Lingue africane, per tenerle vive si imparano online
Meno male che c’è Internet. E quello spazio di diffusione generalista che è YouTube. Che può essere usato per le motivazioni più disparate e riempito di contenuti di ogni tipo. Come anche tutorial e corsi per imparare le lingue, anche quelle africane.
E qui scopriamo un mondo di opportunità.
Ma prima dobbiamo ricordare che l’Africa ha un patrimonio linguistico immenso. Le lingue valutate sono tra 1.250 e 2.100, ma altre stime parlano addirittura di 3.000 lingue. Molte sono lingue vivissime, parlate comunemente anche nei mass media con pubblicazioni, quotidiani e programmi radiofonici e televisivi.
Ma molte di più sono in pericolo di estinzione. Sul sito di Ethnologue – che dal 1951 effettua analisi e ricerche sulle lingue di tutto il mondo – quelle africane sono considerate 2.139, di queste 245 sono in pericolo e 135 stanno per scomparire. Probabilmente sono molte, molte di più.
I motivi per cui le lingue africane dovrebbero non solo essere conservate ma imparate e trasmesse alle generazioni future sono di varia natura: ragioni culturali, ma anche di orgoglio dei popoli, superano quelle di carattere economico e commerciale. E il dibattito oscilla tra differenti posizioni, ieri come oggi.
Tentativi di tenere vive le lingue – anzi di utilizzarle in contesti ufficiali – ce ne sono moltissimi. Basti pensare agli insegnanti di scuola – soprattutto primaria ed elementare – o agli stessi politici che spesso usano le loro lingue madri per rivolgersi ai concittadini, anche se il risultato è farsi capire solo da quella parte della popolazione che parla quella lingua, per il resto occorre usare la lingua diffusa dal colonizzatore.
Ma ci sono anche i contesti accademici, come il Journal of West African Languages il cui scopo è pubblicare articoli e saggi (che si possono scaricare gratuitamente) sulle evoluzioni della lingua e degli aspetti e le applicazioni linguistiche legati alle lingue africane.
E poi ci sono le Università e soprattutto, i corsi online. Di solito suddivisi in aree geografiche (e dunque ceppi linguistici). L’area del corno d’Africa, ad esempio, con l’amarico, il somalo, il tigrino, l’oromonica o quella del Sud Africa. E non si contano consigli – più o meno di esperti, o semplici viaggiatori o blogger – su quali lingue scegliere tra le migliaia. Selezionarne 5 è un’impresa non da poco, anche se dobbiamo ammettere che per diffusione e vigore si tratta certamente di lingue “privilegiate”.
E poi, per tornare a Internet, c’è YouTube. E qui si apre un mondo. Dai tutorial fatti in casa a progetti strutturati e avvincenti anche nella presentazione. Come quello pensato da una mamma nigeriana trasferitasi nel Regno Unito, lei e la sua lingua madre, lo yoruba. Tutto è partito dal desiderio che i suoi figli imparassero questa lingua per non perdere il senso di appartenenza alla loro cultura. Come fare? Ma soprattutto come fare in modo che altri bambini “espatriati” conservino attraverso la lingua il sapere delle proprie origini?
È nato così CultureTreeTvYoruba che è anche un sito web. Si tratta di un canale YouTube studiato per i bambini, ma che – a dire il vero – risulta affascinante anche per gli adulti. Favole, filastrocche, canzoni, insomma i metodi comuni per insegnare una lingua “straniera” a un bambino attraverso una grafica accattivante. Dietro c’è del lavoro, e tanto. Professionisti che hanno compreso subito il valore dell’idea della mamma nigeriana che – pare – parli solo Yoruba.
Vi proponiamo due video, guardarli tutti è uno spettacolo, divertente e istruttivo.
È una eccellente iniziativa!
La globalizzazione non deve essere solamente la esclusiva prevalenza delle due o tre lingue e culture dominanti.
Gentile Renzo, ci trovi perfettamente concordi. Ecco perché cerchiamo spesso di dare rilevanza e spazio a notizie e storie che ci facciano scendere dal piedistallo della cultura occidentale, per mostrare che esistono tante e tante altre culture che hanno molto da trasmettere e insegnare.