20 Aprile 2024

africa subsahariana

Brucia anche l’Africa, ma si tratta di gestione del territorio

Se durante l’estate gli occhi sono stati puntati soprattutto sul Brasile, la NASA ci avverte che la foresta amazzonica non è la sola a bruciare. Sembra, infatti, che in alcune zone africane si registrino incendi maggiori. Alla luce degli studi condotti in questo campo si scopre però che gli incendi nelle savane possono essere parte di un’attività fondamentale di controllo di molte aree protette del continente. L’analisi degli esperti chiarisce e distingue quando il fuoco è davvero dannoso per l’ambiente.

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Africa, strade killer che uccidono più della malaria

È davvero sorprendente scoprire quanto le strade, sebbene pericolose di per sé, possano rivelarsi fatali. Oggi, infatti, gli incidenti stradali rappresentano l’ottava causa di morte al mondo. Ad essere particolarmente colpita è la regione sub-sahariana. Qui gli scontri stradali sembrano avere un impatto maggiore rispetto a tante malattie mortali. Sono molte le iniziative promosse per fronteggiare questo problema, il Decennio di Azione per la Sicurezza Stradale e Safe Roads Africa, per citarne due. Tuttavia, attualmente questi sforzi sembrano solo risposte parziali dinanzi a una questione difficile da risolvere.

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Africa, le aree di crisi che segneranno la stabilità del continente

Se lo Yemen, la Siria, l’Afghanistan sono i Paesi i cui ormai lunghi anni di guerra stanno contribuendo a devastare il sempre precario equilibrio geopolitico in Medio Oriente, è l’Africa che continua ad alimentare il numero di conflitti nel mondo. E il 2019 si annuncia come un periodo alquanto complesso. Sul fronte della sicurezza molti i Paesi in aperto conflitto o che manifestano forte tensioni. Riuscire a ristabilire la pace, che parte soprattutto dallo stato di diritto e dalla giustizia sociale, è la sfida del continente per questo nuovo anno. In questo articolo i Paesi e le situazioni da tenere sotto osservazione.

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La povertà non è un destino. E ci riguarda

La lunga lista di chi deve fare i conti con la sopravvivenza aumenta e ha cause precise, come l’avidità sfrenata. La povertà è una malattia che si sta diffondendo e per la quale va trovata una cura efficace. Il tema della Giornata mondiale per lo sradicamento della povertà è stato: lavorare insieme verso un mondo senza discriminazione, costruire sull’esperienza e la conoscenza delle persone che vivono in stato di povertà estrema. Ecco, basterebbe fare questo: ascoltare le persone e accantonare le avide esigenze di imprese, grandi aziende e multinazionali.

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Fotografia come impegno civile e denuncia “politica”

Intervista alla fotografa Sara Prestianni: le istituzioni europee sono responsabili delle violazioni dei diritti dei migranti. In prima linea alle frontiere che spesso rimandano indietro chi prova a fuggire da situazioni estreme legate alla guerra, alla miseria, alla violenza, la fotoreporter testimonia cosa significa per questi uomini trovarsi nelle “no man’s lands”.

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Povertà come risorsa, se il Sud del mondo finanzia i Paesi ricchi

Riflessioni di esperti che rompono gli schemi. E due film-documentari che squarciano il velo dell’ipocrisia. E’ possibile porre fine alla povertà e creare un sistema economico e sociale più equo? Soltanto se si capovolgerà un meccanismo di produzione e consumo che ha le sue origini fin dai tempi del colonialismo. E se ognuno cambierà il modo di agire e di pensare.

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L’Africa più affamata

Il Rapporto Global Hunger Index 2011 sulla fame nel mondo indica che la situazione nei Paesi dell’Africa subsahariana rimane “allarmante” o “estremamente allarmante”. Tra i Paesi in cui la situazione della fame è peggiorata, il deterioramento più grave si è registrato nella Repubblica Democratica del Congo. Gli scenari di volatilità dei prezzi sui mercati alimentari mondiali non lasciano molto ottimismo per il futuro.

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Burkina Faso: povertà, sfide per il futuro e rivolte

Ci sono Paesi di cui leggiamo molto poco sulle testate mainstream, come il Burkina Faso dove recentemente ci sono state una serie di rivolte che per fortuna non hanno provocato vittime. Ma per giorni si è temuto il peggio e il presidente Campaoré ha imposto il coprifuoco. L’autrice di questa testimonianza (Moira Fusco) era nella capitale in quei giorni, stretta tra la paura e la voglia di comprendere il motivo delle proteste.

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