Fathi Bashagha

Libia in un limbo, secondo esperti il voto non risolverà l’instabilità

Un Paese diviso in due Governi, uno Stato unitario inesistente, la fragilità economica, una società ormai stanca della violenza, i crimini contro l’umanità verso i migranti, il petrolio e il gas ad attrarre le potenze internazionali assetate di energia, Italia in primis: questa è la Libia di oggi, che ancora rincorre elezioni nazionali diventate quasi un miraggio. Dal 2011 questo Paese nordafricano non trova pace e tenta di sopravvivere intrappolato nelle macerie di conflitti e violenze. Con la complicità degli attori esterni alla ricerca di una sfera di influenza.

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Libia, le elezioni non “legano” il Paese. Quasi certo ormai il rinvio

Non sembra trovare pace la nazione nordafricana dilaniata da guerra e instabilità. L’appuntamento per scegliere il nuovo presidente doveva essere una tappa storica per la ricostruzione democratica e il superamento dello stallo politico. Tuttavia, in un clima sempre più teso, probabilmente il popolo non andrà alle urne. Lo Stato, di fatto, non esiste e le candidature continuano a proporre le antiche divisioni e fazioni che si sono date battaglia negli anni scorsi. Tra flebili speranze e tante incertezze, si allarga l’ombra di un nuovo conflitto e si allontana il voto del 24 dicembre.

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