politiche di immigrazione

Gente di Dublino, voci di migranti che sfidano i Regolamenti UE

Essere liberi di decidere dove stabilirsi è un privilegio che i richiedenti asilo non hanno. Molti di loro entrano in Europa attraversando Paesi di frontiera, dove però non intendono restare. I loro progetti urtano con le norme che individuano uno Stato responsabile per il loro futuro, in cui sono obbligati a rimanere. Cosa li spinge a tentare comunque di spostarsi? Qual è il loro rapporto con l’illegalità, in un sistema che non ammette desideri? Leggere le testimonianze di chi ha compiuto questo viaggio ostinato ci avvicina a capire la frustrazione e speranza del sentirsi pedina in un meccanismo fallito.

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Emmanuel, vittima dello smuggling, in cerca della salvezza

Mentre l’Europa si riunisce per risolvere la crisi migratoria, centinaia di migranti muoiono nel Mediterraneo e nel deserto. “Ci hanno trattenuto per un mese in un’abitazione a Misurata prima di farci imbarcare nel gommone. Non ci facevano quasi mangiare, e due volte al giorno per 30 giorni venivano a picchiarci. 20 ragazzi sono morti lì dentro, ad alcuni di loro hanno sparato, gli altri uccisi da fame e torture“. Così racconta a Voci Globali un giovane nigeriano scampato alla morte, sbarcato a Palermo insieme ad altre 711 persone a bordo della nave militare norvegese SIEM PILOT.

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“Caro Maroni, ecco che succede appaltando gli immigrati alle dittature”

Riceviamo e volentieri diffondiamo questa lettera del regista Andrea Segre sulla cosiddetta “invasione biblica” di immigrati provenienti a Lampedusa dalla Tunisia. Invece di evocare l’emergenza, dovremmo riconoscere che le attuali difficoltà di gestione di questi profughi sono frutto dell’eccessiva tolleranza dell’Italia nei confronti dei regimi dittatoriali, a cui abbiamo appaltato negli ultimi anni la gestione dei flussi migratori.”

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