23 Novembre 2024

Benin, il villaggio sotterraneo che rimette in moto la Storia

Africa da scoprire. Il continente africano – nonostante si pensi forse il contrario –  è rimasto praticamente inesplorato (e, sotto questo aspetto, trascurato), soprattutto a Sud del Sahara.

A parte le razzie di opere del passato, oggi “custodite” nei più grandi musei al mondo e quelle delle risorse naturali, rimane nell’ombra e nascosta buona parte della storia dell’epoca pre-coloniale ma anche quella molto, molto più addietro.

L’archeologia in Africa ha privilegiato il periodo preistorico, anzi si è concentrata a lungo solo su quegli aspetti che riguardano l’evoluzione degli esseri umani. Questo ha reso difficile doversi ricredere su quel pregiudizio che vuole che il continente non abbia sviluppato opere, manufatti e culture senza bisogno di attendere gli arabi o gli europei. E che vuole che gli africani siano rimasti in uno stadio infantile, di sottosviluppo e privi di storia (parole del razzista ante litteram, il filosofo tedesco Hegel) fino all’arrivo dei colonizzatori.

Sul sito di History List che presenta “10 incredibili siti archeologici in Africa” c’è una frase che ingenuamente manifesta un razzismo radicato e strutturale. La frase è: “I siti archeologici in Africa hanno aiutato a spiegare alcuni dei più grandi misteri nella storia dell’umanità ma ce ne sono anche molti che stupiscono gli scienziati moderni. Questo perché non si presupponeva che tali antiche società fossero così avanzate“. Inutile dire che i 10 siti che hanno lasciato con la bocca aperta gli scienziati sono una infinitesima parte di altri che stanno venendo alla luce e di chissà quanti ancora ancora celati.

Oggi, per fortuna, c’è del movimento e anche sul web è possibile trovare aggiornamenti su studi e … lavori in corso. Uno dei pochi modi per rimanere aggiornati visto che certe informazioni vengono spesso custodite e trasmesse solo tra gli addetti ai lavori. Uno dei siti/archivio è The World Wide Web Library of African Archaeology.

Molte delle scoperte fatte finora nell’Africa Sub-Sahariana, sono state quasi sempre frutto del caso. Come quello che ha portato recentemente alla luce in Benin una città sotterranea, risalente a un periodo in cui il Paese si chiamava ancora Dahomey e vi regnavano re potenti e orgogliosi.

La scoperta – di quello che è stato poi chiamato Villaggio sotterraneo di Agongointo – si deve a operai di una ditta danese che stavano lavorando alla costruzione di una strada nell’area di Bohicon. Un mezzo finì in una sorta di botola che in realtà altro non era che una delle migliaia di cunicoli che formano la città sotterranea. I primi scavi parlavano di un periodo compreso tra il 1600 e il 1700 ma successivamente si è capito che le costruzioni erano anche antecedenti, al XV-XIV secolo.

Ingresso di uno dei rifugi sotterranei portati alla luce. Foto tratta dal web
Ingresso di uno dei rifugi sotterranei portati alla luce. Foto tratta dal web

Costruite a circa dieci metri dalla superficie le “case” servivano da nascondiglio e strategia di guerra per i soldati dei re ma erano strutturate come vere e proprie abitazioni, con delle salette e due aree circostanti per raccogliere l’acqua con un sistema di filtraggio naturale, il che consentiva di rimanere nascosti per periodi anche lunghi.

beninagongointo
Il luogo dove è avvenuta la prima scoperta. Foto tratta dal web

Gli scavi del sito – ora sotto nella lista dell’UNESCO – hanno contribuito a portare alla luce anche un’altra scoperta – ancora più stupefacente del villaggio sotterraneo. Si tratta di scorie di materiale ferroso che – secondo rilevazioni al carbonio 14 – risale a prima del 1000 a.C. Una scoperta che potrebbe cambiare – e forse lo ha già fatto – la storia del continente, e non solo.

A Bohicon abbiamo incontrato la guida – e studioso – che fin dal primo momento ha seguito gli sviluppi degli scavi e dei successivi ritrovamenti. Lasciamo raccontare a lui – nell’intervista/video che abbiamo realizzato sul posto – il valore e il significato di questa scoperta. Che ancora non è conclusa.

Si tratta – dice Théodore Atrokpo – della più antica città al di là di quelle che esistevano in Egitto“. La più antica dell’Africa Sub-Sahariana.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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