Il livello della libertà di stampa e della produzione giornalistica di un Paese, è spesso utilizzato come termometro per stabilirne lo stato di democrazia reale. L’Africa, negli ultimi anni, ha visto un’esplosione di media, nuove emittenti radiofoniche installate anche in remoti villaggi, periodici e quotidiani, ma è soprattutto Internet che dà la misura della crescita e dello sviluppo del continente. Confrontata con quella del resto del mondo la penetrazione di Internet sembrerebbe irrisoria, ma per comprendere il fenomeno bisogna osservare i dati relativi alla crescita degli ultimi anni. L’incremento in percentuale dal 2000 al 2011 è sorprendente. Qui, inoltre, si è saltata quasi completamente la fase del collegamento ISDN dal telefono fisso, arrivando direttamente alle connessioni in wireless.
Tutto questo sta sviluppando una grande attenzione non solo ai mezzi ma ai giornalisti, protagonisti dell’informazione. Al ruolo che rivestono nei rapidi cambiamenti – politici, sociali, economici, tecnologici – in atto nel continente. All’impulso o al contributo che possono dare nei processi di democratizzazione. Al ruolo di controllori del buon governo dei rispettivi Paesi.
“Le democrazie africane negli ultimi due decenni hanno dovuto fare i conti con una vibrante contestazione dei media, che sono una componente indispensabile per garantirsi la legittimazione verso le masse” ha detto Barima Adu-Asamoa, direttore dell’Africa Media & Democracy Institute. “Oggi – ha continuato – disponiamo di un quadro che ci consente di esaminare l’impatto dei media sulle democrazie africane. E’ importante capire il ruolo della stampa nel sostenere i processi democratici“.
Facendo riferimento all’Amdmc Award ha aggiunto: “In questi ultimi anni in Africa abbiamo assistito a mutamenti verso governance democratiche, verso lo Stato di diritto, la libertà di parola e di associazione. Tutto questo è stato seguito e raccontato dai media, da quelli tradizionali a Internet. L’accesso e la diffusione delle informazioni ha giocato un ruolo determinante nella politica africana e significativo è stato il contributo di individui, associazioni, gruppi. Contributi che devono essere sostenuti e incoraggiati“.
I premi saranno divisi in due categorie: Media e Democrazia, all’interno delle quali sono previste delle sottosezioni. Per la categoria Media si premieranno giornali nazionali, locali e diffusi all’estero e radio e tv nazionali e locali. Un premio è riservato alla migliore produzione giornalistica su Internet.
Per la sezione Democrazia, si premieranno Organizzazioni non governative, Campagne di sensibilizzazione o singoli individui che si sono particolarmente impegnati e distinti nella diffusione di concetti e progetti legati alla democrazia e alla libertà di parola. Sono previste inoltre categorie speciali per premiare i migliori giornalisti africani dell’anno nell’ambito di: giornalismo investigativo, democrazia, genere, sviluppo, ambiente.
Se in Africa si registrano difetti di democrazia – vedi ad esempio mandati presidenziali che durano decenni e si trasformano in dittature silenziose – esistono strutture e organizzazioni in grado di controllare e denunciare le storture del sistema. E, cosa ancora più importante, di controllare lo stato di salute della stampa. Il suo livello di imparzialità, per esempio, o la qualità delle notizie. Media Monitoring Africa, che si propone come watchdog per un giornalismo giusto ed etico che sostiene i diritti umani, è una di tali organizzazioni. O anche Media Focus on Africa, organizzazione no-profit che vuole: “un’Africa democratica i cui cittadini siano costantemente informati e acquisiscano quindi la capacità di interagire nei processi di sviluppo del proprio Paese” e la cui mission è: “stimolare il cambiamento sociale e lo sviluppo in Africa attraverso i media“.
Se in Africa ci sono Paesi come il Ghana dove la libertà di stampa ed espressione è acquisita da tempo, ce ne sono altri dove il giornalismo è un mestiere pericoloso. L’Eritrea è uno di questi, sono 34 i giornalisti in prigione – alcuni da oltre dieci anni – per reati connessi alla loro professione. Un riconoscimento a queste persone da parte dell’Amdmc Awardsarebbe un segnale importante rivolto ai regimi autoritari africani.