India, le ondate di calore inaspriscono povertà e diseguaglianze

[Traduzione di Gaia Resta dell’articolo originale di Ramit Debnath e Ronita Bardhan pubblicato su The Conversation]

Siccità nello Stato indiano di Marathwada, foto dell'utente Suhasajgaonkar da Wikimedia Commons in licenza CC
Siccità nello Stato indiano di Marathwada, foto dell’utente Suhasajgaonkar da Wikimedia Commons

Secondo il nostro studio appena pubblicato, le ondate di calore record registrate ad aprile hanno sottoposto il 90% della popolazione indiana a un maggior rischio di soffrire la fame, perdere la propria fonte di reddito o di morire prematuramente.

Dopo che il 2022 è stato definito il più caldo degli ultimi 122 anni, all’inizio del 2023 sono state raggiunte temperature estreme – con il 60% dell’India ben oltre la media di aprile – così come registrato dal Centro Meteorologico Nazionale. Quest’anno è previsto inoltre l’arrivo di El Niño, un evento climatico naturale in grado di far aumentare le temperature globali.

La crescente frequenza di queste letali ondate di calore potrebbe bloccare o addirittura invertire i progressi dell’India in merito alla riduzione della povertà, alla sicurezza alimentare e di reddito e alla parità di genere, minacciando la qualità della vita di oltre 1.4 miliardi di cittadini.

In quanto fenomeno naturale, il caldo estremo è previsto una volta ogni 30 anni circa nel subcontinente indiano. Ma non è più così a causa del cambiamento climatico che l’uomo ha innescato. Dal 1992 in India si sono verificati oltre 24.000 decessi legati alle ondate di calore, con quella del maggio 1998 tra le più devastanti, che ha provocato la morte di 3.058 persone

Durante le ondate del maggio 2010, le temperature nella città occidentale di Ahmedabad hanno raggiunto i 47.8°C e hanno provocato un aumento del 43% dei ricoveri ospedalieri di neonati, spingendo la città a diventare una delle prime nel Paese a implementare un piano d’azione per il caldo. Con l’obiettivo di programmare i preparativi e la risposta alle emergenze, il piano ha da allora salvato migliaia di vite.

L’ondata del 2015 ha ucciso più di 2.330 persone e ha indotto il ministero per la Gestione delle Calamità a istituire delle linee guida per prevenire i decessi durante le ondate di caldo e ha spinto gli Stati indiani a sviluppare i propri piani.

Il fallimento nell’implementazione di queste strategie potrebbe ostacolare il progresso economico dell’India. Se non venissero sviluppati piani d’azione efficaci, il caldo estremo potrebbe costare all’India il 2,8% e l’8,7% del suo PIL rispettivamente entro il 2050 e il 2100. La tendenza è preoccupante, specialmente considerato l’obiettivo del Paese di diventare un’economia da diecimila miliardi di dollari entro il 2030.

Immagine della NASA dell'ondata di calore che ha investito l'India e il Pakistan nel 2019. Da Wikimedia Commons in licenza CC
Immagine della NASA dell’ondata di calore che ha investito l’India e il Pakistan nel 2019. Da Wikimedia Commons in licenza CC

I gradi percepiti come fattore chiave

I piani d’azione per il caldo si rivelano utili soltanto se tengono conto delle conseguenze delle ondate su tutta la popolazione. Perché le autorità indiane siano in grado di riconoscere il caldo estremo e quindi la necessità di misure emergenziali, il Governo deve sapere quali sono le sensazioni fisiche provate dai cittadini.

Abbiamo utilizzato un indice pertinente alla salute ambientale in uso negli Stati Uniti chiamato “indice di calore” per determinare il calore percepito dal corpo umano in relazione alla temperatura dell’aria e ai livelli di umidità [la cosiddetta ‘temperatura del bulbo umido, NdT]. Ciò ci ha aiutato a mappare la sensibilità delle persone alle ondate di calore in tutta l’India e ci ha portato a scoprire che il 90% del Paese ha rischiato gravi ripercussioni durante l’ondata dell’anno scorso.

Misurare accuratamente la vulnerabilità dell’India alle temperature letali è fondamentale. Il sistema usato dal Governo indiano, noto come indice di vulnerabilità climatica, non tiene in considerazione i rischi del caldo per la salute umana. La nostra ricerca ha confermato come mettendo insieme la temperatura dell’aria e i livelli di umidità, il già noto indice di calore (wet bulb) possa esprimere la “sensazione reale” del caldo estremo. In altre parole, come viene percepito dalle persone che lo vivono in prima persona.

Non sottovalutare le ondate di calore

La sottostima degli effetti del caldo estremo in India potrebbe portare al rallentamento o addirittura a un’inversione di marcia del progresso verso alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile. Tra questi gli obiettivi che riguardano la povertà, la fame, salute e il benessere, l’uguaglianza, la crescita economica, l’innovazione industriale e la biodiversità.

Questo è un aspetto particolarmente preoccupante in quanto i progressi dell’India per il raggiungimento di tali obiettivi hanno subito un rallentamente nell’arco degli ultimi 20 anni, mentre il numero di eventi climatici estremi è aumentato.

Il caldo estremo, per esempio, può inasprire la siccità facendo inaridire il terreno e alterando l’andamento delle precipitazioni e, in ultima istanza, rovinando i raccolti e minando la sicurezza alimentare, basilare per la salute e il benessere di una larga fetta della società indiana.

Trattandosi di un’economia primariamente agricola, la perdita di produttività in quest’ambito rappresenta una minaccia per i posti di lavoro e la salute di milioni di piccoli agricoltori e proprietari terrieri. La loro capacità di adattarsi e di individuare nuovi mezzi di sostentamento viene quindi messa a dura prova.

Inoltre, le ondate di caldo hanno innescato un’altra tendenza preoccupante: l’aumento di malattie trasmesse tramite l’acqua e gli insetti, fenomeno che aggrava il sistema sanitario pubblico dell’India, già molto problematico.

Ogni anno, milioni di persone migrano dalle aree rurali alle città in cerca di una migliore qualità della vita. Ma le ondate di calore hanno un effetto disastroso anche sulla popolazione urbana. Difatti, le ondate del 2022 hanno messo a rischio l’intera città di Delhi con i suoi 32 milioni di abitanti. Molti dei migranti sono costretti a stabilirsi nei quartieri più poveri della città, dove gli effetti delle ondate sono particolarmente catastrofici. Purtroppo, queste comunità non hanno i mezzi per acquistare condizionatori d’aria che potrebbero alleviare le loro pene.

Le attuali procedure per la valutazione della sensibilità dell’India al cambiamento climatico non aiuteranno le persone a fronteggiare l’afa eccezionale che già si è verificata negli ultimi anni e vanno immediatamente aggiornate.

Il Comitato Intergovernativo per il Cambiamento Climatico stima che le ondate di caldo in Sud Asia diventeranno più intense e frequenti nel corso di questo secolo. I piani d’azioni saranno cruciali per velocizzare gli sforzi volti a mitigare gli effetti e adattarsi ad essi, ma è necessario che rappresentino tutta la complessità della vulnerabilità dell’India al cambiamento climatico.

Porre l’enfasi sul rendere le città indiane resilienti all’afa è fondamentale, in quanto le città vivranno un’esplosione della popolazione nei prossimi dieci anni, con il 70% del patrimonio edilizio indiano ancora in attesa di essere creato. È possibile incorporare i metodi pensati per adattarsi al caldo estremo progettando case che rimangano fresche più facilmente.

Secondo le previsioni, un alto numero di persone sarà colpito da ondate di caldo sempre più intense in futuro; la finanza, la progettazione urbana e l’istruzione sono necessari per aiutare i cittadini ad adattarsi.

[Voci Globali non è responsabile delle opinioni contenute negli articoli tradotti]

Gaia Resta

Traduttrice, editor e sottotitolista dall'inglese e dallo spagnolo in ambito culturale, in particolare il cinema e il teatro. L'interesse per un'analisi critica dell'attualità e per i diritti umani l'ha avvicinata al giornalismo di approfondimento e partecipativo.

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