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Hate speech, le responsabilità di cittadini, Stati e social media

Il Consiglio d’Europa e la UE chiedono con sempre maggior vigore agli Stati europei di agire contro l’hate speech. Contemporaneamente rinviano la gestione del problema alle grandi aziende della Rete come Facebook, Google o Twitter, demandando di fatto il compito di censurare e cancellare i contenuti ritenuti illegali. Tuttavia la mancanza di definizioni giuridiche chiare e la conseguente soggettività dell’azione di censura fa temere che così si vada a ledere la libertà di espressione dei cittadini.

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