Banca mondiale

Africa saccheggiata, lo dice la Banca Mondiale. Ecco le prove

Una recente relazione della Banca Mondiale fornisce prove sull’impoverimento dell’Africa a causa dell’estrazione sfrenata di risorse naturali tra cui minerali, petrolio e gas. Ma le politiche e le pratiche della Banca Mondiale si dimostrano schizofreniche restando nel complesso orientate alla restituzione dei prestiti esteri e al rimpatrio dei profitti delle multinazionali, consentendo così la continua depredazione del patrimonio del continente.

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Lavoro forzato, 25 milioni di persone private della dignità

Gli schiavi moderni sono milioni, in tutto il mondo. Quello che nelle democrazie occidentali sembra un diritto acquisito, in molti Paesi è ancora una difficile conquista difficilmente tutelabile. Imposto da attori privati o dagli Stati, il lavoro forzato è una piaga sociale difficilmente estirpabile. Per l’OIL la cifra degli “schiavi moderni” raddoppia, arrivando a 40 milioni, se si considera, oltre che il lavoro forzato, anche lo sfruttamento sessuale e gli impieghi domestici. Tre report fanno il punto su questo dramma sociale.

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Land grabbing in Africa, le responsabilità della Banca Mondiale

Secondo un rapporto di alcune organizzazioni, alcuni dei progetti finanziati in tutto il mondo dalla Banca Mondiale, come ad esempio le concessioni per l’industria alimentare, hanno conseguenze devastanti per i Paesi in Via di Sviluppo, primi fra tutti l’Africa, creando povertà e aumento del numero degli sfollati. Tali progetti incrementano l’accaparramento della terra e violano i diritti fondiari delle comunità. Nel rapporto vengono indicati anche alcuni impegni che la Società finanziaria internazionale, il braccio privato della BM, dovrebbe seguire per i propri finanziamenti ad alto rischio.

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L’Africa e il dramma dell’immigrazione. Che non finirà.

Un flusso di migranti storico quello verso l’Europa ma anche verso l’interno. Le politiche sbagliate dell’UE e il silenzio dell’UA. “È a partire dal 1970 che i flussi migratori verso l’Europa hanno iniziato a intensificarsi. Nel prosperare della loro economia, i Paesi europei avevano bisogno di lavoratori da impiegare in lavori non qualificati. Ed è in questo modo che ha iniziato a farsi strada l’immagine dei lavoratori immigrati nelle catene di montaggio automobilistiche o dei netturbini neri nelle strade di Parigi. Fino alla metà degli anni ’80, un cittadino delle ex colonie francesi non aveva alcun bisogno di avere un visto per entrare in Francia.”

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