morti nel mediterraneo

Criminalizzazione della solidarietà, quando è cominciata e perché

Soccorrendo migranti in pericolo in mare o sulle montagne, offrendo loro riparo e cibo, documentando gli abusi delle polizie e opponendosi alle espulsioni, i difensori dei diritti umani hanno svelato la crudeltà causata dalle politiche europee (e italiane) sull’immigrazione e sono diventati essi stessi bersagli delle autorità. Analizziamo, insieme all’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo e al capomissione di Mediterranea, Luca Casarini, il fenomeno dell’attacco alle organizzazioni che operano nel sociale, specie nel campo delle migrazioni, soffermandoci tra l’altro sul tipo di linguaggio discriminatorio usato quando si parla di migranti.

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Immigrazione, il ritorno dei tunisini che “bruciano la frontiera”

Dopo un’estate quasi a “zero sbarchi”, riprendono le partenze dei migranti dal Nord Africa e cresce anche il numero di morti nei naufragi. Per alcune associazioni e attivisti è la prova del fallimento della strategia del ministro dell’Interno Minniti fondata sul Codice di condotta per le ONG e e sugli accordi con la Libia. Nel frattempo, tra il mese di settembre e quello di ottobre si è riaperta una rotta per arrivare alle coste della Sicilia che era rimasta a lungo silente: quella da Tunisi. Sono i giovani a provare a lasciare il Paese illegalmente, in risposta ad una crescente tensione sociale e alla crescita del tasso di disoccupazione.

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