27 Novembre 2024

“Aid for Aid”, la parodia del mondo delle ONG in una serie tv

Un’idea originale. Un’idea che farà sorridere. Un’idea che farà – forse – anche arrabbiare. Portare sullo schermo le contraddizioni, l’inconsistenza, la superficialità e anche l’inutilità del lavoro delle ONG in Africa. Idea che nasce – e così doveva essere – in Africa, in Kenya. Dove esistono 4.000 ONG registrate (ma altre nazioni africane non sono certo da meno).

Di cosa si tratta? Del primo Mockumentary sul mondo delle Organizzazione non Governative. Contrazione di mock (in inglese: deridere, fare il verso, una parodia) e documentary. E il titolo è ironico quanto il modo di trattare l’argomento: The Samaritans con sottotitolo esplicativo: “a comedy about an NGO that does nothing”. (I Samaritani, una commedia su una ONG che non fa nulla). Le ragioni di questo lavoro le spiega lo stesso autore, Hussein Kurji della Xeinium Productions in questa intervista.

Sappiamo che stiamo criticando una “grande macchina” e non ci aspettiamo che The Samaritans cambi qualcosa dal giorno alla notte, ma ci piacerebbe cominciare un dialogo, indurre la gente a parlare e pensare in quali contesti l’aiuto può davvero dare dei risultati e come aggiustare il tiro delle Organizzazioni che non funzionano. Andiamo anche a toccare gli scenari e le questioni che stanno dietro il lavoro delle ONG e allarghiamo l’attenzione ai temi della cooperazione internazionale.

Che il lavoro delle ONG nel mondo spesso non rivesta i criteri della sostenibilità e che non arrivi ai risultati dovuti per le popolazioni locali, ormai è critica nota. Come è anche risaputa l’assurdità che più una organizzazione è grande più usa energie, mezzi e denaro per tenersi in piedi. E ai target reali arriva poi ben poco. Meccanismi aziendali. Le ONG sono in realtà anche aziende, dove gli scopi umanitari diventano, a volte, uno degli scopi – non più la ragion d’essere – della loro esistenza.

Tutte cose che in The Samaritans, sono messe sotto forma di parodia: sorridere per riflettere. Sullo schermo, dunque, arrivano le assurde dinamiche di Aid for Aid, del suo nuovo country director, Scott – con l’esibizione di grandi meriti sulla carta ma nessuna conoscenza sul campo – dello staff impegnato nelle proprie vicende familiari o in dinamiche interne. Burocrazia e gestione dei rapporti, tutto prima dell’aiuto ma sotto la bandiera “Salviamo l’Africa”.

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E sì, le assurdità degli interventi nel continente nero non mancano. Hussein Kurji ne racconta uno in particolare, di quella NGO che per raccogliere fondi in Namibia per la salvaguardia del rinoceronte nero propone un’asta, il vincitore avrà diritto ad una battuta di caccia … al rinoceronte nero. Parodia anche questa? Ma, l’autore assicura, di assurdità, di follie dalle ONG ne vengono fuori tante.

Alle storie folli non c’è mai fine. Mi viene in mente quando stavo lavorando qui a Nairobi qualche anno fa in un hotel a cinque stelle, c’erano delle persone sedute a mangiare crema di aragosta discutendo sul modo di ridurre la povertà. Qualcosa non mi sembrava andare per il verso giusto.

Certo, ovvio che seppure è tutto vero si rischia di generalizzare. Così l’autore di The Samaritans ricorda anche una lettera ricevuta da una ONG che opera in Afghanistan: noi non abbiamo uno Scott (riferito al responsabile Paese di Aid for Aid) ma c’è una ONG nella porta accanto che ne ha uno…

La serie è stata lanciata su DISCOP, esposizione internazionale online di video per e dall’Africa e la raccolta fondi per le prime puntate si è affidata a Kickstarter. Per proseguire si conta sull’interesse suscitato dal progetto – pare che persino una ONG abbia offerto un finanziamento. Per il resto si possono anche noleggiare le prime due puntate ad un costo di 5$.

E aiutare così la causa di questo insolito, tagliente, provocatorio Mockumentary.

 

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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