Covid-19, “bisogna tutelare poveri ed emarginati” avverte l’ONU
[Agenda 5-18 marzo 2020. Tenere una finestra aperta sul mondo. In questa prospettiva, la nostra rubrica quindicinale racconta, attraverso cinque notizie, quanto accade nel panorama internazionale, in linea con le tematiche di Voci Globali.]
Giustizia sociale – Impatto del coronavirus sugli “ultimi” della società
Michelle Bachelet, Alto Commissario ONU per i diritti umani, è intervenuta per porre l’accento sul grave impatto socio-economico che l’epidemia rischia di avere sui gruppi più deboli. Con una dichiarazione del 6 marzo, Bachelet ha anzitutto premesso di essere consapevole, in quanto medico ed ex capo di Stato, della necessità “di attuare una serie di passaggi per combattere il COVID-19″. Tuttavia, “gli sforzi non funzioneranno se non affrontiamo il virus in modo olistico”. E questo significa “prestare particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili” ovvero “le persone a basso reddito, le popolazioni rurali isolate, i disabili, gli anziani soli o chiusi negli istituti“. Il Commissario ha evidenziato che le misure adottate dai Governi, tra cui quarantene e isolamenti, seppur indispensabili potrebbero mettere in ginocchio piccole e medie imprese nonché gravare troppo sui lavoratori, “costretti” a rimanere in casa. Gli Stati e le organizzazioni sovranazionali dovranno, quindi, essere pronti ad affrontare il futuro attraverso varie forme di sostegno. Mentre, le imprese avranno il compito di dimostrare flessibilità nei confronti dei loro impiegati. “Ci stiamo muovendo in un territorio inesplorato. La solidarietà internazionale è più necessaria che mai”, ha concluso.
Diritti umani – Palestina, campagna social contro i crimini di guerra
Il 10 marzo, Al-Haq ha lanciato una “Twitter storm“ per supportare la giurisdizione della Corte Penale Internazionale (CPI) sulla Palestina. L’ONG teme che la CPI dichiari la propria incompetenza a investigare sui presunti crimini di guerra e contro l’umanità commessi nei territori palestinesi occupati. Ipotesi verosimile considerando che il procuratore Fatou Bensouda – dopo aver rilevato la sussistenza di ragionevoli presupposti per avviare un’indagine – ha chiesto alla Corte stessa conferma circa le sue prerogative giudiziali su Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza. Una decisione, al momento, non è stata presa. Diversi Paesi, intervenuti nel procedimento, sostengono che la CPI non abbia giurisdizione poiché la Palestina non è ancora uno Stato sovrano secondo i criteri richiesti dal diritto internazionale. La campagna di Al-Haq ha ottenuto il sostegno di varie organizzazioni a tutela dei diritti umani nonché di prominenti personalità del mondo accademico. Molti giuristi hanno evidenziato che la questione del “territorio” palestinese è già stata affrontata e superata da numerose risoluzioni delle Nazioni Unite e dalla Corte Internazionale di Giustizia. In ogni caso, le dispute sui confini non dovrebbero impedire di perseguire i responsabili di crimini e di garantire giustizia alle vittime.
Ambiente – In arrivo regole europee per i rifiuti elettronici
La Commissione Europea, l’11 marzo, ha presentato il Piano d’azione per l’economia circolare. Tra gli obiettivi: la promozione di prodotti sostenibili e la riduzione dei rifiuti entro il 2030. In particolare, è stata proposta l’adozione di norme volte a vietare la distruzione di beni durevoli invenduti e a limitare l’obsolescenza prematura dei dispositivi elettronici. Si vuole così garantire l’immissione sul mercato di nuovi prodotti riparabili, riciclabili e progettati per durare più a lungo rispetto agli attuali cellulari, tablet, computer. “Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori”, ha affermato Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione. “L’economia UE è ancora per lo più lineare – ha spiegato – ciò significa che le materie prime vengono raccolte, trasformate in prodotti e poi scartate come rifiuti“. Rendere il sistema più circolare farà sì che “i componenti smaltiti, sia da fonti rinnovabili che non rinnovabili, siano restituiti agli impianti di produzione”. In questo modo sarà preservato l’ambiente naturale e rafforzata la competitività economica europea. Da anni, gli attivisti ambientali avvertono dei pericoli legati ai rifiuti elettronici. Questi contengono tossine, come mercurio e piombo, suscettibili di avvelenare suolo, acque sotterranee e fauna selvatica.
Africa – Accuse di corruzione per i vertici dell’Unione Africana
“L’organizzazione è gestita come un cartello mafioso”. Con queste parole – contenute in una nota interna trapelata alla stampa – l’Associazione del personale ha accusato l’Unione Africana di corruzione. Il 13 marzo, il portavoce di Moussa Faki Mahamat, commissario UA, ha respinto ogni addebito, affermando: “si tratta di accuse molto serie. Sabelo Mbokazi [presidente della suddetta Associazione] avrebbe dovuto parlarne con il presidente anziché coinvolgere l’intero staff”. “Non è un modo corretto di comunicare – ha aggiunto. Vedremo se sarà in grado di fornire prove concrete” perché “è necessario andare fino in fondo a questa vicenda“. Nel memorandum in questione, datato 6 marzo, sarebbero riportati diversi esempi di incarichi affidati in modo illegittimo. In particolare, la conferma di Hamza Sahal quale responsabile delle risorse umane mostrebbe “clientelismo nonché collasso della leadership“. Motivo per il quale, i dipendenti chiederebbero il “ripristino di una sana gestione amministrativa”. C’è però anche da considerare che il documento è emerso in un momento particolare per l’UA. Molti posti di lavoro sono in bilico. Mentre è in corso la riforma strutturale dell’Organizzazione iniziata, nel 2018, sotto la presidenza ruandese.
Politica internazionale – Iraq, nominato un nuovo premier
Il presidente iracheno, Barhamn Salih, il 17 marzo, ha conferito a Adnan al-Zurfi l’incarico di formare il Governo entro 30 giorni, nel tentativo di superare l’impasse politica che il Paese vive ormai da mesi. Prima le dimissioni del premier Adel Abdul-Mahdi, sostenuto da Iran e Stati Uniti ma contestato dal popolo e dall’Ayatollah Ali Sistani. È stata poi la volta di Mohammed Tawfiq Alawi, il quale – l’1 marzo scorso – aveva annunciato il ritiro della sua candidatura. A suo avviso, i blocchi politici ostacolavano la creazione di un esecutivo indipendente, aggravando così anche le proteste popolari in atto. Il 54enne Adnan al-Zurfi è un politico di vecchia data. Già funzionario dell’Autorità provvisoria guidata dagli USA dopo la caduta di Saddam e governatore della città sacra di Najaf. Attualmente, a capo del gruppo parlamentare Nasr. Le Nazioni Unite hanno accolto con favore la nomina. “Di fronte a una crisi politica, economica, sanitaria e di sicurezza senza precedenti, c’è il disperato bisogno di un Governo effettivo”, si legge nel tweet dell’inviato speciale ONU, Jeanine Hennis-Plasschaert. I leader dei movimenti sciiti iracheni hanno, invece, espresso la loro contrarietà sostenendo che la scelta del presidente Salih minaccia “la pace dell’Iraq“.