Salva Kiir

Sud Sudan, scaduti termini accordo di pace. Speranza in bilico

Costruire la strada verso la stabilità non è affatto semplice per il più giovane Stato africano, un territorio distrutto da una guerra etnica violenta e lunga. L’intesa raggiunta con l’ultimo accordo tra le parti prevede il ripristino di un equilibrio istituzionale, territoriale ed economico su base etnica e la fine di ogni violenza. Scontri e aggressioni, però, non si placano e il Paese resta impantanato in una grave emergenza umanitaria. Circa 400.000 sono le persone rimaste uccise l 2013, anno di inizio del conflitto. Più di 4 milioni gli sfollati. Sette milioni di persone necessitano di aiuti umanitari urgenti e l’80% vive al di sotto della soglia di povertà assoluta.

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Sud Sudan, è tragedia umanitaria. Si spera nel tavolo di pace

Nel Paese si sta consumando la peggiore crisi umanitaria della storia africana dopo il genocidio del Ruanda. L’Autorità intergovernativa per lo sviluppo del Corno d’Africa sta tentando di riaprire il dialogo, chiamando tutte le forze politiche, militari e sociali a collaborare. Cessate il fuoco, accordo per nuove elezioni, rilancio dell’economia, ripristino della giustizia, demilitarizzazione: questi sono gli obiettivi del processo di pace. Intanto il più giovane Stato africano è in preda a violenza, scarsità di cibo, malnutrizione.

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Sud Sudan, non una crisi etnica ma costituzionale

Quello che sta accadendo nel Paese è il frutto di una centralizzazione del potere dovuta alla Costituzione di transizione del Paese redatta nel 2011. Modifiche che hanno ridotto il federalismo e che hanno conferito al presidente una serie di poteri economici, politici, sociali. Non si tratta, dunque, di lotte intestine, come conviene far credere, ma di lotte che mirano a gestire privilegi al di sopra della gestione democratica degli affari del giovane Stato africano. Una breve lettura che aiuta a far luce sui fatti interni del Paese.

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