giulio regeni

Caso Regeni, l’intreccio del commercio di armi tra Europa ed Egitto

L’uccisione del ricercatore italiano al Cairo nel 2016 non ha cambiato i rapporti tra Europa ed Egitto, che solo apparentemente condividono interessi di stabilità e sicurezza nell’area del Mediterraneo. Anzi, Francia e Italia sono diventati i principali fornitori di armi all’Egitto, contribuendo di fatto ad appoggiare la repressione armata che il regime di al-Sisi sta perpetrando da ormai otto anni. L’Europa, che sembra promuovere il rispetto della giustizia sociale e dei valori democratici, in realtà contribuisce al riarmo dell’Egitto e non sembra interessata a scoprire la verità sull’omicidio di Regeni.

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Egitto, dietro la violenza di Stato la vera natura del potere

Dopo il colpo di Stato del 2013, la pratica della tortura in Egitto risulta in costante aumento: ma qual è la logica che sta dietro il suo uso indiscriminato e istituzionalizzato? Secondo molte analisi, l’uso dilagante della tortura in questo Paese è strettamente collegato alla natura del regime al potere, scarsamente organizzato e ideologicamente incoerente, e non diminuirà negli anni a venire. Soprattutto se perderà la sua egemonia e dovrà affidarsi ancora di più alla forza, nel qual caso è facile prevedere che l’utilizzo della tortura aumenterà con il passare del tempo.

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