Misurare popolarità e autorevolezza di testate e politici Usa basandosi sui “tweet”
Le persone con ampia popolarità vantano maggiore autorevolezza. O almeno questo l’assunto tra noi su Babbage [blog su tecnologia e società pubblicato sul sito di The Economist in collaborazione con Global Voices Online.] Le cose, però, non sono così semplici, come dimostra lo studio condotto dal Social Computing Lab nel ramo ricerche di Hewlett-Packard.
Bernardo Huberman, direttore del laboratorio, insieme ai colleghi (Daniel Romerso, Wojciech Galuba e Sitaram Asur) ha analizzato 22 milioni di messaggi su Twitter, il noto servizio di microblogging, per indagare la relazione fra la popolarità e autorevolezza. È facile misurare la prima: aumenta in base al numero di utenti che seguono i messaggi di una certa persona o entità. Per contro, è più complesso misurare l’effettivo “peso” di costoro. I ricercatori hanno ipotizzato che gli utenti di Twitter fossero più influenti nella misura in cui riuscivano a superare la “passività” dei loro simpatizzanti, cioè la tendenza a non inoltrare i messaggi (lo studio ha mostrato che solo 1 su 318 dei messaggi inclusivi di nome utente genera un re-tweet).
Su questi presupposti hanno elaborato un algoritmo in grado di calcolare la diretta influenza di un certo utente. Il risultato più sorprendente è che il rapporto fra popolarità e importanza si rivela inferiore alle aspettative. Alcune testate, ad esempio, contano parecchi simpatizzanti ma sono piuttosto scarsi quando si parla di messaggi inoltrati via Twitter. People Magazine e The Onion, sito di satira, avevano più o meno lo stesso numero di simpatizzanti nel settembre 2009, quando sono stati raccolti i dati (rispettivamente 2.1 milioni e 2.3 milioni). Ma il primo era al 565° posto nella classifica dei più influenti e il secondo al 92°. The Economist, che contava appena 311.109 simpatizzanti, si collocava a un rispettabile 902° posto in quanto ad autorevolezza.
Ecco di seguito l’elenco delle 30 testate più influenti su Twitter (l’intero elenco è disponibile qui):
Numero | @nome utente | Denominazione | Simpatizzanti | Classifica influenti |
1 | @mashable | Pete Cashmore | 2037840 | 59 |
2 | @cnnbrk | CNN Breaking News | 3224475 | 71 |
3 | @big_picture | The Big Picture | 23666 | 92 |
4 | @theonion | The Onion | 2289939 | 116 |
5 | @time | TIME.com | 2111832 | 143 |
6 | @breakingnews | Breaking News | 1795976 | 147 |
7 | @bbcbreaking | BBC Breaking News | 509756 | 168 |
8 | @espn | ESPN | 572577 | 187 |
9 | @harvardbiz | Harvard Business Rev | 219039 | 227 |
10 | @gizmodo | Gizmodo | 111025 | 237 |
11 | @techcrunch | TechCrunch | 1402254 | 319 |
12 | @wired | Wired | 547187 | 322 |
13 | @wsj | Wall Street Journal | 366133 | 358 |
14 | @smashingmag | Smashing Magazine | 224333 | 360 |
15 | @pitchforkmedia | Pitchfork | 1494896 | 384 |
16 | @rollingstone | Rolling Stone | 133999 | 436 |
17 | @whitehouse | The White House | 1794544 | 448 |
18 | @cnn | CNN | 1196719 | 473 |
19 | @tweetmeme | TweetMeme | 52386 | 515 |
20 | @peoplemag | People magazine | 2099081 | 565 |
21 | @natgeosociety | National Geographic | 274851 | 603 |
22 | @nytimes | The New York Times | 2502914 | 705 |
23 | @lifehacker | Lifehacker | 62302 | 708 |
24 | @foxnews | Fox News | 260081 | 710 |
25 | @waitwait | waitwait | 32895 | 824 |
26 | @newsweek | Newsweek | 1250884 | 844 |
27 | @huffingtonpost | Huffington Post | 632555 | 849 |
28 | @newscientist | New Scientist | 144355 | 852 |
29 | @mental_floss | Mental Floss | 68975 | 874 |
30 | @theeconomist | The Economist | 311109 | 902 |
Con i politici il divario si fa più ampio, almeno per gli Stati Uniti. Se le cifre raccolte da Huberman e colleghi sono esatte, il politico statunitense più influente su Twitter non è John McCain (che vanta 1.7 milioni di simpatizzanti) bensì Nancy Pelosi (con 15.964 followers). Eppure i risultati dei repubblicani nell’insieme appaiono piuttosto buoni: 70 fra i 100 membri del Parlamento più influenti appartengono al GOP [partito repubblicano].
Sicuramente gli esperti discuteranno a lungo su quanto sia effettivamente valido l’algoritmo sviluppato dal Social Computer Lab HP per misurare il “peso” delle testate web. Altri, invece, si chiederanno: e con ciò? Ma l’esercizio è ben lungi dall’essere sterile. In un mondo sempre più sommerso da tweet, post, like e simili battute veloci, è utile sapere chi viene effettivamente ascoltato. Di fatto, è anzi fondamentale visto che aziende, governi e individui vogliono far arrivare il loro messaggio tramite i social network — ribadiscono Huberman e colleghi nella ricerca svolta (reperibile qui).
Altri ricercatori sicuramente escogiteranno tecniche alternative per misurare influenza e autorevolezza. Con qualche sponsorizzazione l’impresa sarà sicuramente meno ardua di quella affrontata dai colleghi di HP. Infatti, per ottenere i dati grezzi, questi ultimi hanno dovuto ricorrere alla funzione “ricerca su Twitter per oltre 300 ore. Ma il 17 novembre scorso si è saputo che il servizio venderà l’accesso ai messaggi tramite un partner, Gnip. Stando alle notizie pubblicate, la società fornirà la metà di tutti i tweet diffusi al costo di 360.000 dollari Usa l’anno oppure il 5% per 60.000 dollari. Basterebbe questa seconda opzione per raccogliere dati sufficienti a trovare gli aghi più influenti nel pagliaio digitale di Twitter: attualmente ospita circa 5 milioni di messaggi al giorno.
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Il blog Babbage si occupa di tecnologia e società, e viene pubblicato sul sito di The Economist in collaborazione con lo staff di Global Voices Online. Traduzione di Maria Grazia Pozzi dell’originale inglese.