21 Novembre 2024

Crittografia, dalla UE nuova minaccia alla tutela dei diritti umani

[Agenda 5-18 novembre 2020. Tenere una finestra aperta sul mondo. In questa prospettiva, la nostra rubrica quindicinale racconta, attraverso cinque notizie, quanto accade nel panorama internazionale, in linea con le tematiche di Voci Globali.]

Foto di Gerd Altmann su Pixabay – Licenza CC

Diritti umani – Attacco del Consiglio dell’UE ai sistemi end-to-end

In una bozza di risoluzione, datata 6 novembre, il Consiglio dell’Unione Europea ha espresso la necessità di adottare “soluzioni tecniche” (non meglio identificate) volte a garantire alle competenti autorità nazionali l’accesso ai dati cifrati trasmessi o ricevuti tramite App di messaggistica nell’ambito di indagini penali su: terrorismo, criminalità organizzata, abusi sessuali minorili e crimini informatici. Gli attivisti dei diritti digitali si sono subito opposti, evidenziando come il progetto formulato dalla UE vada di fatto a indebolire le attuali misure in materia di “cyber security” e a inficiare il diritto alla privacy. La EFJ (European Federation of Journalist) ha chiesto all’UE l’immediato ritiro del documento perché suscettibile di mettere a rischio la sicurezza dei giornalisti. Nello stesso senso si è mosso il CPJ (Committee to Protect Journalists). “La crittografia è vitale per la libertà di stampa e il libero flusso delle informazioni. Se viene meno la sicurezza nelle comunicazioni virtuali, i giornalisti non saranno più in grado né di tutelarsi né di proteggere l’anonimato delle proprie fonti”, ha dichiarato Tom Gibson – rappresentante UE per il CPJ.

Giustizia sociale – Covid-19, nessuno è al sicuro senza accesso universale al vaccino

Secondo un gruppo indipendente di esperti sui diritti umani facente capo alle Nazioni Unite, l’unica strada percorribile per fronteggiare la pandemia da Covid-19 è quella di rendere i vaccini disponibili per tutti. Non c’è spazio, infatti, per i nazionalismi e neppure per i privilegi delle classi più agiate. “Purtroppo, alcuni Governi stanno cercando di garantire i vaccini soltanto ai propri cittadini. Così facendo, però, non sarà possibile debellare il coronavirus. La lotta contro la pandemia in corso dipende dall’immunizzazione di massa“, si legge nella dichiarazione del 9 novembre. L’accesso ai trattamenti “deve essere assicurato a chiunque ne abbia bisogno, soprattutto alle persone che vivono condizioni di particolare vulnerabilità e povertà“. Gli esperti hanno invitato tutti gli Stati ad aderire all’iniziativa COVAX guidata da Gavi, CEPI e OMS, che mira a acquisire due miliardi di dosi di qualsiasi potenziale vaccino da diverse case farmaceutiche entro la fine del 2021 per poterlo rendere fruibile a tutti i Paesi. “In un mondo interconnesso, nessuno è al sicuro finché non lo siamo tutti“.

Ambiente – Le attività umane avvelenano le acque del bacino del Mara

Una moria di pesci nel fiume Mara sta mettendo a rischio la sopravvivenza di oltre un milione di persone in Kenya e Tanzania, oltre a quella di zebre, gnu, e decine di altre specie già fortemente minacciate di estinzione“. A lanciare l’allarme è il WWF in un report pubblicato l’11 novembre. Il bacino del Mara copre un’area di 13.325 kmq, di cui il 65% in territorio keniano e il 35% in quello tanzaniano. Dalle sue acque dipendono: 1,1 milione di individui, moltissimi erbivori e diverse specie iconiche come i leoni. Il cattivo stato di salute del fiume deriva da una molteplicità di fattori, in gran parte riconducibili ad attività umane. In primis, l’eccessivo sfruttamento del corso d’acqua per fini agricoli e per la produzione di energia idroelettrica. A questo si aggiungono lo sviluppo incontrollato del turismo e la deforestazione, “che aumenta la desertificazione e riduce le riserve idriche”. Infine, anche la crescita demografica gioca un ruolo importante nella misura in cui comporta un innalzamento costante della “pressione umana sull’ecosistema per soddisfare i bisogni di terre, acqua e cibo”.

Politica internazionale – Pakistan sotto pressione sulla questione israelo-palestinese

Abbiamo ricevuto pressioni da Paesi amici per il riconoscimento di Israele. Ma non lo faremo fino a quando non verrà raggiunto un accordo equo con i palestinesi. Con queste parole, il primo ministro pakistano – Imran Khan – il 14 novembre ha ribadito la posizione del suo Governo in merito al riconoscimento degli insediamenti ebraici come parte integrante della territorialità israeliana. Khan, anche in ragione della storica dipendenza economica di Islamabad da alcuni “Paesi amici”, non ha voluto svelare i loro nomi, precisando: “ci sono cose che non si possono dire. Il Pakistan ha legami fraterni con tali Governi. E non intende danneggiarli”. È possibile che si riferisse agli Emirati Arabi, primo Stato del Golfo e terzo in Medio Oriente – dopo Egitto e Giordania – ad aver instaurato relazioni diplomatiche ufficiali con Tel Aviv. “La pressione – ha concluso – è dovuta alla grande influenza di Israele sugli Stati Uniti, che è stata ancora più incisiva durante l’era Trump“. Khan è considerato tra i più grandi sostenitori della causa palestinese.

Africa – Tunisia, turismo in ginocchio per il coronavirus. Tentativi di rilancio

Il ministro del Turismo tunisino – Habib Ammar – ha annunciato, il 17 novembre, il varo di nuove misure tese a risollevare le sorti del settore turistico, fortemente danneggiato a causa della pandemia da Covid-19. “Il reddito derivante dalle attività turistiche ha subito un calo del 62%, o meglio del 61,7% per chi ama la precisione”, ha dichiarato Ammar nel corso di una conferenza stampa. Il nostro obiettivo – ha proseguito – è quello di “permettere a chiunque voglia visitare il Paese di farlo, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari e nell’ambito di viaggi organizzati”. Nel mese di settembre, la Federazione tunisina delle agenzie di viaggio (FTAV) aveva chiesto al Governo di intervenire in modo concreto a sostegno delle tante imprese ormai sull’orlo della chiusura. “Il 98% delle agenzie di viaggio rischia il fallimento aveva affermato Jaber Ben Atouch, presidente della FTAV. Va tenuto conto che il comparto turistico costituisce una delle fonti di entrate più importanti per l’economia della Tunisia. Vale, infatti, l’8% del PIL nazionale e dà lavoro a circa 400.000 persone.

Tiziana Carmelitano

Autrice freelance, si occupa in particolare di temi globali nonché di violazioni dei diritti umani in contesti conflittuali, post-conflittuali e in situazioni di "Failed States". Con un occhio di riguardo per donne, bambini e giustizia transitoria. Il tutto in chiave prevalentemente giuridica. Convinta che la buona informazione abbia un ruolo decisivo nell'educazione al rispetto dei diritti fondamentali e delle diversità.

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