato ci sono 29 senatori nominati dallo stesso Blaise, così è più semplice.

Questa non è l’unica ragione, come precisa Justin Yarga – giornalista su Burkina 24 e blogger – nella sua nota intitolata Burkina Faso: Quando le presidenziali del 2015 si preparano per strada [fr], sul blog Noise from Africa (Rumore dall’Africa) [fr, it]:

Pour le parti au pouvoir, cette chambre de sages participe du renforcement de la démocratie. Mais l’opposition y voit le moyen pour le parti au pouvoir et ses alliés de s’assurer une majorité qualifiée qui lui permette, en l’absence de son allié de poids l’ADF-RDA, de modifier l’article 37 et donner ainsi la possibilité d’un second mandat au président Blaise Compaoré.

Mentre per il partito al potere una camera di senatori così composta rappresenta un rinforzo per la democrazia, per l’opposizione essa non è altro che uno strumento per il partito al potere di assicurarsi quella maggioranza qualificata che gli permetterà, in mancanza di un’alleanza con l’ADF-RDA, di modificare l’art. 37, dando così la possibilità di espletare un ulteriore mandato al Presidente Blaise Compaoré.

Photo prise le 6 juillet lors de la manifestation de soutien au régime via @babyam avec sa permission
Foto scattata il 6 luglio durante la manifestazione a sostegno del regime. Via @babyam col suo permesso

L’ONG internazionale di prevenzione e risoluzione dei conflitti, il Gruppo per le crisi internazionali (ICG) [en], ha scritto nel suo rapporto Con o senza Compaoré, i tempi dell’incertezza [en]:

Pour la première fois depuis 1987, la question de la succession du président burkinabè est ouvertement posée. La Constitution interdit en effet à Blaise Compaoré, au pouvoir depuis plus d’un quart de siècle, de briguer un nouveau mandat en 2015. Sa marge de manœuvre est très étroite. S’il respecte la loi fondamentale, sa succession risque d’être difficile tant il a dominé la vie politique et fermé les possibilités d’alternance. S’il modifie la Constitution et se porte candidat à un cinquième mandat consécutif, il prend le risque de déclencher un soulèvement populaire comme celui qui a fait vaciller son régime au premier semestre de l’année 2011. Les partenaires internationaux doivent l’inciter à respecter la loi fondamentale et permettre une transition démocratique en douceur.

Per la prima volta dopo il 1987, la questione della successione del Presidente in Burkina si pone in modo evidente. Infatti, la Costituzione vieta a Blaise Compaoré, al potere da più di un quarto di secolo, di esplicare un nuovo mandato nel 2015. Il suo margine di manovra è, dunque, assai ristretto: se rispetta la legge fondamentale, la sua successione rischia d’essere difficile – tanto ha dominato la vita politica da circoscriverne le possibilità di realizzazione – se, invece, modifica la Costituzione, potendosi così candidare per il quinto mandato consecutivo, rischia di scatenare una sommossa popolare [fr], come quella che ha fatto vacillare il suo regime nel primo semestre dell’anno 2011. I partner internazionali dovranno esortare al rispetto della legge fondamentale, il che permetterà una transizione democratica senza problemi.

Questa contestazione ha visto l’emergere del movimento “La scopa cittadina” [fr], per iniziativa di due musicisti: Smockey – rapper – e Sams K Le Jah, che fa musica reggae. I due hanno presentato il movimento sulla loro pagina Facebook [fr]:

Une Force citoyenne nouvelle résiste et s’organise pour une “VRAIE DÉMOCRATIE”, une “BONNE GOUVERNANCE” et un “MEILLEUR VIVRE-ENSEMBLE” au Faso

Una nuova forza cittadina resiste e si organizza per una “DEMOCRAZIA VERA”, un “BUON GOVERNO” e un “MIGLIOR VIVERE INSIEME” nel Faso

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MYjsCw51juE

Il sito EburnieNews [fr] ci dice che il governo se n’è infischiato delle manifestazioni e che, finalmente, l’elezione dei senatori [fr] ha avuto luogo:

Malgré la marche de l’opposition, sa puissance de mobilisation, les « non au sénat » n’ont pas troublé outre mesure le déroulement des élections sénatoriales ce 28 juillet. Les manifestants qui ont essayé de les empêcher ont été … « victimes » de la rapidité du scrutin !

Les 29 sénateurs représentants les collectivités territoriales seront donc bientôt connus et installés. … La conclusion qu’on est en droit de tirer est qu’inexorablement, le sénat sera installé.

Le sénat passera donc, à moins d’un revirement spectaculaire du Président du Faso et est bien parti pour participer à l’ouverture de la prochaine session ordinaire du Parlement.

Malgrado la marcia dell’opposizione, la sua forza di mobilitazione, i «no al Senato» non hanno scombussolato più di tanto lo svolgimento delle elezioni dei senatori il 28 luglio. I manifestanti che hanno provato ad impedire le elezioni in estate… “vittime” della rapidità dello scrutinio!

I 29 senatori rappresentanti le comunità territoriali saranno, dunque, presto noti ed insediati. (…) La conclusione che se ne trae è che il senato sarà composto.

Il Senato passerà, dunque, a meno di un improvviso cambiamento del Presidente del Faso, e sarà ben organizzato per partecipare all’apertura della prossima sessione ordinaria del Parlamento.

Sul suo blog, Rues d’Afriques (Strade d’Africa) [fr], Sabine Cessou scrive, nel post Burkina Faso: l’insurrezione che verrà [fr], che come il senegalese Abdoulaye Wade [it] prima di lui [fr]:

Blaise Compaoré envisage lui aussi une succession dynastique, en poussant son frère cadet, l’impopulaire François Compaoré. Surnommé « petit président », l’homme est soupçonné d’être impliqué dans le meurtre d’un journaliste, Norbert Zongo, qui enquêtait sur la disparition de son chauffeur.

Blaise Compaoré stesso prende in considerazione una successione dinastica, ‘coltivando’ suo fratello minore, l’impopolare François Compaoré [fr] soprannominato «il piccolo Presidente». L’uomo è sospettato di essere stato coinvolto nella morte di un giornalista, Norbert Zongo [fr], che indagava sull’omicidio del suo autista.

Justin Yarga ricorda in una nota al post Burkina Faso: Quando le presidenziali del 2015 si preparano già per strada [fr], sopra citato, che:

Blaise Compaoré, a pris le pouvoir en 1987 [par un coup d’état] qui a éteint la plus lumineuse expérience de changement de l’Afrique postcoloniale, celle de Thomas Sankara.

Blaise Compaoré [en], è salito al potere nel 1987 [dopo un colpo di Stato] che ha spento la più luminosa esperienza di cambiamento dell’Africa post-coloniale, quella di Thomas Sankara [it].

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=DbqyXxqcOPE

Nel rapporto succitato, l’ICG evidenzia le ripercussioni disastrose che una rivolta in Burkina Faso potrebbe avere sulla regione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *