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Gaza, il giornalismo di guerra solleva nuove questioni etiche

La copertura giornalistica del conflitto israelo-palestinese implica, per reporter e fotografi, un enorme rischio per l’incolumità e anche l’attuazione di scelte etiche. Se ormai da tempo la cosidetta aggregazione dei giornalisti alle truppe costituisce una tradizione consolidata per la comunicazione rapida delle notizie dal fronte, in questo momento storico le cose sono diverse. Anche le maggiori agenzie di stampa non impiegano più giornalisti come dipendenti, ma assumono freelance di cui spesso non conoscono a fondo le attività e i contatti, che possono poi rivelarsi discutibili se non pericolosi.

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TikTok e il giornalismo 2.0 ai tempi del #BlackLivesMatter

Nata per la Generazione Z, si tratta dell’applicazione che ha segnato la prima parte del 2020. Con i numeri in continuo aumento e sempre più utenti, la piattaforma cinese si presenta come un bacino di numerose opportunità per il giornalismo contemporaneo. Non mancano i reporter che già hanno compreso la potenziale portata di questo fenomeno, così come sempre più numerosi sono gli influencer che scelgono di dedicare il proprio spazio a dibattiti e di contribuire a movimenti sociali e all’attivismo che sta coinvolgendo le piazze negli ultimi mesi.

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Media e diversità, in Italia redazioni prive di giornalisti stranieri

Interculturalità, mobilità e plurilinguismo sono tratti caratterizzanti delle società odierne, eppure troppo spesso i media non riflettono questa eterogeneità. È necessario introdurre la diversità nella programmazione, nella copertura delle notizie e nelle politiche di assunzione. La nozione di diversità come risorsa fa ancora fatica a entrare nelle redazioni italiane ed europee, tanto che gli aspiranti giornalisti di origine straniera in Italia incontrano notevoli difficoltà a esercitare la professione e spesso si muovono sulla soglia tra giornalismo e attivismo.

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Giornalisti e traduttori, a chi appartiene la notizia?

A un recente convegno svoltosi a Londra si è parlato di come, senza traduzione, lungo la filiera dell’informazione, dal momento della raccolta fino alla produzione del pezzo che sarà letto dal pubblico, non ci sarebbero più notizie dal mondo. E poco importa che a svolgere il difficile compito siano traduttori professionisti, giornalisti bilingui, blogger-ponte o utenti dei social media versati nella propria lingua e in inglese.

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