21 Novembre 2024

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Francia, studenti stranieri traditi da Macron, per loro più tasse

La Francia, da sempre un Paese che gode di un sistema d’istruzione gratuito ed efficiente, vede oggi lo stesso versare in condizioni poco favorevoli per il futuro studentesco. La crisi affonda le sue radici non solo negli scarsi finanziamenti ricevuti, ma soprattutto nell’ultima mossa da parte del Primo Ministro, Édouard Philippe che ha annunciato nuovi piani governativi che vedono un aumento astronomico delle tasse universitarie per gli studenti non comunitari. Un’azione questa che si ripercuoterà, senza mezzi termini, sull’avvenire di migliaia di giovani desiderosi di andare a studiare in Francia.

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Libia, ora si sa perché l’imperialismo voleva rovesciare il Paese

L’interrogatorio dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy sui prestiti di Gheddafi ci suggerisce un altro motivo perché la Francia voleva che il leader libico venisse ucciso. E la questione francese, con i suoi risvolti di corruzione, si inserisce nel quadro più ampio dell’imperialismo occidentale e degli interessi verso i pozzi di petrolio e le ampie riserve in valuta detenute nel Paese, al di là dei pretesti utilizzati dal blocco occidentale per giustificare la guerra condotta nel 2011 per il rovesciamento del regime.

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Abusi della polizia francese ai confini, è questione politica

Il 30 marzo alcuni doganieri francesi hanno fatto irruzione in una sala della stazione ferroviaria di Bardonecchia, costringendo un cittadino nigeriano in regola con i documenti e con un regolare biglietto a fare un test antidroga e facendo scoppiare una crisi diplomatica. La cooperazione transfrontaliera tra i due Stati ha una lunga storia, ma negli ultimi anni la tensione politica al confine è aumentata. Il resoconto di un testimone oculare mostra come i due Paesi gestiscano in maniera diversa la “questione migranti”, e come stiano invece aumentando le reti di solidarietà dei cittadini che sono disposti a commettere anche il cosiddetto “crimine di solidarietà”.

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L’eredità più costosa, il franco africano che limita la libertà

Da oltre 70 anni i Paesi francofoni africani usano il franco CFA, moneta imposta a suo tempo dagli ex colonizzatori. Sulla base di alcune regole applicate al cambio e alle operazioni finanziarie tale moneta avvantaggia l’economia francese – commerci e multinazionali – più che quelle africane. Una delle regole è che il 50% delle riserve di cambio dei Paesi della zona franco devono essere depositate su un conto della Banca di Francia, a Parigi, conto che si stima ammontare a 10 miliardi di euro. A nulla finora sono valse proteste e critiche. L’attivismo anti-CFA è soprattutto quello di economisti e intellettuali africani, mentre la maggior parte dei capi di Stato rimane in bilico su posizioni di comodo.

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Ruanda, aperto a Parigi primo processo per genocidio

“Un processo storico”, così fonti di stampa africane definiscono la vicenda giudiziaria che vede, a vent’anni dal conflitto tra hutu e tutsi, un ex ufficiale dei servizi segreti del Ruanda rispondere di fronte a un tribunale francese dell’accusa di aver istigato e contribuito al genocidio, la cui commemorazione avverrà il 7 aprile prossimo. Sullo sfondo, la complessa relazione tra la Francia e il Ruanda, contrassegnata da ambiguità e malcelata diffidenza reciproca.

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Libia: la vittoria, la tragedia e il retaggio della guerra

La fine della guerra in Libia è stata annunciata con toni ottimistici e la conduzione del conflitto descritta come un successo dell’Alleanza atlantica. Resta però sconosciuto il numero delle vittime, mentre uno studio di Andrew Feinstein traccia la mappa degli acquisti in armi del regime di Gheddafi prima di questa guerra. Un intreccio di rapporti che vede in prima linea i produttori europei. Nel gioco della distruzione e della ricostruzione scorrono fiumi di denaro.

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