Safari in poltrona, tour virtuali in Africa tra elefanti, gorilla, leoni

Elefanti nel Parco Masai Mara. Foto dell’utente Flickr Weldon Kennedy in licenza CC

Seduti sul divano o alla propria scrivania ad osservare elefanti che a ore puntuali vanno ad abbeverarsi alla fonte, gazzelle quasi immobili di fronte alla telecamera che le osserva, ippopotami che si rinfrescano nel fiume e poi uccelli, zebre, giraffe, animali notturni. Così vicini che sembra di toccarli mentre con un semplice movimento del mouse è possibile “girare” a 360° e godere di luoghi mozzafiato. Restando fermi però, incollati al divano, senza muoversi da casa.

Anche se già disponibili da qualche anno, i safari virtuali negli ultimi mesi stanno generando grande interesse e sono diventati il solo modo per concedersi un tuffo nella natura selvaggia, seppure rappresentata da parchi protetti.

Danni all’economia e limitazioni negli spostamenti sono gli effetti più forti ed evidenti della pandemia. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), il 74% dei Paesi africani nel mese di giugno (periodo in cui molti europei cominciano a programmare le ferie) erano ancora chiusi al traffico aereo.

Prima che scoppiasse la pandemia, l’Africa era la regione turistica in più rapida crescita. Nel 2018, circa 67 milioni di turisti hanno visitato il continente, con un fatturato di 38 miliardi di dollari. Nel 2019 il numero di turisti è aumentato a 73 milioni e la previsione era di un ulteriore aumento del 3-4% nel 2020. E invece, solo da gennaio ad aprile 2020 il calo di presenze è stato pari al 35%. Tutto questo ha naturalmente inciso sull’economia interna, la stima del World Travel and Tourism Council (WTTC) parla di quasi 8 milioni di posti di lavoro persi nel settore. Ad essere preoccupati sono soprattutto quei Governi dove la percentuale del PIL legata al turismo naturalistico è consistente.

Qualcuno si è fatto venire delle idee, come il Kenya Tourism Board che a giugno ha lanciato la campagna #MagicAwaits. Stai a casa, viaggia domani è il messaggio. Intanto, facendo fronte comune, organizzazioni come l’International Air Transport Association, l’UNWTO, il WTCC, l’African Airlines Association e l’Associazione delle compagnie aeree dell’Africa australe hanno presentato alle istituzioni finanziarie internazionali, a partner bilaterali e ai donatori internazionali una richiesta di 10 miliardi di dollari in aiuti per il sostegno l’industria dei viaggi e del turismo e proteggere i posti di lavoro.

Alcuni dei Paesi più colpiti sono Costa d’Avorio, Zimbabwe, Kenya, Marocco, Sud Africa, Tunisia, Uganda, le cui economie beneficiano principalmente dell’industria del turismo. Anche altre destinazioni popolari come Botswana, Capo Verde, Rwanda, Egitto, e poi Etiopia, Mauritius, Namibia, Seychelles, Gambia, Ghana stanno soffrendo molto della situazione.

In questo scenario gli appassionati di fauna africana e di safari hanno per il momento una sola possibilità: quella di osservare da uno schermo grazie a telecamere fissate in vari punti in alcuni dei più importanti parchi del continente. E in questo modo, tra l’altro, organizzatori di safari da tempo sul mercato sperano di instillare in chi guarda da casa la voglia di viaggiare (quando si potrà) e fare un’esperienza reale dell’”assaggio” mostrato nel tour virtuale.

Tra i tour virtuali più apprezzati e organizzati ci sono quelli – con guide – offerti dal sudafricano & Beyond che propone due live safari al giorno, ognuno dei quali dura circa 3 ore. I safari vengono trasmessi (live e poi in streaming) sul broadcaster Wild Heart da cinque differenti parchi. Per i visitatori c’è anche la possibilità di inviare domande sui canali Twitter e Youtube della piattaforma.

Un’altra meravigliosa esperienza è quella di “planare” sul lago Bogoria in Kenya e ritrovarsi in mezzo a centinaia di fenicotteri rosa. Il tour permette di osservare il luogo da diverse posizioni, ma anche di ammirare il panorama muovendo la camera di 360°.

Emozionante è seguire la grande migrazione che attraversa il fiume Mara che scorre nella pianura di Serengeti parte in Kenya e parte in Tanzania. Fiume noto, tra l’altro, perché dà il nome al Parco Nazionale del Masai Mara. Antilopi, zebre, gnu, un numero incalcolabile di animali in corsa.

Sono numerosi i Parchi del Kenya, Sud Africa, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, che hanno installato telecamere fisse e mobili in funzione 24 ore su 24 in posti strategici, corsi d’acqua o spazi dove la savana è incorniciata a alberi e arbusti. È lì che giraffe, elefanti, leoni vanno ad abbeverarsi o a cercare cibo, è lì che i gorilla se ne stanno soli o in gruppi familiari a mangiucchiare arbusti, a scaccolarsi, o semplicemente a godersi qualche spazio più fresco ed è lì che il visitatore virtuale può osservarli inosservato. Certo anche nei tour virtuali, come in quelli dal vivo, bisogna armarsi di pazienza e aspettare che l’animale si avvicini.

E visto che è un viaggio gratuito e dove spostarsi da un luogo all’altro non richiede che pochi attimi, vale la pena di andare a vedere le maestose Victoria Falls tra Zambia e Zimbabwe, patrimonio mondiale dell’Unesco (non siate pigri, mentre la voce vi fa da guida ricordate di muovere il mouse sul video).

Le Victoria Falls, vista dall’elicottero. Di serena_tang in licenza CC su Flickr

Se poi amate i deserti ce n’è uno che nel vostro viaggio da casa (e poi magari dal vivo) non può mancare, quello della Namibia. E a proposito di luoghi silenziosi e spopolati un altro bell’incanto è la Via Lattea che illumina il deserto del Sahara.

Certo, niente può sostituire la gioia, lo stupore, l’impressione di trovarsi accanto o in mezzo alle meraviglie della natura. Là sì che il cuore batte più forte. Però, intanto, nulla impedisce di andare a “spiare” questi magnifici animali sperando nel frattempo che oltre ad aumentare la voglia di tornare a viaggiare cresca più amore e rispetto nei loro confronti e nei confronti del loro habitat.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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