Connettersi, confrontarsi, elaborare idee, creare imprese azzerando le distanze e mettendosi tutti sullo stesso piano: ecco una community! Una realtà, quella di persone che interagiscono in Rete, che mai come oggi, con il mondo costretto in quarantena, assume un significato di costruttiva vivacità.
E rappresenta una strada interessante e ricca di spunti anche per conoscere l’Africa. Abbandonando, però, l’approccio occidentale di superiorità culturale a vantaggio della reciprocità. Fare community con il continente africano è oggi un’opportunità che non va sprecata.
Tramite il potente mezzo della Rete, infatti, l’Africa stessa può raccontarsi e, pur rimanendo nelle sue coordinate geografiche, può condividere e proporre idee e imprese creative. Diffondendo immagini e informazioni reali di una parte spesso trascurata del continente: quella attiva e vivace, fatta di giovani imprenditori con gli stessi interessi di quelli europei.
È per questo che esiste Vadoinafrica, realtà nata con lo scopo di “ascoltare le voci africane che rappresentano le chiavi per creare nuove prospettive e partnership“ e per aggregare “chi è convinto che non sia più possibile sostenere uno sguardo di sufficienza o superiorità verso Sud da parte di un’Europa in via di invecchiamento”.
La community è una rete di attori italiani, europei e africani tutti protagonisti e sullo stesso piano di interazione. Ci racconta questa esperienza il suo fondatore, Martino Ghielmi, intervistato da Voci Globali.
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Cosa significa fare community con l’Africa tramite lo strumento del web?
Credo che il web sia semplicemente lo strumento più potente ed efficace per connettere persone e territori.
Perché è importante far crescere contatti tra africani e italiani? Perché lo strumento di una community può essere utile e costruttivo soprattutto per l’Africa?
Perché l’Italia è geograficamente e culturalmente un naturale ponte euro-africano. La nostra community consente di ridurre l’asimmetria informativa rispetto ai contesti africani, consentendo a chi vuole intraprendere e creare sinergie costruttive di arrivare all’ultimo miglio praticamente in ogni Paese africano.
Come dice il nigeriano Wole Soyinka (Nobel per la letteratura nel 1986) le relazioni euro-africane degli ultimi cinque secoli sono la storia di un monologo. Quello europeo. Dal trauma collettivo della tratta atlantica e del periodo coloniale, l’Europa fatica a riconoscere come pari le voci e gli interessi africani.
Infatti “non c’è mai stato un riconoscimento reciproco che prendesse atto delle condizioni economiche profondamente cambiate negli ultimi tempi, bensì un confronto mono-direzionale. Ovviamente anche i leader africani hanno le loro responsabilità. È un peccato, perché un dialogo tra pari favorirebbe non poco lo sviluppo delle relazioni umane“.
Con Vadoinafrica proviamo ad ascoltare le voci africane che rappresentano le chiavi per creare nuove prospettive e partnership. La nostra community aggrega chi ha capito che “dall’Africa arriva sempre qualcosa di nuovo” come diceva già Plinio il Vecchio. Chi è convinto che non sia più possibile sostenere uno sguardo di sufficienza o superiorità verso Sud da parte di un’Europa in via di invecchiamento.

Quanta e quale Africa e quanta Italia c’è nella community?
Siamo quasi in novemila e non ho statistiche precise né mi interessano particolarmente anche perché buona parte dei nostri membri hanno appartenenze multiple a entrambi i mondi. Il Paese di residenza (non nazionalità) più rappresentato, dopo l’Italia, è comunque il Senegal. Poi Regno Unito, Francia e Kenya.
Quale scopo hanno avuto i ViA Talks online? Perché sono uno strumento importante adesso, nel pieno della crisi coronavirus?
Sono convinto che continuare a parlare di Covid-19 sia deleterio sul piano psicologico e anche per consentire a economia e società di “andare bene” successivamente. Con Vadoinfrica Talks, visibili in differita dal nostro canale YouTube, abbiamo voluto iniziare a fornire spunti utili a costruire un post-Covid che metta al centro la creatività e l’iniziativa delle persone.
Qualche anticipazione su eventi come questo prossimamente?
Più avanti decideremo se replicare in autunno oppure nel 2021.
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In che senso si può creare valore per l’Africa attraverso un confronto con talks dedicati?
Lo scopo di Vadoinafrica non è “aiutare l’Africa”, concetto molto novecentesco e genericamente inefficace almeno per quanto riguarda lo sviluppo economico, quanto fornire informazioni e spunti per imprenditori italofoni tramite cui creare valore con il continente.
ViA Talks è semplicemente un momento di scambio di una settimana, che prosegue tutto l’anno dentro Vadoinafrica Business Lab, Community Premium riservata a chi fa impresa.
Certo oggi l’Africa non è un continente vergine che attende passivamente le idee e i soldi degli investitori stranieri, quindi sono molto importanti le modalità e lo stile con cui si fa business, concordi?
Certamente. Pensare di “andare in Africa” a cercare fornitori, partner o investire pensando di trovarsi tabula rasa e di essere i primi ad averci pensato significa suicidarsi, economicamente parlando. Lo stesso a comportarsi da furbetti, schiavisti o inseguendo scorciatoie e una mentalità “mordi e fuggi”.
Come opera concretamente una community per imprenditori?
Dentro Vadoinafrica Business Lab avvengono principalmente tre cose: da un lato ogni settimana abbiamo un ospite in diretta, di norma imprenditori o investitori, che condivide la propria esperienza, consigli e contatti; in secondo luogo ci sono dei momenti di consulenza e coaching grazie alla nostra squadra di professionisti con lunga esperienza sul territorio; da ultimo un costante confronto tra gli iscritti, che consente di creare sinergie, partnership e apprendimento reciproco.
L’accesso a VBL è su candidatura, dunque prima di attivare l’abbonamento è necessario passare un colloquio che verifica la motivazione e la caratura etica dell’imprenditore.
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Qualche esempio dei risultati raggiunti finora?
Ecco alcuni tra i progetti dei quasi cento imprenditori membri di VBL:
• Amadou Fall, fondatore di Trusteq Consulting, specialista nel controllo di qualità per le saldature industriali. Senegalese di base a Milano, ha l’obiettivo di aprire una filiale a Dakar dove il settore è in grande crescita.
• Filippo Colnago, fondatore di ProMedia Group (Burkina Faso). “Sono arrivato qui quasi per caso. Oggi siamo i leader nazionali nella copertura di eventi istituzionali con oltre 45 collaboratori”. Tante le opportunità, anche se serve “coraggio e un’immane perseveranza per diventare i pionieri di nuove nicchie”.
• Aida Aicha Bodian, fondatrice delle etichette Melanin Nappy e Nebua è invece imprenditrice digitale di base a Parigi. Italo-senegalese, lavora per valorizzare le diversità e il dialogo tra persone e culture.
• Tommaso Menini a Nairobi (Kenya) ha fondato Agar (African Agency for Arid Resources) per valorizzare le filiere delle gomme e resine provenienti dalle zone semi-aride con un doppio impatto sociale e ambientale. Tra i suoi nuovi progetti il lancio di una linea di oli essenziali Made in Africa.
• Francesca De Gottardo, fondatrice di Endelea, brand di ethical fashion realizzata in Tanzania da artigiani con un design che mescola tessuti africani e gusti europei. I prodotti sono venduti con e-commerce e pop-up store.
• Iacopo Tacchino, pilota di linea di base a Johannesburg (Sudafrica) dove ha avviato Egoli Aviation che offre consulenza, sicurezza e formazione in campo aeronautico.
• Lorenzo Boncompagni, fondatore di CAPTURE Solutions azienda che sviluppa applicazioni mobile per aziende e organizzazioni, con una specializzazione nell’ambito agrotech. L’azienda, con sede a Nairobi, lavora anche in Tanzania, Nigeria, Costa d’Avorio e Regno Unito.
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