Un’enciclopedia sull’arte africana, il progetto parte dal Ghana

Un’enciclopedia sulla cultura e l’arte africana. Ogni forma d’arte. A concepire il progetto una donna. Africana, ghanese. Si tratta di Nana Oforiatta-Ayim, scrittrice, storica dell’arte e filmmaker. Il progetto è ambizioso: raccogliere online le forme artistiche dei secoli passati e quelle contemporanee di ogni Paese del continente. Peccato solo che se ne siano contati 54 escludendo il Sahara Occidentale e il Somaliland, solo parzialmente riconosciuti e che da tempo cercano l’indipendenza rispettivamente dal Marocco e dalla Somalia.

Ma torniamo al progetto. La Cultural Encyclopaedia sarà – ha già cominciato ad essere – un contenitore di arte ed artisti. Diviso in sezioni, comprende dunque arte visiva, architettura, letteratura, musica, teatro, cinema, fashion, design. C’è anche spazio per le scienze sociali: sociologia, psicologia, antropologia, politica.

Perché e come nasce l’idea? A spiegarlo in un’intervista rilasciata al New York Times è la stessa promotrice del progetto:

Quando facevo ricerche per il mio dottorato a Londra alla Scuola di studi africani e orientali, mi sono imbattuta in scoperte molto interessanti a cui però non viene data la rilevanza dovuta. Allo stesso tempo mi rendevo conto che la narrativa sull’Africa rimane sempre la stessa, dipingendola come un continente privo di storia, di innovazione, fermo. Eppure, in quelle biblioteche dove facevo ricerche c’erano storie di innovazione, conoscenza, tecnologia, che riguardavano l’Africa.

È così che ha iniziato a prendere corpo l’idea. Si è partiti dal Ghana, naturalmente, legando l’iniziativa all’apertura nel centro di Accra, di una galleria, ANO Ghana, con foto, video e materiale storico.

Del resto il Ghana è da tempo un grande incubatore ed espressione di arte ed artisti, e quelli di strada sono i più ricchi, originali, potenti. Lo dimostra il Festival annuale che si tiene ogni anno nella capitale – nell’area storica di James Town – Chale Wote. Proprio qui, nell’edizione 2016, l’autrice ghanese aveva aperto un chiosco itinerante che mirava a far prendere contatto con la propria realtà culturale.

Nana Oforiatta-Ayim al Chale Wote Street Arts Festival 2016, foto pubblicata su anoghana.org
Nana Oforiatta-Ayim al Chale Wote Street Arts Festival 2016, foto pubblicata su anoghana.org
Foto scattata al Chale Wote Street Arts Festival 2016, di Antonella Sinopoli
Foto scattata al Chale Wote Street Arts Festival 2016, di Antonella Sinopoli

Il progetto dell’enciclopedia – che ha comunque raccolto parecchio materiale – è stato finanziato dal Los Angeles County Museum of Art per un totale di 40.000 dollari.

Non è chiarito con quale licenza il materiale verrà distribuito anche se sembrerebbe trattarsi di materiale libero da copyright. Brani da romanzi, per esempio, interviste e video già precedentemente pubblicati su Vimeo o Youtube, trailer di film, sommari di articoli, foto caricate dagli stessi autori.

Lo scopo, dicevamo, è quello di fornire una piattaforma libera che diventerà man mano un archivio sempre più ricco ed elaborato. Per capirne l’elaborazione e l’architettura basta guardare la suddivisione in tematiche già pronta per il Ghana.

Ovviamente il compito è immenso e richiederà la partecipazione di un gran numero di artisti e utenti del web per inserire voci, artisti, storie. E testi, video, immagini. Il materiale già inserito e catalogato, appunto, rende l’idea della proporzione titanica di un progetto destinato a lasciare traccia nella storia del continente, ma soprattutto a risvegliare coscienze e conoscenze su un territorio, un continente, dato spesso per scontato. In molti sensi.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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