22 Novembre 2024

Lipa, a sostegno delle donne migranti per garantirne l'inte(g)razione

Logo dell'Associazione Lipa

La Provincia di Roma è la provincia italiana, seconda solo a Milano, con il maggior numero di residenti stranieri, 405.657. Dal Dossier Immigrazione 2010 Caritas/Migrantespubblicato nel dicembre scorso, emergono dati numerici come questo e ancora più interessanti valutazioni di scientific thesis merito: ad esempio, Roma è al 74esimo posto nella graduatoria relativa al grado di inserimento sociale. Grado, quest’ultimo, determinato da fattori quali: accessibilità al mercato immobiliare (a Roma proibitivo), dispersione scolastica (i bambini hanno difficoltà e dunque mancano le dovute politiche sociali), devianza (in calo, a dispetto dei luoghi comuni), accessibilità alla cittadinanza (molto bassa) e costituzione di una famiglia. Risulta, inoltre, che la maggior parte degli stranieri lamentano difficoltà e tempi lunghi per il conseguimento del permesso di soggiorno, strettamente legato al mantenimento di un’occupazione. Ma per trovare un lavoro a volte è necessario, ad esempio, ottenere il riconoscimento del titolo di studio e spesso non si sa proprio da dove cominciare. Ed è a questo punto che entrano in gioco alcune associazioni che offrono sostegno laddove le carenze degli enti preposti si fanno sentire.

Tra queste c’è Lipa *, (tiglio, in tutte le lingue slave), un’associazione attiva a Roma da quasi 10 anni, nata per volontà di sette donne originarie dei territori dell’ex-Jugoslavia, con l’obiettivo di promuovere la pluralità delle culture e valorizzare la donna migrante, sostenendone l’inte(g)razione nella società. In particolare, l’associazione si è posta come linea guida il ribaltamento di tutti gli stereotipi legati alla donna dell’Est, da realizzare tramite campagne ed eventi culturali volti alla conoscenza reciproca.
Abbiamo incontrato Luci Zuvela, presidente di Lipa, che ci ha caldamente accolto nella sua casa a Roma, in un freddissimo pomeriggio invernale, per l’intervista che qui vi proponiamo.

Nella prima parte, Luci parla delle origini e degli obiettivi di Lipa, della promozione dell’interazione piuttosto che dell’integrazione, e dei progetti su cui è impegnata l’associazione, primo fra tutti la realizzazione di una guida al riconoscimento del titolo di studio, un passo spesso indispensabile per inserirsi nel mondo del lavoro o esercitare la professione per la quale si è abilitati.

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Nella seconda parte entriamo nel merito delle politiche sociali e per l’integrazione, rispetto alle quali Luci solleva il problema del trattamento riservato alle immigrate irregolari in gravidanza, un aspetto specifico del pacchetto sicurezza. E a proposito di bambini, Luci discute della mancanza di un vero e proprio programma nazionale di integrazione multiculturale nelle scuole, che potrebbe includere l’attivazione di laboratori con docenti stranieri, per avviare i più giovani ad un approccio culturale con lo straniero. In ultimo, abbiamo affrontato il tema a noi caro delle tecnologie il cui utilizzo da parte delle donne straniere, come Luci spiega, è pressoché nullo, sia per comunicare con la famiglia lontana sia per cercare lavoro. In questo senso sarebbe auspicabile l’attivazione di piccoli centri di alfabetizzazione informatica, in cui le donne possano accedere ai servizi di utilità sociale che le riguardano.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=HeSt_tAwUnQ[/youtube]

Infine, per completare il quadro delle attività di Lipa, segnaliamo l’indagine in corso sulle abitudini culturali di tate, colf e badanti di cui abbiamo parlato qui, e il progetto di educazione interculturale “Fuori dall’ombra. Donne di Pace”. L’iniziativa, dedicata agli studenti delle scuole superiori di Roma e curata per tre edizioni da Lipa in collaborazione con la Rete delle Scuole per l’Educazione all’Intercultura e ai Diritti Umani del XIII Municipio, ha visto una serie di incontri con donne straniere in qualità di formatrici, mirati alla discussione delle problematiche interculturali a partire dal ruolo, dalla posizione e dalle professionalità della donne migranti all’interno della società italiana. Ci auguriamo che un progetto importante come questo possa vedere future edizioni non solo a Roma ma in tutta Italia, per una formazione dei giovani alla convivenza tra culture.

* Il sito di Lipa è attualmente dismesso per mancanza di fondi, ma tale difficoltà non frena i progetti dell’Associazione e delle donne migranti coinvolte. Per ulteriori informazioni si può fare riferimento a questi recapiti:
Associazione LIPA
e-mail: lipe.lipe@virgilio.it
tel: Luci Zuvela 338.7111916

Gaia Resta

Traduttrice, editor e sottotitolista dall'inglese e dallo spagnolo in ambito culturale, in particolare il cinema e il teatro. L'interesse per un'analisi critica dell'attualità e per i diritti umani l'ha avvicinata al giornalismo di approfondimento e partecipativo.

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