accoglienza migranti

Fermare le violenze alle frontiere, lo chiedono i cittadini europei

L’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma che “nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. Eppure, le politiche migratorie consentono l’esternalizzazione del controllo dei confini a Paesi che non rispettano i diritti umani e non puniscono crudeltà e respingimenti lungo le rotte di viaggio. Per costringere la Commissione Europea a intervenire con strumenti legislativi idonei nasce l’iniziativa di Stop Border Violence. Capiamo cos’è con interviste a Ciurcina, Francesconi, Camarda e Cibati del Comitato promotore.

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Canarie, vertiginoso incremento di sbarchi sulla rotta atlantica

Nel 2019 la Spagna sigla un accordo con le autorità marocchine volto a ridurre le partenze verso le coste iberiche continentali. I dati registrati nel 2020 sembrano confermare che il Governo Sanchez sia riuscito nei propri intenti, ma quello che sta accadendo nell’Arcipelago Canario smentisce le apparenze: la rotta migratoria si è semplicemente spostata più a Sud. Le statistiche parlano di un aumento degli arrivi sulle coste delle Canarie che supera il 500%, arrivi contrassegnati da un percorso migratorio particolarmente rischioso e duro sia in mare che in terra ferma.

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Grecia, migranti: così è morto il “diritto di asilo” lungo il confine

La decisione della Turchia di aprire le proprie frontiere per consentire il passaggio dei profughi verso il territorio dei Paesi UE ha suscitato la violenta reazione del Governo di Atene. Il 1° marzo scorso, le autorità elleniche hanno stabilito la sospensione dell’esame delle domande di asilo. Centinaia di persone sono state private dei lori diritti, ritrovandosi in una sorta di limbo giuridico in condizioni del tutto inumane. Voci Globali con l’aiuto dell’avvocato Federico Lera – esperto in diritto dell’immigrazione, membro dell’UFTDU e legale ASGI – ha ricostruito la vicenda alla luce delle norme internazionali in materia di rifugiati e diritti umani.

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Migranti e rifugiati, il loro numero potrebbe restare molto alto

Quante persone si sposteranno nei prossimi anni? Tante le stime, ma la risposta più sicura è una: saranno pochi rispetto chi vorrebbe davvero emigrare e tanti, in confronto a quelli che gli Stati desiderano ospitare. L’articolo – che però non prende in considerazione la situazione creata dai lockdown dovuta al Covid-19 – sottolinea che gli spostamenti sono dovuti non solo a ingiustizie e conflitti, ma anche ai cambiamenti climatici. I Paesi sono messi in guardia: le misure restrittive sono inutili. Adottare piani adeguati per gestire gli aumenti dei flussi migratori è l’unica strada.

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Samos chiama l’Europa, nell’hotspot emergenza fuori controllo

È trascorso quasi un mese dal terribile incendio che nella notte di lunedì 14 ottobre ha devastato la “giungla”, vasta area dove risiedono i migranti che non hanno beneficiato di una collocazione all’interno dell’hotspot nella piccola isola greca. La realtà è che l’hotspot è al collasso, incapace di tutelare sia i rifugiati, di cui calpesta dignità e diritti, che i locali, che lamentano il forte calo nel turismo, di cui di fatto vive l’isola. Entrambi – rifugiati e popolazione di Samos – sembrano uniti dallo stesso destino: l’impossibilità di un futuro migliore, ed è sempre più urgente la necessità di un intervento da parte della UE.

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Samos, l’hotspot dove l’Europa calpesta i diritti e l’umanità

Una della più belle isole del mar Egeo (anche Lesvos e Chios) è in realtà un incubo per i molti rifugiati che vivono in condizioni peggiori di una prigione. Le denunce di ONG, giornalisti, attivisti e della stessa UNHCR segnalano una situazione al collasso. Sovraffollamento, servizi igienici inesistenti, scarsità di cibo e trasferimenti coatti senza preavvisi e senza spiegazioni. Voci Globali ha visto cosa accade e ha ascoltato persone che sperano solo di diventare visibili in un luogo in cui la politica europea li tratta come merce usata.

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Migranti, quei 35 euro tra cattiva gestione, propaganda e falsità

In un recente tweet, il ministro Salvini ha affermato: “entro l’estate la cifra per immigrato, scenderà almeno a 25. Quello che risparmieremo in falsa accoglienza lo investiremo in sicurezza”. La dichiarazione, dai toni fortemente propagandistici, è solo l’ennesima fake news in tema di immigrazione tesa ad alimentare distorte convinzioni sulla condizione dei migranti. Ancora oggi parte dell’opinione pubblica è convinta che il Paese trabocchi di immigrati e, che i “poveracci” giunti via mare ricevano dal Governo uno “stipendio” oltre a soggiornare in alberghi di lusso. Ma non è affatto così. Vediamo da dove provengono i soldi per la gestione dei flussi migratori in Italia e come devono essere usati.

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