La guerra in Siria fa impennare il numero delle spose bambine

La Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 vieta il matrimonio precoce.
Ma oggi, a causa della crisi siriana, crescono in maniera preoccupante i matrimoni e le gravidanze delle “spose bambine”. Fenomeno che interessa anche gli Stati in cui sono allestiti campi profughi che ospitano i rifugiati siriani.
Più di cinque milioni di donne in età riproduttiva non hanno un’educazione sessuale adeguata a tutelarne la salute. E soltanto in Giordania si registrano 156mila rifugiate in età riproduttiva, di cui 42mila con un’età fra i 12 e i 17 anni.

Secondo quanto stabilito dalla Convenzione internazionale per l’eliminazione della discriminazione contro le donne ratificata nel 1992, in Giordania secondo la legge ci si può sposare a partire dai 18 anni. Ma il giudice – se ne valuta l’opportunità – può anche concedere l’autorizzazione a matrimoni con minori.
E poi c’è sempre da fare i conti con le convenzioni ancestrali di alcune comunità, soprattutto di quelle rurali, che rendono impervio anche semplicemente affrontare la questione delle spose bambine come un problema.

Uno studio pubblicato dalla Université Saint Joseph di Beirut riporta che in Libano il 23% delle donne siriane ha pronunciato il suo sì al matrimonio prima di compiere diciotto anni.

Immaturità fisica della bambine-mamme, violenze domestiche sempre più frequenti, emarginazione sociale, abbandono degli studi: sono questi i fattori che rischiano di compromettere il futuro di tante giovanissime, spesso costretta a convolare a nozze per rendere meno gravosa la situazione economica delle loro famiglie di origine.

Per molte bambine, il matrimonio sancisce infatti la fine di un futuro fatto di amore e rispetto e, nei casi peggiori, le giovanissime diventano delle schiave. Una vera e propria tratta di esseri umani, i matrimoni precoci, frutto della disperata povertà prodotta dalla guerra siriana.

Secondo i dati riportati dall’Unicef, nel mondo ci sono circa settecento milioni di spose bambine.

E anche i dati forniti da Save The Children nel rapporto “Every Last Girl” forniscono numeri allarmanti: a morire ogni anno durante la gravidanza o il parto sarebbero 70mila ragazze fra i 15 e i 19 anni. A questo ritmo – sostiene Save The Children – nel 2050 avremo 1,2 miliardi di giovanissime sposate.

A battersi per arrestare il triste fenomeno delle spose bambine è “Girls not brides“, Associazione che raccoglie 650 organizzazioni della società civile impegnate in tutto il mondo.

Ma l’obiettivo sembra ancora molto lontano, nonostante l’impegno della comunità internazionale che aveva posto il 2030 come data entro cui porre fine alla pratica dei matrimoni precoci.

Elena Paparelli

Giornalista freelance, lavora attualmente in Rai. Ha pubblicato tra gli altri i libri “Technovintage-Storia romantica degli strumenti di comunicazione” e “Favole per (quasi) adulti dal mondo animale”.

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