My Africa, la competizione che fa raccontare il continente

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Conoscere l’Africa (anche) attraverso le sue immagini. Attraverso la fotografia. Ma non quella fermata attraverso l’occhio occidentale. Quella raccontata da africani. Giovani, meno giovani, professionisti, appassionati, studenti. O semplicemente osservatori del proprio quotidiano.

L’edizione 2016 della Mo Ibrahim Foundation Photography Competition, mette in luce realtà e situazioni di questo continente. E naturalmente, mette in luce talenti.

Tema della competizione, “My Africa“. E non poteva essere diversamente.

Cinque le categorie: Sicurezza e Stato di Diritto, Partecipazione e Diritti Umani, Economia Sostenibile, Sviluppo Umano e Spirito Africano.

Questa era anche l’occasione del 10° anniversario dalla nascita della fondazione e ai partecipanti è stato chiesto “to pick up a camera or a phone and send us an image that encapsulated their perception of Africa over the coming decade“. Vale a dire di “rappresentare” attraverso shot – non importa se con macchine professionali o smartphone – la percezione del continente estesa al decennio prossimo. Il presente che si manifesterà nel futuro, insomma.

Sfide e prospettive future, che – si augura la Fondazione fondata e guidata dal miliardario e magnate sudanese, Mo Ibrahim – dovrebbero servire a stimolare la classe dirigente nelle decisioni che riguardano i loro Paesi.

Quella che abbiamo scelto per la copertina è la foto del vincitore per la sezione professionisti. Si tratta dell’immagine di un giovane pescatore nel lago Turkana, in Kenya.

Vale comunque la pena di prendersi un po’ di tempo per guardare da vicino anche tutte le altre.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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