2 Novembre 2024

Free Music Archive, alta qualità per un patrimonio di tutti

Tanti artisti vivono con il grande desiderio di suonare e cantare la propria musica. Da una decina d’anni esistono organizzazioni non-profit che permettono ai musicisti di esprimersi attraverso piattaforme di settore. Anche con una strumentazione minima si possono ottenere grandi risultati: un punto di partenza per costruire la propria carriera.

Tra le più longeve c’è Free Music Archive. Lanciata nel 2009 dalla radio digitale WFMU, l’archivio si presenta come un contenitore di file MP3 pronti per determinati usi che altrimenti non sarebbero consentiti dalle leggi sul copyright, come video, progetti scolastici e altro ancora.

Cheyenne Hohman è la direttrice di FMA, 32 anni, vive e studia a New York. Risponde alle nostre domande subito dopo aver concluso l’evento organizzato per raccogliere fondi a favore di WFMU, la Fundraising Marathon 2016.

Cheyenne Hohman, la direttrice del Free Msic Archive
Cheyenne Hohman, la direttrice del Free Msic Archive

Chi sono i “curatori” che arrivano da tutto il mondo? E com’è organizzata FMA?

Ci sono molte ragioni che stanno dietro l’idea di avere dei curatori del sito, ma le due principali sono: avere un filtro per i contenuti (così qualcuno può valutarli prima che siano caricati, a differenza di altri siti dove chiunque può caricare qualsiasi cosa), e per organizzare i contenuti stessi (alcuni curatori sono specializzati in musica classica, altri nel rock o in musica di un Paese specifico, ecc). Avere dei curatori è un vantaggio e rende FMA diverso.
I curatori sono a volte etichette discografiche / netlabel, collettivi di artisti, luoghi che registrano in-house spettacoli, gallerie d’arte, festival musicali, stazioni radio (online anche “Nartraradioroma“), e altro ancora. Alcuni esempi sono la netlabel “Oddio Overplay”, la stazione radio a forma libera WFMU, il festival di musica Primavera Sound, e il locale Project Room. Siamo aperti a nuovi curatori, e di solito uno al mese si aggrega.

Ci sono statistiche relative all’andamento delle licenze CC?

L’idea alla base di licenze Creative Commons è quella di realizzare un quadro giuridico personalizzabile: a ognuna delle 6 licenze che si possono scegliere corrispondono diritti diversificati che in genere si ottengono con il copyright tradizionale. Le licenze Creative Commons esistono ormai da più di dieci anni, e da quando sono state sviluppate e rilasciate al pubblico, sono stati aggiunti più di un miliardo di prodotti! Per quanto riguarda la musica, Creative Commons riporta un dato di circa 4 milioni di canzoni concesse in licenza CC, che crescono ogni giorno. Si può vedere la piena portata dei CC nella loro rapporto dal titolo “State of the Commons“.

È possibile sopravvivere in un sistema non commerciale? Se finora la musica è stata solo un business, tutto questo può cambiare?

Il business della musica è stato costruito intorno a persone che fanno arte, che spesso hanno scopi liberi, indirizzati alla comunità. Invece il loro obiettivo viene stravolto per fare soldi. Alcuni degli artisti su FMA stanno cercando di tornare a condividere liberamente musica con persone che hanno voglia di divertirsi! Inoltre, alcuni artisti su FMA guadagnano grazie alla concessione di licenze delle loro canzoni; le condividono sotto licenze non commerciali e, se arriva qualcuno che vuole utilizzarle per scopi commerciali, possono farlo con licenza del brano da parte dell’artista o artisti e con il pagamento di una piccola tassa. Con questo sistema non si sottraggono soldi all’equazione ma si rimuovono le etichette discografiche come unica strada per fare denaro. Il motivo per cui le persone condividono la loro musica sul Free Music Archive è perché vogliono condividere la loro musica su un sito dove sarà trovato e ascoltato! Nella maggior parte dei grandi siti di hosting non ci sono modi semplici per trovare quello che stai cercando. Il nostro sito tenta di aggiungere le classificazioni di genere per ogni album / brano in modo che i nostri utenti possono trovare le cose con più facilità.

FMA spiega che il copyright sulla musica è il più complesso raggruppamento di leggi nell’insieme del diritto, esisterà ancora a lungo?

Il grosso problema con il diritto d’autore (e, credetemi, c’è anche una marea di problemi minori) è che il copyright si mantiene per periodi lunghissimi. In passato il copyright doveva scadere 14 anni dopo la pubblicazione di un opera, ma si è riusciti ad allungare i tempi più e più volte. Ora la protezione del copyright dura più di 100 anni! È stato esteso più volte, alla fin fine, per proteggere i diritti d’autore su Topolino, che per primo è apparso nel 1928. Poi si è passati ai libri, ai film di un secolo fa, e all’audio, tutto bloccato sotto copyright. Nessuno sa veramente per quanto tempo questo sistema andrà avanti. Grandi società di media, etichette discografiche, ecc. sembrano voler rendere indefinito il diritto d’autore – in modo da poter continuare a fare profitti al di fuori del processo di lavorazione, fuori da una misura ragionevole, mentre dovrebbe appartenere al pubblico. Ecco perché Creative Commons è così grande – offre un’alternativa che lavora in parallelo al diritto d’autore e non richiede al diritto d’autore di operare cambiamenti, dal momento che probabilmente non cambierà in tempi brevi.

Ci sono artisti diventati famosi grazie a FMA?

Creative Commons è qualcosa di relativamente recente, difficile fare nomi. Tuttavia, alcuni artisti CC hanno avuto un grande successo, ad esempio Kevin Macleod, la cui musica è circolata in innumerevoli video di YouTube. È vero anche che alcuni artisti di successo in ambito commerciale hanno abbracciato CC. Per esempio, Trent Reznor ha pubblicato alcuni dei suoi album in incognito, sotto una licenza Creative Commons.

[audioplayer animation=”no” file=”http://vociglobali.it/wp-content/uploads/2016/03/Kevin_MacLeod_-_Aurea_Carmina_-_Full_Mix.mp3″ titles=”Aurea Carmina – brano tratto dalla raccolta Best 2014″ artists=”Kevin_MacLeod”]

Altre comunità di musica CC sono: SoundCloud (con sede a Berlino, in Germania) che è una comunità dove gli artisti caricano il loro lavoro e lo scambiano con licenza CC; Indaba Music (sede a New York City) collega tra loro gli artisti di ogni provenienza; su Bandcamp (sede a San Francisco) gli artisti creano un loro profilo e distribuiscno i loro lavori in una vasta gamma di formati; OpSound è la rete globale che permette di collegarsi ad una grande collezione di musica con licenza CC; Tribe of Noise (sede ad Amsterdam, in Olanda) è una comunità che riunisce artisti di 144 paesi nel mondo; anche Restorm (sede a Zurigo, Svizzera) è una piattaforma europea che aiuta gli artisti a promuovere la loro musica.


Il cantautore americano Trent Reznor durante un concerto nel 2009
Il cantautore americano Trent Reznor durante un concerto nel 2009

La musica indipendente, lontana dalle etichette discografiche, non è solo online. I Musicalibera sono un gruppo bolognese composto da musicisti, fonici, tecnici con tanto di manager, che si propone per suonare nelle piazze o per le strade. Dei professionisti che non cercano un lauto cachet, bensì propongono una “musica come manifestazione del lavoro degli artisti che verranno sostenuti con la libera offerta delle persone nella misura del gradimento, dell’apprezzamento e della voglia di essere parte di un progetto contribuendo per un granello di sabbia, nella forma di qualche euro, alla sua realizzazione”.
Artisti che hanno lavorato con altri grandi artisti del panorama nazionale e internazionale, ma che hanno innato e conservano il vero spirito dell’arte. E anche loro, concordi con un gruppo sempre più vasto, sul futuro della musica dicono:

Quale sentimento spinge questo affiatato gruppo ad agire fuori dagli schemi stereotipati e oramai anacronistici del mercato musicale? Il fatto è che la musica sta cambiando radicalmente e i grandi network sembrano non essersene accorti, fermi su posizioni stantie i cui unici presupporti sono continuare a riempire una cassetta che in tempi così difficili stenta a lievitare.
Le proposte si contraggono attorno ai nomi che vengono imposti dal mainstream presumendo la passività di un pubblico (voi che ci leggete) che invece necessita di stimoli alternativi a ciò che questa volontà di standardizzazione del gusto sta producendo
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