Da qualche settimana abbiamo avviato collaborazioni con la testata indipendente Caposud, progetto che ha in comune con noi
Caposud è l’incontro tra giovani giornalisti – italiani e stranieri – accomunati dalla libertà di opinione, per dare vita ad una testata indipendente che promuova lo Sviluppo Umano attraverso una cooperazione giornalistica tra voci dal Nord e dai “Sud” del Mondo. L’obiettivo è quello di mostrare ai suoi lettori le realtà celate dietro i cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”, ospitando i contributi dei soli giornalisti locali per far emergere i tanti volti inespressi, vivi o lividi dei Sud del mondo. Per parlare con loro e di loro, e non al posto loro.
Non possiamo che appoggiare questa impresa: crediamo peraltro, come gli amici di Caposud, che il Nord e il Sud del mondo siano semplici riferimenti sulla carta geografica, anzi nemmeno, perché anche una carta geografica può essere capovolta.
Voci Globali ha dato il via alla collaborazione con un post dal Venezuela pubblicato il 6 febbraio scorso; nell’ultimo numero di gennaio-febbraio, Caposud ha invece inaugurato una sezione di politica internazionale nella quale riprenderà post di Global Voices, e ha inoltre ospitato l’intervento del nostro collaboratore Justin M. Mbouna dal titolo “L’immigrato e la crisi”, da noi pubblicato in gennaio.
Dopo un periodo di uscite in cartaceo, Caposud ha inaugurato la pubblicazione in versione esclusivamente online con la formula dell’abbonamento elettronico. Per scoprire cosa c’è nell’ultimo numero si può leggerne il sommario nella homepage, ma vale davvero la pena di leggerlo tutto, anche perchè con il lancio del formato online è possibile richiedere la visione gratuita scrivendo a redazione@caposud.info.
La rivista si apre con un editoriale di Sonia Drioli che descrive bene il vento, profumato di gelsomini, che soffia di questi tempi sul web ed è capace di attraversare l’intero pianeta, dal Nordafrica alla Cina. E non può che piacerci quando leggiamo di come questo vento si rafforza e si dimostra capace di cambiare il mondo:
Le voci locali parlano. Sussurrano. Urlano. Si fondono e diventano globali. E chi crede di poter sfuggire alla voce del suo popolo, ne risponde oggi di fronte al tribunale del mondo, riunito dietro gli schermi dei computer e con le mani pronte sulla tastiera, circondate da una brezza che diventa uragano quando, davvero, non se ne può più.