26 Aprile 2024

Misurare popolarità e autorevolezza di testate e politici Usa basandosi sui “tweet”

Le persone con ampia popolarità vantano maggiore autorevolezza. O almeno questo l’assunto tra noi su Babbage [blog su tecnologia e società pubblicato sul sito di The Economist in collaborazione con Global Voices Online.] Le cose, però, non sono così semplici, come dimostra lo studio condotto dal Social Computing Lab nel ramo ricerche di Hewlett-Packard.

Bernardo Huberman, direttore del laboratorio, insieme ai colleghi (Daniel Romerso, Wojciech Galuba e Sitaram Asur) ha analizzato 22 milioni di messaggi su Twitter, il noto servizio di microblogging, per indagare la relazione fra la popolarità e autorevolezza. È facile misurare la prima: aumenta in base al numero di utenti che seguono i messaggi di una certa persona o entità. Per contro, è più complesso misurare l’effettivo “peso” di costoro. I ricercatori hanno ipotizzato che gli utenti di Twitter fossero più influenti nella misura in cui riuscivano a superare la “passività” dei loro simpatizzanti, cioè la tendenza a non inoltrare i messaggi (lo studio ha mostrato che solo 1 su 318 dei messaggi inclusivi di nome utente genera un re-tweet).

Su questi presupposti hanno elaborato un algoritmo in grado di calcolare la diretta influenza di un certo utente. Il risultato più sorprendente è che il rapporto fra popolarità e importanza si rivela inferiore alle aspettative. Alcune testate, ad esempio, contano parecchi simpatizzanti ma sono piuttosto scarsi quando si parla di messaggi inoltrati via Twitter. People Magazine e The Onion, sito di satira, avevano più o meno lo stesso numero di simpatizzanti nel settembre 2009, quando sono stati raccolti i dati (rispettivamente 2.1 milioni e 2.3 milioni). Ma il primo era al 565° posto nella classifica dei più influenti e il secondo al 92°. The Economist, che contava appena 311.109 simpatizzanti, si collocava a un rispettabile 902° posto in quanto ad autorevolezza.
Ecco di seguito l’elenco delle 30 testate più influenti su Twitter (l’intero elenco è disponibile qui):

Numero @nome utente Denominazione Simpatizzanti Classifica influenti
1 @mashable Pete Cashmore 2037840 59
2 @cnnbrk CNN Breaking News 3224475 71
3 @big_picture The Big Picture 23666 92
4 @theonion The Onion 2289939 116
5 @time TIME.com 2111832 143
6 @breakingnews Breaking News 1795976 147
7 @bbcbreaking BBC Breaking News 509756 168
8 @espn ESPN 572577 187
9 @harvardbiz Harvard Business Rev 219039 227
10 @gizmodo Gizmodo 111025 237
11 @techcrunch TechCrunch 1402254 319
12 @wired Wired 547187 322
13 @wsj Wall Street Journal 366133 358
14 @smashingmag Smashing Magazine 224333 360
15 @pitchforkmedia Pitchfork 1494896 384
16 @rollingstone Rolling Stone 133999 436
17 @whitehouse The White House 1794544 448
18 @cnn CNN 1196719 473
19 @tweetmeme TweetMeme 52386 515
20 @peoplemag People magazine 2099081 565
21 @natgeosociety National Geographic 274851 603
22 @nytimes The New York Times 2502914 705
23 @lifehacker Lifehacker 62302 708
24 @foxnews Fox News 260081 710
25 @waitwait waitwait 32895 824
26 @newsweek Newsweek 1250884 844
27 @huffingtonpost Huffington Post 632555 849
28 @newscientist New Scientist 144355 852
29 @mental_floss Mental Floss 68975 874
30 @theeconomist The Economist 311109 902

Con i politici il divario si fa più ampio, almeno per gli Stati Uniti. Se le cifre raccolte da Huberman e colleghi sono esatte, il politico statunitense più influente su Twitter non è John McCain (che vanta 1.7 milioni di simpatizzanti) bensì Nancy Pelosi (con 15.964 followers). Eppure i risultati dei repubblicani nell’insieme appaiono piuttosto buoni: 70 fra i 100 membri del Parlamento più influenti appartengono al GOP [partito repubblicano].

Sicuramente gli esperti discuteranno a lungo su quanto sia effettivamente valido l’algoritmo sviluppato dal Social Computer Lab HP per misurare il “peso” delle testate web. Altri, invece, si chiederanno: e con ciò? Ma l’esercizio è ben lungi dall’essere sterile. In un mondo sempre più sommerso da tweet, post, like e simili battute veloci, è utile sapere chi viene effettivamente ascoltato. Di fatto, è anzi fondamentale visto che aziende, governi e individui vogliono far arrivare il loro messaggio tramite i social network — ribadiscono Huberman e colleghi nella ricerca svolta (reperibile qui).

Altri ricercatori sicuramente escogiteranno tecniche alternative per misurare influenza e autorevolezza. Con qualche sponsorizzazione l’impresa sarà sicuramente meno ardua di quella affrontata dai colleghi di HP. Infatti, per ottenere i dati grezzi, questi ultimi hanno dovuto ricorrere alla funzione “ricerca su Twitter per oltre 300 ore. Ma il 17 novembre scorso si è saputo che il servizio venderà l’accesso ai messaggi tramite un partner, Gnip. Stando alle notizie pubblicate, la società fornirà la metà di tutti i tweet diffusi al costo di 360.000 dollari Usa l’anno oppure il 5% per 60.000 dollari. Basterebbe questa seconda opzione per raccogliere dati sufficienti a trovare gli aghi più influenti nel pagliaio digitale di Twitter: attualmente ospita circa 5 milioni di messaggi al giorno.

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Il blog Babbage si occupa di tecnologia e società, e viene pubblicato sul sito di The Economist in collaborazione con lo staff di Global Voices Online. Traduzione di Maria Grazia Pozzi dell’originale inglese.

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