conflitto russia-ucraina

I media internazionali abusano dell’eroismo dei giornalisti ucraini

Alik Sardarian, produttore televisivo con esperienza in zone di conflitto, rivela l’irrispettoso trattamento riservato ai giornalisti ucraini da parte degli organi di stampa internazionali, i quali, a caccia di immagini sempre più forti e di impatto, non tutelano la sicurezza dei lavoratori locali, spesso inviati nelle zone di combattimento più pericolose. Quello dei reporter in loco è un lavoro necessario, ma poco riconosciuto dai colleghi stranieri. Esistono però delle norme precise a cui è indispensabile aderire per la sicurezza di tutte le persone coinvolte ed evitare ulteriori vittime.

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Ucraina, fasi e motivi di otto anni di crisi e instabilità geopolitica

Mentre le minacce della Russia di invadere l’Ucraina si fanno pressanti, è utile ripercorrere la storia di questo vasto e strategico Stato cuscinetto posto tra i territori europei e quelli della Federazione Russa. Dal 2014, anno della caduta del Governo del presidente Yanukovich, l’Ucraina vive una profonda crisi economica, politica e diplomatica che ha finito per ostacolare le auspicate riforme e rendendo la nazione vulnerabile e dipendente dal sostegno esterno. La guerra russo-ucraina conta già decine di migliaia di morti, motivo per scoraggiare l’attacco della Russia e risolvere la crisi interna.

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Crisi Russia-Ucraina, un vantaggio per il mercato delle armi USA

Il conflitto in corso tra i due Paesi non sembra placarsi, soprattutto dopo la recente crisi dello stretto di Kerč, ed è anche un’opportunità di profitto per le grandi imprese statunitensi produttrici di armamenti. Gli Stati Uniti hanno infatti ribadito il loro impegno nel fornire supporto all’Ucraina e ai suoi militari fornendo sistemi anticarro e se necessario intervenendo anche in altri sistemi di difesa. Ma chi trae maggiore beneficio da questi “aiuti”? Non certo i civili ucraini, dal momento che questo conflitto ha già mietuto più di diecimila vittime.

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“L’Ucraina è Europa!” L’urlo inascoltato della piazza

Questa testimonianza è stata scritta da Eleonora Trivigno, italiana da dodici anni residente in Ucraina. Vive a Kiev, e ha seguito fin dall’inizio le proteste sulla Majdan. “Personalmente credo che la nuova escalation non sia preludio di un’invasione o di un conflitto su più vasta scala, il vero obiettivo mi pare piuttosto quello di indurre l’Ucraina a promulgare lo stato di guerra, in presenza del quale i finanziamenti internazionali non sarebbero più possibili.”

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