L’India dei contrasti: la festa delle sorelle e l’infanticidio delle femmine

Raksha BandhanUn amore forte, profondo, coltivato quello tra fratelli e sorelle in India. Tanto che esiste una festa antichissima che ogni anno serve a celebrare e rinnovare questo legame. Il 24 agosto, in occasione del Raksha Bandhan le donne stringono intorno al polso dei fratelli un “filo sacro” simbolo del sentimento che li unisce e della protezione amorevole che ogni donna indiana può aspettarsi dal fratello.

In migliaia, milioni si mettono in viaggio quel giorno per andare a trovare sorelle lontane (quel giorno viaggiare è gratuito). E chi non ha sorelle si reca dalle cugine perché i legami di sangue di questo tipo sono altrettanto forti. Ci si scambia caramelle e dolciumi e anche promesse di doni, perché nel “giorno della sorella” le donne possono esprimere desideri che saranno sicuramente accontati. Un motorino, un bell’abito, un divano nuovo, ma anche soltanto di tornare il mese seguente: tutto è permesso chiedere. Tutto sarà esaudito.

Eppure in quest’India della tenerezza e delle tradizioni mai perse esiste una pratica atroce: il feticidio delle figlie femmine. Nonostante dati resi da tempo ufficiali, campagne di sensibilizzazione articoli e interventi che analizzano la questione nel profondo comparandola anche a realtà analoghe, come quella cinese, il fenomeno è ancora grandemente diffuso. Tanto che quest’anno, in occasione del Raksha Bandhan, un artista indiano ha deciso di dedicare un video alla festa sì, ma con un finale che vuole colpire dritto allo stomaco e lanciare un messaggio diretto e chiaro.

Forse però qualcosa si muove. Un’azienda di Maharashtran, nell’India occidentale, ha realizzato uno strumento che registra il sesso del nascituro in fase di ecografia e confronta poi i dati con le nascite effettive. Uno strumento per controllare ma non, purtroppo, per cambiare il modo di pensare.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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