21 Novembre 2024

Ghana, 110 tra ministri e sottosegretari per 28 mln di abitanti

Il Ghana sta forse vivendo il periodo più difficile della sua storia democratica. E questo proprio nell’anno del 60esimo anniversario dell’indipendenza. Non si tratta di attentati alle Istituzioni o rischio per la sicurezza e le libertà civili. Si tratta semplicemente di quello che molti nel Paese considerano un feroce abuso di potere che è facile abbia ripercussioni nelle decisioni per il Paese e nella qualità di queste decisioni e nell’economia dello Stato.

Logo per il sessantesimo anniversario delli’Indipendenza

Passiamo ai fatti. Fatti che hanno un numero, 110. Tanti sono i ministri e sottosegretari che Nana Akufo Addo, uscito vittorioso dalle presidenziali del dicembre 2016, ha nominato. In un Paese che conta circa 28 milioni di abitanti.

Un numero al di sopra di ogni media e di ogni necessità, come si commenta nel Paese. Si tratta di un “family and friends’ government” – il Governo di amici e parenti – come è stato ribattezzato sia da parte della stampa che dalla gente della strada. Quella che non ha votato NPP, il partito del presidente. Anche se – a dire il vero – non pochi ex sostenitori stanno criticando il “loro” presidente in quello che, vista dal di dentro, viene considerato il prezzo che Akufo Addo deve pagare a coloro che lo hanno accompagnato nella campagna elettorale, ma soprattutto che hanno investito su di lui per tre tornate elettorali.

Nana Akufo Addo si era già infatti presentato due volte, ogni volta battuto dall’avversario dell’NDC – l’altro partito forte del Paese. Alla terza ce l’ha fatta, ma questa vittoria non poteva non portare conseguenze in termini di “ringraziamenti”.

Una cosa che però, in questa misura, non si era mai vista prima, probabilmente in tutto il continente africano.

Il primo Governo di Kwame Nkwrumah – il padre dell’indipendenza ghanese – aveva contato 41 ministri. L’amministrazione precedente ad Akufo Addo, guidata da John Mahama dell’NDP – che si è tra l’altro distinta per i numerosi rimpasti di Governo – nell’ultima fase aveva 78 ministri compresi quelli rappresentanti le singole regioni. Il massimo era stato raggiunto da un altro presidente NPP, John Kufuor, al governo dal 2000 al 2004 con 96 ministri.

Insomma si tratta del Governo più numeroso della Quarta Repubblica Ghanese, dalla nuova Costituzione emanata nel 1992.

Ed è logico fare comparazioni con altri Stati africani, bel più popolosi: la Nigeria, per esempio, 173.6 milioni di abitanti ha 36 ministri, più naturalmente un vicepresidente; l’Etiopia – secondo Paese più popolato dell’Africa Sub-Sahariana dopo la Nigeria – conta 19 ministeri oltre 22 Agenzie e Authorities.

Nana Akufo Addo
Il presidente eletto nel dicembre scorso, Nana Akufo Addo

A questa particolare faccenda si aggiungono altri scandali e imbarazzi per il nuovo Governo ghanese. A cominciare dal giorno dell’insediamento quando il presidente ha pronunciato frasi prese qua e là da discorsi di due presidenti statunitensi, Bush e Clinton. Da qui l’accusa di plagio.

Si è continuato con il grande dispendio di mezzi ed energie per il 60esimo (ma questo era ovvio e atteso). Poi è venuta fuori la proposta di usare l’Heritage Found – che rappresenta il 9% degli introiti della vendita del petrolio – per implementare la politica dell’educazione gratuita per i ragazzi che frequentano la Senior School (la scuola superiore per accedere al diploma). Politica bollata dalla minoranza come “inconcepibile e fatale” per il futuro del Paese.

E ancora, la nomina al ministero del Turismo, Cultura e Arti creative di Catherine Afeku, che si è scoperto non aver fatto l’anno di sevizio civile obbligatorio previsto al termine del ciclo di studi, servizio senza il quale – a detta di legge – non è possibili accedere a certe cariche pubbliche.

Per non parlare delle presunte mazzette promesse dal ministro dell’Energia, Boakye Agyarko ad alcuni membri della Commissione parlamentare per facilitare l’approvazione della sua nomina a ministro.

Il neo ministro dell’Informazione, Mustapha Hamid, ha tenuto a specificare:

Siete al corrente che la Costituzione ghanese del 1992 all’articolo 78, comma 2 riconosce al presidente la facoltà di nominare tale numero di ministri (110) secondo quanto ritiene necessario per governare in modo efficiente?

Peccato però che nella Costituzione non sia indicato un numero così alto di ministri e sottosegretari, e peccato, soprattutto, che non ci sia riferimento alla questione morale di gravare con così tanti uffici e funzioni sulla spesa pubblica.

Naturalmente si difende lo stesso Akufo Addo, secondo cui si tratta di un “investimento necessario per il Paese”. Alcuni ministeri sono stati smembrati e quindi hanno dato vita a un diverso ministero – per esempio Water Resources Works and Housing ne hanno formati due: Works and Housing e Sanitation and Water Resources. Alcuni sono nuovi ministeri come quello della Programmazione. Ma ciò che ha creato più sconcerto è il numero elevatissimo di sottosegretari. Alcuni ne hanno addirittura tre, come il ministero dell’Informazione, quello del Governo locale e Sviluppo Rurale, quello dell’Energia, del Cibo e Agricoltura, delle Finanze.

Chi pagherà questo esercito di ministri e sottosegretari? Ovvio che la domanda è superflua. Secondo l’Indipendent le cifre minime per le alte figure di Governo si aggirano intorno ai 4000 dollari a cui vanno aggiunti una serie di benefit: almeno due auto, rifornimento gratuito, la casa, libero accesso a servizi come le cure mediche e la protezione personale. Ma non si capisce se sia incluso l’aumento del 10% e altri emolumenti, in arrivo dopo i riordini di spesa e gli adeguamenti annuali.

Sappiamo, conoscendo il Paese, che tutto questo diventerà normalità, dopo giorni di prime pagine dei giornali, di critiche e dibattiti. Resterà il disagio di far fronte a un Governo elefantiaco, a spese fuori budget, a un tipo di amministrazione che deve rispondere di troppi sospetti di nepotismo.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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