#Together4Forests, al via la campagna contro la deforestazione

[Agenda 10-23 settembre 2020. Tenere una finestra aperta sul mondo. In questa prospettiva, la nostra rubrica quindicinale racconta, attraverso cinque notizie, quanto accade nel panorama internazionale, in linea con le tematiche di Voci Globali.]

Foto dell’utente Flickr ShanoPics – Licenza CC

Ambiente – Appello per una nuova normativa europea a tutela delle foreste

Un movimento di oltre 100 associazioni, l’11 settembre, ha lanciato la campagna internazionale #Together4Forests per chiedere all’Unione Europea una “legge forte” tesa a impedire la circolazione nel vecchio continente di qualsiasi tipo di prodotto legato alla deforestazione, agli incendi, alla distruzione della natura, alle violazioni dei diritti umani perpetrati anche al di fuori della UE. L’iniziativa mira a sollecitare la partecipazione dei cittadini alla consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea in tema di deforestazione causata dai consumi europei. “La UE – si legge sul sito della campagnacontribuisce con una quota superiore al 10% alla distruzione delle foreste attraverso il consumo di materie prime, quali carni,  formaggi, pellami, legname, soia, olio di palma, caffè e cacao“. Alla coalizione partecipano anche le organizzazioni italiane Greenpeace, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Istituto Oikos e WWF Italia. “Il nostro carrello della spesa – spiegano le ONG – può facilmente riempirsi di prodotti ottenuti a discapito delle foreste e di altri rari ecosistemi (…)  indispensabili per arrestare il riscaldamento globale, la diffusione di pandemie e il crollo della biodiversità“.

Africa – Costa d’Avorio, approvata la candidatura per il terzo mandato di Ouattara

Il Consiglio Costituzionale ivoriano ha stabilito che l’attuale presidente, Alassane Ouattara, potrà correre per un terzo mandato alle elezioni presidenziali del 31 ottobre prossimo. La decisione, del 14 settembre, ha suscitato l’immediata reazione delle opposizioni. “Oggi il Consiglio, ha perso la storica occasione per dimostrare la propria indipendenza accettando la candidatura del presidente in carica, palesemente ineleggibile” e “respingendo quelle di Laurent Gbagbo e Guillaume Soro, privati ​​dei diritti civili per motivi di mera convenienza politica”, ha affermato Affi Nguessan, leader dell’FPI (Ivorian Popular Front). Gli oppositori continuano a sostenere l’illegittimità della candidatura di Ouattara in ragione del limite dei due mandati sancito dalla Costituzione ivoriana. Secondo il presidente in carica, invece, le riforme costituzionali del 2016 avrebbero azzerato tale computo, permettendogli così di “resettare l’orologio” del Paese. Peraltro, in seguito all’annuncio del Consiglio Costituzionale, in diverse città ivoriane sono scoppiate violente proteste di piazza, che seguono quelle dello scorso agosto durante le quali hanno perso la vita oltre 12 persone negli scontri con le forze dell’ordine.

Giustizia sociale – Polonia, cresce la discriminazione contro le persone LGBTI

L’associazione ILGA-Europe di concerto con le organizzazioni polacche Kampania Przeciw Homofobii (Campagna contro l’omofobia) e Fundacja Równości (Fondazione per l’uguaglianza) ha presentato, il 14 settembre, un ricorso formale innanzi alla Commissione Europea contro le cosiddette “Carte della famiglia” e “zone franche LGBT”, adottate in Polonia – negli ultimi due anni – da un centinaio di governi locali. Le misure in questione hanno, infatti, finito con il legittimare gravi forme di discriminazione nei confronti degli individui LGBTI soprattutto in ambito occupazionale, violando così le normative europee. “All’interno delle ‘free zones’ – ha dichiarato Miko Czerwinski della Fundacja Równośćle persone LGBTI stanno perdendo i contratti di lavoro. Vengono esclusi dalle comunità locali e attaccate in modo violento nelle loro città“. Ha poi proseguito: “gli esempi di discriminazione forniti in tutte le 400 denunce individuali inviate alla CE mostrano quanto seriamente la Polonia stia violando i diritti fondamentali“. Del resto, lo stesso presidente Andrzej Duda, rieletto lo scorso luglio, aveva improntato la propria campagna elettorale sull’omofobia, arrivando a sostenere che il movimento LGBT promuove idee più pericolose del comunismo“.

Diritti umani – Turchia, crescono le sparizioni forzate degli oppositori

In seguito al tentato colpo di Stato del 2016 contro il Governo di Erdoğan, il numero di rapimenti di cittadini turchi sia all’interno del territorio nazionale che all’estero è drammaticamente aumentato. Le sparizioni forzate – insieme alle detenzioni arbitrarie, alla tortura e ai trattamenti inumani e degradanti – costituiscono uno strumento per silenziare il dissenso. E sussistono, nonostante dichiarazioni opposte, ragionevoli dubbi circa il coinvolgimento delle autorità turche nella realizzazione di queste pratiche contrarie alle norme internazionali. È quanto emerge dal report “Abductions in Turkey Today” del 18 settembre, redatto dal Turkey Tribunal in collaborazione con l’International Observatory of Human Rights (IOHR). Il documento si basa, da un lato, sulle conclusioni, del 2019, della Ankara Bar Association Human Rights Centre; dall’altro, su 25 casi di rapimenti supportati da prove video, testimoni, indagini di varie ONG. Si ricorda che il Turkey Tribunal non è un organo giurisdizionale bensì un’organizzazione no-profit, istituita in Belgio agli inizi del 2020 con l’obiettivo di riesaminare nel modo più trasparente possibile l’attuale situazione dei diritti umani in Turchia. Si compone di giudici, accademici ed esperti di calibro internazionale.

Politica internazionale – Prosegue la “battaglia dell’oro” tra UK e Venezuela

La Corte d’Appello di Londra ha aperto, il 22 settembre, le audizioni relative al ricorso presentato dal Governo Maduro contro la decisione dell’Alta Corte britannica diporre sotto l’autorità” del leader dell’opposizione  Guaidó le 30 tonnellate di oro – corrispondenti a oltre 1 miliardo di dollari delle riserve internazionali venezuelane – depositate presso la Banca d’Inghilterra. Lo scorso 2 luglio, il giudice Teare aveva basato la sua sentenza sul fatto che “il Governo britannico, nel 2019, ha riconosciuto inequivocabilmente Juan Guaidó quale legittimo presidente del Paese latinoamericano. La Banca Centrale venezuelana (BCV), dal canto suo, ha fatto notare come Londra non abbia mai interrotto le relazioni diplomatiche con Caracas. Sarosh Zaiwalla, legale della BCV, ha dichiarato: “il contenzioso in corso solleva una serie di questioni di diritto internazionale, che abbracciano in primis il principio di non interferenza negli affari interni di uno Stato sovrano“. E ha, inoltre, ricordato che “l’interesse principale della BCV nel recuperare le sue riserve auree è quello di ottenere fondi per combattere la pandemia Covid-19”. La battaglia legale in Gran Bretagna potrebbe avere ripercussioni anche sulla causa avviata da Caracas, lo scorso anno, per recuperare 120 milioni di dollari depositati alla Deutsche Bank.

Tiziana Carmelitano

Autrice freelance, si occupa in particolare di temi globali nonché di violazioni dei diritti umani in contesti conflittuali, post-conflittuali e in situazioni di "Failed States". Con un occhio di riguardo per donne, bambini e giustizia transitoria. Il tutto in chiave prevalentemente giuridica. Convinta che la buona informazione abbia un ruolo decisivo nell'educazione al rispetto dei diritti fondamentali e delle diversità.

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