Migrantour, il mondo intero in una città interculturale
Sei a Milano ma con i profumi e i sapori potresti sentirti ad Hong Kong. Vai al mercato di Napoli e con i colori e i suoni ti sembra di essere subito in Africa. Magari non conosciamo molto di queste culture ma le viviamo quotidianamente e non ci rendiamo conto che le nostre città sono diventate negli ultimi anni un miscuglio di differenze e tradizioni che rendono la multiculturalità una ricchezza per tutti.
Da questo presupposto nasce un viaggio intorno al mondo che si esaurisce in un paio d’ore e in angoli della città nascosti anche ai suoi stessi concittadini. Stiamo parlando dei percorsi e degli itinerari di Migrantour Intercultural Urban Route, un network di associazioni e cooperative che organizza passeggiate interculturali condotte da accompagnatori turistici di origine straniera.
L’idea è partita nel 2010 a Torino dalla cooperativa Viaggi Solidali, che già proponeva viaggi alla scoperta di culture e luoghi non battuti dal turismo di massa, privilegiando strutture e servizi “responsabili” sia a tutela dell’ambiente che delle diversità culturali dei luoghi.
“Da una costola di Viaggi Solidali è nato il Migrantour – ci racconta Enrico Marletto, ideatore e presidente della cooperativa – una passeggiata volta a scoprire pezzi di città ricchi di storie e aneddoti sconosciute ai più.”
Con il tempo abbiamo diversificato i percorsi e formato accompagnatori multiculturali che anno dopo anno hanno contribuito a rendere le visite sempre più entusiasmanti condividendo il loro sapere, le esperienze, i prodotti artigianali e alimentari che sono diventate poi le caratteristiche principali di questo progetto.
Ed è proprio il punto di vista educativo che stupisce scolaresche e universitari che scelgono di scoprire mondi paralleli, perché le passeggiate riescono a far aprire gli occhi su molteplici aspetti della convivenza tra culture. “In un periodo storico come questo – sottolinea Enrico – educare alla condivisione e all’accoglienza studenti e bambini è fondamentale: il loro entusiasmo nel guardare con un punto di vista differente la solita strada che percorrono ogni mattina è uno degli stimoli più belli di questo lavoro. La conoscenza della diversità produce ricchezza.”
Una ricchezza non soltanto dal punto di vista esperienziale ma anche un vero e proprio sbocco lavorativo per molti accompagnatori, considerando che in media le varie associazioni che sono in Italia (Milano, Torino, Napoli, Firenze, Roma, Bologna, Genova ) e all’estero (Marsiglia, Parigi, Lisbona e Valencia) organizzano circa 60-70 passeggiate interculturali all’anno tra uscite didattiche e veri e propri laboratori.
“La maggior parte degli accompagnatori interculturali è un mediatore linguistico o culturale- ci spiega Pierre Perera della cooperativa Casba che si occupa dei tour di Napoli – Io sono originario del Senegal e lavorando a Napoli da diversi anni non faccio altro che scoprire affinità e similarità tra il mio Paese d’origine e la città partenopea. Ogni cultura è da conoscere, apprezzare e con i tour è possibile anche viverla! In alcuni itinerari introduciamo anche ristoranti e botteghe di cibo internazionale, in particolare nel centro storico di Napoli c’è un ristorante di cucina pakistana che è diventato il simbolo del rispetto e dell’amore tra culture, perché sia di giorno che di sera è possibile notare clienti sia africani che asiatici, che convivono in maniera pacifica condivendo cibo e passioni comuni. ”
La cosa bella dei tour è che gli accompagnatori diventato protagonisti e narratori di una città a molti invisibile ma che in realtà arricchisce anche la bellezza di un quartiere.
E proprio durante il mese di aprile che sono partiti i nuovi corsi di formazione nella sede del Migrantour di Napoli per nuovi accompagnatori interculturali: un team di antropologi e mediatori culturali ha formato le nuove leve che guideranno i turisti per i prossimi percorsi.
Formare gli accompagnatori in maniera adeguata è anche uno degli scopi principali del progetto di Parigi: “Il legame con le università consente un processo di ricerca e studio delle culture migranti (formazione, indagine sul campo, ricerca) ci spiega Stefan Buljat responsabile dell’associazione Bastina. Il rapporto con il Museo della Storia dell’Immigrazione alimenta l’interesse storico per la diversità e il legame con il network del Migran Tour consente un notevole scambio di esperienze e buone pratiche sull’inclusione dei migrantii nelle metropoli europee. Il fenomeno migratorio in questo modo, è compreso in tutta la sua interezza e la luce infine si concentra sui volti che di solito rimangono nell’ombra. A Parigi i tour diventano un mezzo per incontrare alcune culture profondamente ignorate e soltanto l’ospitalità rappresenta un patrimonio culturale comune”.
Da qualche anno i tour italiani sono stati apprezzati non solo dalle scuole o dai cittadini ma anche dai tour operator di Paesi stranieri come il Canada, il quale ha incluso nei “soliti” pacchetti di viaggio alcune passeggiate interculturali a Roma.
L’integrazione è un processo difficile e molto lungo ma il primo passo è sicuramente quello della conoscenza e del rispetto delle differenze e i Migrantour producono un turismo sia responsabile che etico, donando occhi nuovi e città che non sono più le stesse ai “nuovi turisti”.