Voci Globali

(Don’t) stay hungry, la fame filmata dai protagonisti

[Nota: Pubblicato dall’autrice in esclusiva su L’Indro e ripreso per gentile concessione]

Parlare della fame nel mondo e, attualmente, della crisi nel Corno d’Africa, sta diventando quasi un obbligo morale anche da parte dei blogger. Un esercizio liberatorio forse o, semplicemente, la necessità di “correre dietro la notizia”: Fino alla prossima catastrofe. Altrove o sempre nello stesso posto, visto che quello che sta accadendo oggi nel Corno d’Africa è solo la ripetizione di un dramma già noto.
Ma se a parlare di fame e di come si sopravvive per puro miracolo – o per la capacità di trovare soluzioni ogni volta nuove – sono gli stessi protagonisti allora le cose cambiano. Ecco perché è interessante Video Volunteers, un esperimento che mira a guardare i problemi legati al sottosviluppo e alla povertà con gli occhi di chi li vive. E anche attraverso l’occhio di una telecamera. L’organizzazione ha sede a Goa, nel Sud Ovest dell’India ma cerca di muoversi “e di far parlare” tutte le comunità che riesce a raggiungere grazie anche al lavoro di volontari pronti ad insegnare l’uso minimale delle moderne tecnologie utili per comunicare online e con i social network.

In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, lo scorso 16 ottobre, (durante la quale è stato ricordato che quasi 1 miliardo di persone ogni giorno vanno a letto affamate), sono stati mostrati e messi in Rete 12 brevi documentari realizzati da persone che vivono in slum e villaggi rurali del Paese. O che in ogni caso hanno come protagonisti chi vive in quei luoghi. Si possono vedere tutti su questa pagina che titola: “Did You Ever Go To Bed Hungry?“. (Sei mandato a letto affamato?) Ogni video è preceduto da una breve descrizione del luogo dove è stato girato il video e delle condizioni in cui si vive.

In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, lo scorso 16 ottobre, (durante la quale è stato ricordato che quasi 1 miliardo di persone ogni giorno vanno a letto affamate), sono stati mostrati e messi in Rete 12 brevi documentari realizzati da persone che vivono in slum e villaggi rurali del Paese. Si possono vedere tutti su questa pagina che titola: “Did You Ever Go To Bed Hungry?”. (Sei mandato a letto affamato?) Ogni video è preceduto da una breve descrizione del luogo dove è stato girato il video e delle condizioni in cui si vive.
In questo è Bhan Sahu, che si racconta, che racconta la storia di una donna costretta a prostituirsi per dare da mangiare ai suoi figli. Vive a Raj Nandgaon, zona agraria recentemente teatro di violenze a causa delle espropriazioni delle terre e gli scontri tra il Governo e i Naxal, gruppo maoista annoverato nelle liste delle organizzazioni terroristiche.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=D0mItGre-T4&feature=player_embedded[/youtube]

In questo video è un’altra donna che parla, Margaret Joeji, discriminata dal sistema delle caste e soggetta a continue violazioni dei diritti umani, come molti tra coloro che vivono nella stessa area, Trichy, distretto nel Tamil Nadu a Sud dell’India.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=X0y2V4gbmGw&feature=player_embedded[/youtube]

“Di cibo non ne resta mai” racconta Margaret “perché non ne abbiamo mai abbastanza”.
In quest’altro video, è un padre, Ajit Singh, di Assam, nel Nord Est dell’India, a parlare della difficoltà di nutrire i propri figli. “Ci sono periodi in cui non riesco a comprargli niente da mangiare” dice. “Non ho un lavoro regolare e così sono spesso senza soldi. Sto davvero male quando non riesco a dar da mangiare ai bambini”.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=YCkAdgXoaHw&feature=player_embedded[/youtube]

Una cosa importante che fa Video Volunteers è dare a queste persone un volto e un nome. Perché la fame, la povertà non sono concetti astratti anche se a volte i numeri (che più son grandi e meno si percepiscono realmente) spersonalizzano e rendono quasi tecnica una questione che è invece umana.
Non ci addentreremo in questo articolo sul tema delle responsabilità – dei governi locali e delle strutture internazionali. Quello che fa bene sapere è che qualcuno, in quel miliardo indefinito, può guardare negli occhi il mondo (attraverso una videocamera) e dire. “Ecco, questa è la mia storia. Ascoltala”.

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