22 Novembre 2024

Ciak, il film è online. La tv on demand appassiona gli africani

Cinema che passione! Ancor meglio se si possono scegliere i film preferiti, quando si vuole vederli e, soprattutto, vederli dovunque: a casa propria come in viaggio, grazie agli smartphone con sistema operativo Android.

Anche in Africa, movies e serial sono l’intrattenimento preferito. Basti pensare al successo delle pellicole di Nollywood o all’enorme diffusione e circolazione di DVD e persino, ancora, VHS di qualità molto scadente ma non per questo meno apprezzati.

Cresce però il pubblico esigente, così come crescono la classe medio borghese – calcolata in 300 milioni di persone – e la diffusione dell’accesso ad Internet. E di pari passo sono andate crescendo come funghi le tv (o video) on demand.

Fotogramma dalla serie tv XOXO, prodotta ad Accra e destinata alla giovane borghesia urbana ghanese.
Fotogramma dalla serie tv XOXO, prodotta ad Accra e destinata alla giovane borghesia urbana ghanese.

L’ultima a lanciarsi in una fetta di mercato che sicuramente continuerà a crescere nei prossimi anni è Netflix, la multinazionale americana dello streaming on demand. Dopo il Sud Europa (compresa l’Italia) Netflix arriva dunque nel continente africano.

Le sfide sono molte. La tv on demand si rivolge sicuramente all’élite e a chi vive in aree dove la banda larga può dare accesso al servizio. E anche i costi degli abbonamenti prevedono, ovviamente, un’audience di un certo tipo. Nessun problema – assicurano i manager della multinazionale – l’Africa è  un mercato troppo appetibile per lasciarselo scappare o anche solo rimandare il lancio del servizio. Anzi, Netflix punta a “rubare” abbonati a DStvla tv satellitare multichoice  lanciata in Africa nel 1995 e che oggi conta oltre 100 milioni di abbonati, la maggior parte in Sud Africa e Nigeria. Documentari, musica, intrattenimento e naturalmente film. E l’incremento di anno in anno di nuovi canali e offerte.

La concorrenza giocherà forse su pacchetti meno cari (i costi eccessivi sembrano aver dissuaso nuovi abbonati a DStv) e – pare – su un tipo di programmazione più orientata ai gusti di chi vive in Africa.

Naturalmente le infrastrutture della banda larga avranno il loro peso nel successo di Netflix in Africa, così come l’alto costo delle connessioni adatte allo streaming.

Non a caso, la banda larga è uno dei core business di investitori che cambieranno il futuro del continente in questo senso. Secondo una recente ricerca l’Africa raggiungerà un miliardo di sottoscrizioni mobili a banda larga entro il 2020. Il Sud Africa guida il flusso di investimenti nel mercato delle telecomunicazioni, con un indice del 4.35 su 5 seguito da Angola (3.09), Kenya (2.97), Nigeria (2.89) e Ghana (2.85).

Su oltre un miliardo di abitanti ancora solo 331 milioni circa sono connessi ad Internet in Africa, ma questo tipo di numeri vanno valutati tenendo conto dell’incremento costante – più di qualsiasi altra area del mondo – di persone che hanno accesso alla Rete e – soprattutto – alla connessione sugli smartphone.

Ormai il futuro è lì. Ecco perché Netflix dovrà fare i conti anche con molti concorrenti – oltre a Dstv – già sul mercato, in quella che è stata definita la battaglia tra miliardari del VOD (video on demand).  Le piattaforme sono davvero tante: dal gigante nigeriano iROKOtv ad AfricaFilmstv; da Buni.tv ad Afrostream disponibile per il momento solo in alcuni Paesi e territori francofoni.

Probabilmente nella battaglia un ruolo fondamentale lo giocherà la diffusione degli smartphone, ancor più che dei laptop. Si calcola che entro il 2020 saranno in circolazione 500 milioni di smartphone e – dicevamo – sempre entro il 2020, si toccherà la soglia storica di un miliardo di connessioni di mobile broadband.

Dunque, avrà successo e farà soldi chi asseconderà le due passioni degli africani, soprattutto, naturalmente della nuova generazione: l’uso degli smartphone e i movies.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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