Autore: Eileen Quinn

Espellere per fronteggiare l’immigrazione, accordi sui rimpatri

Il numero di migranti e rifugiati che rischiano la vita per raggiungere l’Europa in cerca di protezione internazionale continua a crescere. Intanto, il Governo italiano con l’appoggio dell’Unione Europea continua a stabilire accordi politici con i Governi dei Paesi di provenienza o di transito – primo fra tutti quello con la Libia – nel tentativo di fronteggiare quella che il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg ha definito “la più grande crisi di migranti e rifugiati in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale”. E la parola chiave delle ultime politiche italiane sulla migrazione è ora espulsione.

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A bordo della Topaz Responder, dove si salvano vite umane

Reportage dalla nave soccorso che fa capo al MOAS, Migrant Offshore Aid Station, che fornisce assistenza e soccorso alle persone in alto mare o bloccate su imbarcazioni non sicure. In una notte salvate centinaia di vite umane. Il racconto delle operazioni, tra i professionisti impegnati nelle attività di aiuto, i sopravvissuti e coloro che non ce l’hanno fatta. “Assistere a un salvataggio di migranti in mare, in estrema sintesi, significa smettere di preoccuparsi della crisi migratoria in Europa. Di fatto, durante un salvataggio non c’è tempo per pensare. Tutte le tue energie sono impegnate nel cercare di impedire che le persone muoiano, che tu stesso muoia durante le operazioni di salvataggio, e chiaramente anche nel gestire il peso emotivo di tutto questo.”

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Emmanuel, vittima dello smuggling, in cerca della salvezza

Mentre l’Europa si riunisce per risolvere la crisi migratoria, centinaia di migranti muoiono nel Mediterraneo e nel deserto. “Ci hanno trattenuto per un mese in un’abitazione a Misurata prima di farci imbarcare nel gommone. Non ci facevano quasi mangiare, e due volte al giorno per 30 giorni venivano a picchiarci. 20 ragazzi sono morti lì dentro, ad alcuni di loro hanno sparato, gli altri uccisi da fame e torture“. Così racconta a Voci Globali un giovane nigeriano scampato alla morte, sbarcato a Palermo insieme ad altre 711 persone a bordo della nave militare norvegese SIEM PILOT.

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Donald Trump, definizione vivente dell’autentico populista

Sembra essere sbucato dal nulla; è estremista e irascibile, e fa uso di una retorica piena di rabbia e di un messaggio ambiguo e quasi incomprensibile. Le sue posizioni politiche non si allineano a quelle del partito che afferma di rappresentare, e al momento domina il discorso e processo politico. Stiamo parlando, ovviamente, di Donald Trump. Ma di che tipo di politico si tratta? E perchè la risposta a questa domanda dovrebbe essere importante? Per alcuni, Trump è l’esempio più autentico di una leadership populista ribelle che appartiene totalmente a una lunga tradizione negli States, che sta rinascendo.

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Choucha, al confine con la Libia il campo degli uomini fantasma

Secondo le forze dell’ordine tunisine, diversi gruppi jihadisti nel corso dell’ultimo anno sono entrati in Tunisia dalla Libia, contribuendo fortemente alla disseminazione di ideologie estremiste. Per prevenire l’ingresso di ulteriori cellule, e limitare la comunicazione diretta tra militanti, il governo è impegnato nella costruzione di un muro lungo il confine con la Libia. Quello che i media non hanno portato alla luce di questi ultimi scontri è che, tra il confine libico e la città di Ben Gardane, una cinquantina di immigrati provenienti da vari Paesi africani vive sospesa all’interno di un campo profughi ormai abbandonato dalle organizzazioni umanitarie.

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