transessualismo

Rifugiati LGBTI, Paesi di accoglienza e centri di aiuto e sostegno

Sono passati 51 anni da quel primo Pride della storia che furono i moti di Stonewall. Ancora oggi, però, la condizione degli omosessuali nel mondo è ancora molto difficile. I rifugiati e i migranti con SOGIESC diversificato sono esposti a rischi nel proprio Paese di origine ma anche in quelli di transito e di asilo. La maggior parte delle legislazioni in Africa e Asia sono punitive e discriminatorie e la società è decisamente ostile. In Italia esistono esperienze dedicate ai rifugiati LGBTI ma il coming out per la comunità nera resta un passo difficile. In U.S.A. le esperienze dei black pride accelerano il processo di “venuta allo scoperto”.

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Detenuti trans, “protetti” in sezioni speciali, abusati, umiliati

Il trattamento delle persone transessuali e transgender in stato di detenzione è caratterizzato, in ogni parte del mondo, da episodi di discriminazione, angherie e violenza anche di natura sessuale. In alcuni Paesi la situazione è di gran lunga peggiore che in altri poiché il “terzo genere” non è considerato un’opzione possibile né dalla società né dalle istituzioni. Nel contesto europeo, si cominciano a registrare esempi di “buona pratica” frutto di una crescente sensibilità verso i bisogni dei detenuti transgender. Ma siamo comunque ancora molto lontani dell’effettivo rispetto dei loro diritti umani.

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