20 Aprile 2024

Uccidere il figlio, “punizione” dettata dall’indigenza

Molti casi di abusi sui bambini da parte dei genitori sono dovuti all’incapacità di questi ultimi di tenere sotto controllo la loro “esuberanza”. Questo in alcuni casi costringe i genitori ad infliggere ai propri figli varie forme di punizione, dal farli stare immobili per lungo tempo sotto il sole, al rifiuto del cibo per alcune ore, fino alle percosse. E questo solo per citarne solo alcune.

Punizioni che violano il rispetto fondamentale per la persona e costituiscono certamente una violenza sul bambino.

Perché, dal canto loro, alcuni genitori non sanno contenere la propria rabbia. Una triste conferma di tale atteggiamento viene da un recente fatto di cronaca, ad Alikopey, un piccolissimo villaggio nel Dangme West District del Ghana. Una donna di 28 anni ha ucciso la figlia di 12 anni a coltellate. Il motivo? Non voleva andare a scuola. Cosa possiamo ipotizzare? Che forse la donna, madre di cinque figli, era troppo stanca e che, come ogni giorno, doveva andare in fretta a lavorare la terra? È una condizione tipica della povertà in cui vivono milioni di persone in questo Paese. Ed è probabilmente questa condizione che ha spinto la donna a colpire tra le costole la sua bambina, con il coltello con il quale stava sbucciando un’arancia.

Sono intervenuti i vicini ma non è servito a nulla trasportare la piccola al centro medico di Dodowa. È morta il giorno dopo.

Campagna contro la violenza sui bambini in Ghana pubblicata su Pediatricnews.com

Cosa sentirà la madre? Non sappiamo. Sappiamo però che certe reazioni sono il frutto di condizioni di indigenza, e certe relazioni familiari non sono improntate all’affetto ma a rancori legati a superstizioni, pregiudizi, assenza assoluta di dialogo.

E del resto, come ha ricordato Elizabeth Agyeman, commissario della Commissione dei Diritti Umani e della Giustizia Amministrativa per il Distretto orientale di Dangme, bisognerebbe educare i genitori – o chi ha in custodia dei bambini – ad usare altri metodi rispetto all’abitudine ancora troppo presente nel Paese di picchiarli. “Spesso – ha detto – gli adulti puniscono i bambini negandogli il cibo o usano la forza nei confronti dei loro figli e vi si contrappongono come se si trattasse di avversari su un ring”. I bambini, in Ghana come nel resto del mondo sono titolari di diritti, anche se tali diritti vengono troppo spesso violati.

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