Le donne africane, dalla politica al giornalismo, contro il Covid-19

Ellen Johnson Sirleaf, presidentessa della Liberia dal 2006 al 2018. Foto di Chatham House da Wikimedia Licenza CC

Il 31 luglio si celebra la Giornata della Donna Africana, evento che, nello spirito della solidarietà, onora e riconosce il ruolo delle antenate che hanno combattuto per la liberazione, lo sviluppo del continente e per i diritti delle donne. Cogliamo quindi l’occasione per ricordare i contributi di molte donne africane di diversi ceti sociali, che si sono mobilitate per garantire che le donne occupino un ruolo centrale nella lotta alla pandemia e che i loro diritti vengano integrati nei programmi di emancipazione in tutti i Paesi africani.

La pandemia da Covid-19 ha colpito in modo sproporzionato la salute e la vita di molte donne, causando un aumento della violenza di genere e la disoccupazione femminile in alcuni Paesi africani. Secondo quanto riportato da Amnesty International nel febbraio 2021 sulla violenza di genere in Africa, Paesi come il Sudafrica, Zambia, Madagascar, Zimbabwe, e Mozambico hanno avuto un aumento drastico di casi di violenza sulle donne rispetto agli anni passati. In Sudafrica – sempre secondo il report di Amnesty – solo nella prima settimana del blocco, la polizia – SAPS – ha riferito di aver ricevuto circa 2.300 richieste di aiuto da donne vittime di violenza, e che già a metà giugno 2020, 21 donne erano state uccise nel Paese.

Per rispondere a queste situazioni e per proteggere i progressi compiuti verso la parità di genere e la lotta contro la discriminazione di genere, le donne africane si sono adoperate per garantire che nella lotta contro il Covid-19 le loro voci fossero incluse nelle narrative e per essere rappresentate nei processi decisionali, nella leadership e nell’accesso alle risorse politiche ed economiche.

“Il ruolo delle donne nella leadership e lo sviluppo della loro capacità nel contenere l’impatto di questa crisi pandemica, non sono mai stati così importanti” spiegava  Ellen Johnson Sirleaf  – presidentessa della Liberia dal 2006 al 20018 e prima donna ad occupare quel ruolo in Africa – nel suo articolo Opinion: African Women are leading the Fight Against Covid-19.

Ellen ha raccontato come insieme con altre donne africane si sono riunite nel marzo 2020, proprio all’inizio della pandemia quando il coronavirus si stava facendo ancora strada in Europa per arrivare poi in Africa. Da diversi Paesi africani si sono mobilitate 15 donne per prendere parte a un programma sull’avanzamento della leadership pubblica delle donne in Africa. Lo sviluppo dei piani d’azione per combattere la diffusione del virus nelle loro comunità è stato messo anche al centro dell’agenda dell’iniziativa Amujae, programma di punta dell’Ellen Johnson Sirleaf Presidential Center for Women and Development – centro per lo sviluppo e l’empowerment di donne, fondato proprio con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione delle donne africane nella politica e la partecipazione nei processi decisionali.

Nel suo articolo si affermava: “Quando queste donne sono tornate nei loro Paesi e il virus stava avanzando rapidamente in Africa, hanno iniziato a lavorare con risultati impressionanti”

Nel luglio 2020, Ellen è stata nominata dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) co-presiedente di un gruppo di esperti indipendenti per la preparazione e la risposta alla pandemia, insieme con l’ex prima ministra della Nuova Zelanda Helen Clark.

Una delle donne in prima linea nella risposta contro il virus nell’Africa Occidentale è la sindaca di Freetown, capitale della Sierra Leone, Yvonne Aki-Sawyerr. Non solo ha mobilitato il supporto in tutta la sua città per fornire messaggi sui comportamenti da adottare per la prevenzione, ma ha anche accelerato i piani per affrontare i problemi a lungo termine nelle infrastrutture di Freetown che offrirà miglioramenti alle iniziative di salute pubblica.

In Ruanda, il membro del gabinetto, Clare Akamanzi,   è stata attivamente coinvolta nella risposta del suo Paese alla pandemia. Come parte della task force Covid-19 del Governo ruandese, Clare ha guidato e coordinato il gruppo nella lotta contro il virus, organizzando centri di isolamento, procurandosi dispositivi di protezione individuale e kit test e creando piani per il post-ricovero, compreso un piano dettagliato per far ripartire il turismo, pilastro vitale dell’economia del Paese.

In Botswana, la dottoressa Tlamelo Setshwaelo fa parte del team medico di risposta rapida al Covid-19 presso l’ospedale Sir Ketumile Masire.  Dopo aver lavorato in Inghilterra come medico per due anni dopo la laurea in Medicina, Setshwaelo è tornata nel suo Paese proprio mentre la pandemia si è diffusa in Botswana. Lei e il suo team di medici specialisti, infermieri, assistenti sanitari, dietologi e altri ancora, ricevono pazienti malati e critici provenienti da tutto il Botswana che necessitano di cure mediche specializzate. Il loro è attualmente l’ospedale di riferimento per i cittadini del Paese affetti dal coronavirus.

Quelli citati sono solo un esempio delle tante donne africane che hanno contribuito immensamente nella lotta contro il virus, sia nell’assistenza sanitaria, nello sviluppo e nell’organizzazione della loro comunità.

Ospedale Laquintinie, Camerun. Foto di Happi Raphael, Wikimedia in licenza CC

A lavorare all’inclusione delle voci di donne africane nelle narrative sulla lotta al virus è anche una rete femminile di giornaliste, scienziate dei dati e tecnologhe del team WanaData Africa“Figlie di dati” in lingua Swahili. La rete è nata in Nigeria da un gruppo di donne giornaliste e successivamente è diventata parte del Code for Africaorganizzazione di data journalism e open data.

Queste donne conducono progetti basati su dati, che stanno aumentando le voci di donne africane facendo luce sulle loro storie fino ad ora sottovalutate.  Progetto molto significativo anche nella lotta contro il virus e le condizioni delle donne africane durante la pandemia. La rete ha collaborato anche con altri gruppi giornalistici e con Outbreak: Africa’s Data Journalism Alliance Against Covid-19.

Il progetto copre diversi temi: dalla violenza sessuale e di genere  alla sanità, dalla disoccupazione femminile al Covid-19. Altre pubblicazioni sulle condizioni delle donne in singoli Paesi africani sono A Look At the Spike On SGBV Amidst Covid-19 Pandemic in Kenya  e  Data-driven Journalism explores Covid-19’s impact on women in Tanzania.

Infine, la Direzione Donne, Genere e Sviluppo ha svolto un ruolo significativo nel guidare, difendere e coordinare il lavoro compiuto dall’Unione Africana, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa e  l’UN Women sul progetto Gender Equality and Women Empowerment(GEWE). Uno dei comitati dell’iniziativa è il “5th Specialized Technical around Covid-19 – STC” composto di donne africane esperte che si occupano dell’impatto del Covid-19 sull’uguaglianza di genere.

Il 10 dicembre 2020, Giornata internazionale per i diritti umani, il comitato ha presentato un documento politico intitolato Gender-Based Violence during Covid-19 Pandemic in Africa – Violenza di Genere in Africa durante la Pandemia di Covid-19 – e sviluppato nuove linee guide sulle risposte di genere delle agenzie che lottano per i diritti delle donne nei processi decisionali nelle risposte al Covid-19 e nei piani di ricovero post-Covid-19. Ma molte altre iniziative di sensibilizzazione contro la violenza di genere sono state organizzate. Ricordiamo i 16 giorni di attivismo segnalati con l’hastag #AfricaEndGBV#. Obiettivo: quello di chiedere agli Stati membri dell’Unione Africana di rafforzare l’impegno per garantire che la crisi pandemica non minacci i diritti delle donne africane.

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